“Don Giancarlo Ugolini è stato un dono che ha reso feconda la Chiesa di Rimini, arricchendola di vocazioni alla verginità, al sacerdozio, alla missione, e provocando molti laici all’impegno sociale e politico”. Così il vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, ha ricordato don Ugolini durante la cerimonia di inaugurazione della mostra a lui dedicata (Io, poi sono un amante sviscerato della libertà) nella Corte della Biblioteca Gambalunga.
All’inaugurazione è intervenuta anche, in rappresentanza del sindaco, l’assessore Anna Maria Montini, che lo ha avuto come insegnante negli anni del liceo. Montini ha ricordato don Giancarlo come uomo di fede, appassionato al mistero dell’uomo e alla sua libertà. Si è augurata che la mostra possa far re-incontrare don Giancarlo a chi lo aveva già conosciuto in vita e lo faccia conoscere a chi non lo aveva mai incontrato.
Cristian Lami, responsabile riminese della Fraternità di CL, ha posto in evidenza “l’io potenziato” che il legame affettivo e generativo con don Giussani aveva suscitato in don Giancarlo, fino a farlo diventare padre di un numeroso popolo.
Infine il nipote Simone Zanotti ha ricordato di aver voluto la mostra per far emergere il grande contributo sociale che don Giancarlo ha offerto alla città di Rimini, non solo per le opere che ha suscitato (il Meeting, le scuole Karis) ma anche per l’impatto educativo che ha avuto su migliaia di giovani e studenti.
La mostra resterà aperta fino al 14 ottobre. È visitabile (ingresso libero) tutti i giorni dalle 8 alle 19 e nei festivi dalle 16 alle 19.