(Rimini) In provincia di Rimini, al 31 dicembre 2018, si contano 8.863 imprese attive del settore del commercio, pari al 25,8% del totale (22,5% in Emilia-Romagna e 26,9% in Italia), in diminuzione dell'1,1% rispetto al 31/12/2017 (-1,4% a livello regionale e -0,9% a livello nazionale); calano le imprese del "commercio al dettaglio" (57,1% delle imprese del settore), dell'1,9%, e del "commercio all'ingrosso" (33,5%), dello 0,5%, mentre aumentano le imprese del "commercio e/o riparazione di autoveicoli e motocicli" (9,4% sul totale settoriale), dell'1,6%. Nell'anno 2018, in provincia, si sono verificate 453 iscrizioni a fronte di 738 cessazioni (non d'ufficio); il saldo, pertanto, risulta essere negativo (-285 unità).
Gli addetti del commercio nel suo complesso rappresentano il 18,9% del totale degli addetti; sul territorio provinciale, poi, si concentra il 9,8% degli addetti regionali del settore.
Per ciò che concerne il commercio all'ingrosso, la tipologia preponderante è costituita dagli intermediari del commercio (agenti, rappresentanti, mediatori) (56,1% dell'ingrosso), sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente (+0,2%). Riguardo al commercio al dettaglio, trattasi prevalentemente di imprese operanti nel commercio all'interno dei negozi (esercizi specializzati e non) (74,0% del dettaglio), a cui seguono le imprese ambulanti (21,2%) e quelle dedite al commercio per corrispondenza o elettronico (4,8%); quest'ultima tipologia è l'unica che fa registrare un incremento annuo (+8,1%), a differenza delle diminuzioni riscontrate sia per i negozi (-1,8%) che per gli ambulanti (-4,0%).
L'analisi congiunturale, elaborata da Unioncamere Emilia-Romagna, rileva, nel 2018, una diminuzione delle vendite del commercio al dettaglio, rispetto al 2017, del 2,0%; in flessione le vendite negli esercizi della piccola distribuzione (-3,2%) e in quelli della media distribuzione (-2,9%), in aumento negli esercizi della grande distribuzione (+0,9%). Nello specifico, diminuiscono le vendite sia dei prodotti alimentari (-1,6%) che dei prodotti non alimentari (-2,4%).