C'era la chiesa di Sant'Agostino stracolma per la Messa del decimo anniversario della morte di don Giancalro Ugolini, presieduta da don Julian Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. "Qual è l'origine di un popolo così numeroso come siamo stasera? - si è chiesto nell'omelia il sacerdote - Un evento che non è un libro, ma una presenza. Una presenza che è diventata la modalità attraverso cui il mistero continua ad agire, a generare un popolo nella storia".
Facendo riferimento alla lettura biblica sul ritrovamento del libro della Legge da parte dle popolo d'Istrale, ha osservato: "Non basta avere i libri, se il libro oggi non è trovato in un'esperienza presente, diciamolo con la parola giusta - in una paternità presente - questo popolo non ci sarebbe. Perché il metodo di Dio non cambia, è tale e quale quello dell'inizio, cioè una irruzione nuova, diversa, nella vita delle persone attraverso un volto umano, con un nome e un cognome: don Giancarlo, a cui tutti siete grati per la sua paternità".
Don Carron ha quindi concluso con queste parole: "Il vero c'è e questa sera noi lo tocchiamo di nuovo con mano non nei grandi sistemi filosofici, dimostrando la verità: la verità ci è capitata. E noi già lo stiamo vedendo qua: per tutti. Perché come è capitata a noi, ci è stata data a noi perché tutti quanti che ci vedranno stasera o ci vedranno nelle strade, lungo la storia della vita … per questo siamo così grati a Cristo che ci dà questi testimoni così potenti, come don Giancarlo, per generare constantemente il popolo. Chiediamo la semplicità del cuore di assecondarlo nella modalità in cui ci viene incontro ora, compreso l'ultimo, come ha fatto a don Giancarlo. Perché possiamo continuare ad essere un popolo che vive della gratitudine di quello che gli è successo e possa testimoniare davanti a questa situazione storica, in cui tante persone non trovano una ragione per vivere, per la mancanza di senso, di significato del vivere e che vivono –poveretti- senza una ragione per alzarsi al mattino, andare a lavorare, amare la moglie o il marito, educare i figli e possono vedere –vedere- in qualcuno che questo ancora è possibile; non perché noi siamo più bravi, siamo poveretti come loro, ma a noi ci è capitato, per grazia, di avere un padre da cui ci siamo lasciati generare, se continuiamo a lasciarci generare potremo anche noi generare".
Al termine della Messa rispondendo al saluto del responsabile riminese di CL, Cristian Lami, ha detto: "Ringrazio tutti voi per la testimonianza che costantemente mi date, perché io vivo di quello che vedo accadere in ciascuno di voi quando accogliete e vedo fiorire in ciascuno di voi per il bene di tutti i fratelli e per il bene degli uomini. Per questo sono grato di poter camminare insieme: per poter conoscere sempre di più Colui che è in mezzo a noi e che ci genera costantemente. Grazie!".