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Chiesa e cambiamento d'epoca, la salutare scossa del card.Tagle

Lunedì, 20 Agosto 2018

Card. Luis Antonio Gokim Tagle Card. Luis Antonio Gokim Tagle

È la stessa biografia del simpaticissimo cardinale Luis Antonio Gokim Tagle a rendere, più di ogni discorso teorico, l’idea del cambiamento d’epoca in cui la Chiesa è immersa. Al pubblico del Meeting ha raccontato che il nonno materno era un immigrato dalla Cina, trasferito nelle Filippine perché povero e senza lavoro. Lì ha conosciuto la moglie, cattolica, ed anche lui si è convertito dal buddismo. Quando il giovane Tagle decide di farsi prete ed entra in seminario, il nonno confessa di non capire cosa voglia dire diventare prete. Al nipote raccomanda: non so cosa voglia dire prete, ma tu cerca di essere un prete buono. Commenta il cardinale: attraverso di lui, un povero immigrato dalla Cina, si è formato un prete e poi addirittura un cardinale.

Tagle racconta questo episodio biografico per rispondere alla domanda di Roberto Fontolan, del centro internazionale di CL, su come egli veda il presente e il futuro della Chiesa in Italia e in Europa. Il cardinale osserva che da almeno tre o quattro anni sente ripetere che la Chiesa in Italia è vecchia, è stanca, e Tagle piega il corpo e lascia cadere le braccia per dare meglio l’idea dello sfinimento. Se si ripete sempre un concetto, si finisce per crederci, per realizzarlo in azione. E obietta, “Ho celebrato messa a Milano, invitato dal cardinale Scola, e c’erano ventimila filippini. Questa è una Chiesa morta? Certo, se i migranti sono esclusi è morta, ma se i migranti sono inclusi è viva!”.

Altrettanto stimolanti le osservazioni di Philip Jenkins, storico delle religioni, autore di libri di grande successo tradotti in tutto il mondo. La sua tesi è che il cristianesimo non muore mai, sembra che sia morto, ma poi rinasce. La stessa resurrezione fa parte della storia del cristianesimo. In Cina il cristianesimo è stata dato per morto quattro volte e adesso viviamo nella sua quinta rinascita. Secondo alcune proiezioni nel 2050 la Cina sarà il paese con il maggior numero di cristiani. Eppure lo stesso Jenkins, gli obietta Fontolan, ha pubblicato un libro sulla storia perduta del cristianesimo, ovvero il millennio d’oro, dal V al XV secolo, della Chiesa fra Medio oriente, Africa e Asia. Quel cristianesimo è scomparso. Jenkins replica che il cristianesimo può scomparire in alcune zone, ma poi rinascere in altre, non può essere cancellato, il cristianesimo cresce e si evolve, non rimane sempre uguale a se stesso.

Certo è che l’incontro con il cardinale Tagle e con Jenkins è una scossa elettrica salutare che contribuisce a uscire dal vecchio eurocentrismo in cui noi italiani ed europei siamo ancora immersi. Uno dei tratti del cambiamento d’epoca è che la Chiesa è sempre meno europea e sempre più ha il volto dei Paesi del sud del mondo.

Jenkins porta alcuni numeri a proposito di Africa. Nel 1900 i cristiani in Africa erano 10 milioni, oggi sono 500 milioni, nel 2050, cioè fra trent’anni, saranno un miliardo. Sempre nel 2050, solo il 27 per cento dei cristiani sarà europeo. Se poi il focus è sui cattolici, scopriamo che nel 1900 erano due milioni, oggi sono più di 200 milioni, nel 2050 saranno 460 milioni. Aggiuge Jenkins: i cattolici in Africa sono di più di quelli ufficialmente registrati, sono talmente impegnati a battezzare che non hanno tempo per la burocrazia.

Jenkins ama stupire i suoi interlocutori e quindi si sofferma a parlare del caso della chiesa pentecostale nigeriana che ha avuto un autentico boom in Ucraina grazie al pastore Sunday Adelaja, emigrato dalla Nigeria. E dove si riuniscono tutte queste migliaia di nuovi fedeli? Nelle ampie strutture costruite a suo tempo per ospitare gli eventi del partito comunista. Insomma la missione storica del Pcus è stata quella di costruire le chiesa per i cristiani pentecostali nigeriani.

Non è un paradosso, spiega il cardinale Tagle, affermare che Gesù è asiatico, come afferma il titolo di un suo libro. “Ero prete nella segreteria del Sinodo per l’Asia del 1998. Ricordo Giovanni Paolo II che dopo la preghiera fissò gli occhi dei vescovi e disse: Il Signore Gesù Cristo è nato in Asia e dall’Asia sono partiti i suoi discepoli per annunciarlo al mondo”. Il cardinale quindi osserva che il modo di parlare di Gesù, non per concetti ma attraverso storie e parabole, è molto asiatico.

E da buon asiatico per spiegare cosa significhi per la Chiesa stare nell’attuale cambiamento d’epoca usa tre immagini. La prima è la porta di una casa, la Chiesa si rinnova se è una porta attraverso la quale c’è scambio fra interno ed esterno, fra la Chiesa stessa e la realtà. La Chiesa rinasce quando il Vangelo e il grido del mondo si incontrano sulla porta della Chiesa.

La seconda immagine è la tavola, il luogo attorno a cui ci si siede per mangiare e per condividere la vita, le proprie storie. La Chiesa come grande tavola dove c’è posto per tutti. Ed infine, terza immagine, la Chiesa non è un museo del passato, non bisogna stare fermi a forme sociologiche del passato, bisogna essere continuamente in cammino.

 


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