Rimini | Fusione Hera Acegas non passa in commissione. Quanto varrà lunedì a Bologna?
Poco prima dell’inno nazionale al consiglio comunale a Rimini oggi alle 19,15, la commissione bilancio convocata in fretta e furia ha detto no alla fusione tra Hera e Acegas (lo stesso farà il consiglio). Dieci i contrari (Pdl, M5S, Sel, Idv, Fds, Lega e qualche Pd, cioè Marco Agosta e Giovanni Pironi, il presidente Samuele Zerbini era assente), tre gli astenuti (tutti del Pd: Giovanna Zoffoli, Sara Donati e Mattia Morolli), un solo favorevole (Bertino Astolfi).
“Abbiamo scelto di stare dalla parte dei cittadini”, ha detto Giuliana Moretti (Pdl) con un piede fuori dalla commissione e uno dentro al consiglio. “Abbiamo scelto di non tener conto di quanto prospettato dalla delibera, ovvero l’aumento delle quotazioni per Hera da 0,88 a 1,30 in caso di fusione. Lo abbiamo fatto anche perché noi rispetto a Hera, un moloch voluto e creato dalla sinistra (se dai vita a una società per azioni non è che poi ti aspetti che non faccia utili), siamo sempre stati dalla parte della gente e abbiamo sempre chiesto che l’azienda pensasse più ai servizi e meno alle quotazioni in borsa”.
Già nel pomeriggio Gennaro Mauro (Pdl) aveva ribadito che “il Popolo della libertà è contrario alla fusione, perché risulta essere solo un’operazione di natura finanziaria che non produrrà riduzioni di costi e risparmi sulle tariffe, ma solo la creazione di un azienda con dimensioni maggiori, meglio attrezzata a difendere la propria posizione dominante di mercato, quando sarà il tempo di partecipare alle gare pubbliche di conferimento del servizio”.
C’è qualcosa che non torna, però, in tutta la vicenda: il peso che avrà effettivamente la votazione del consiglio di Rimini in assemblea dei soci a Bologna lunedì mattina (non pari, ma vicino allo zero) e dunque cosa succederà davvero a Hera.