(Rimini) 31 ottobre 1993: il mondo perdeva Federico Fellini, uno dei più grandi Maestri del cinema. Un anniversario che quest'anno è circondato da un'atmosfera particolare, perché segna l'approssimarsi delle celebrazioni per il centenario della nascita del regista riminese, che ricorre il 20 gennaio 2020. Un anno interamente dedicato a Fellini contrassegnato in particolare dall'apertura del Museo internazionale dedicato alla sua opera: proprio domani, 31 ottobre, la Giunta comunale si riunirà in una seduta straordinaria per dare il via libera al progetto esecutivo, ultimo atto dell'iter di progettazione dell'intervento che si sviluppa tra Castel Sismondo, piazza Malatesta e cinema Fulgor.
A precedere l'apertura del Museo, prevista per la fine del 2020, sarà un altro importante appuntamento, la mostra itinerante "Fellini 100 e La dolce vita exhibition", che sarà allestita a Castel Sismondo con inaugurazione il 14 dicembre. La mostra rappresenta una sorta di anticipazione, attraverso un sistema di "messe in scena" come set cinematografici, del progetto del Museo.
L'esposizione ruota attorno a tre nuclei di contenuti: il primo racconta la Storia d'Italia a partire dagli anni Venti-Trenta per passare poi al dopoguerra, per finire agli agli anni Ottanta attraverso l'immaginario dei film di Fellini. Il secondo nucleo è dedicato al racconto dei compagni di viaggio del regista, reali, immaginari, collaboratori e no. Infine il terzo nucleo sarà dedicato alla presentazione del progetto permanente del Museo Internazionale Federico Fellini. Dopo l'allestimento riminese, la mostra comincerà il suo viaggio fermandosi a Roma in aprile fino a giugno 2020, per poi varcare i confini nazionali con esposizioni a Mosca e Berlino. Grazie a "Fellini 100 e La dolce vita exhibition" sarà possibile riportare alla luce tanto materiale inedito acquisito dall'Amministrazione Comunale e capace di fotografare l'immaginario e il percorso creativo felliniano. Una sezione sarà ad esempio dedicata al materiale del Fondo Nino Rota, che contiene materiale legato ai 15 film che hanno visto la collaborazione tra il celebre compositore e Fellini, da Lo sceicco bianco del 1952 a Prova d'orchestra del 1978. In particolare saranno esposti per la prima volta una serie di taccuini originali, sui quali lo storico collaboratore di Fellini appuntava le indicazioni del Maestro rispetto alla musica che avrebbe dovuto accompagnare ed esaltare le sue scelte registiche. Un primo sviluppo della colonna sonora che poi veniva rivista e aggiornata dallo stesso Rota dopo la visione del primo girato della pellicola. Saranno quindi esposti alcuni taccuini, tra cui quelli legati a La Dolce Vita, Otto e 1/2, Le notti di Cabiria.
Il Fondo Nino Rota è solo un esempio del materiale inedito o poco noto custodito nell'archivio comunale e che potrà essere valorizzato nei prossimi mesi come la primissima sceneggiatura di quello che poi sarebbe diventato Amarcord, in una prima stesura intitolato "Il borgo" o ancora la sceneggiatura di Otto e mezzo di proprietà di Lina Wertmuller, che del film fu assistente alla regia.
Nel giorno dell'anniversario della scomparsa del maestro, appuntamento in Cineteca con la rassegna "I film che ho ispirato", ciclo di pellicole che indaga l'eredità lasciata da Fellini nel cinema contemporaneo. Dopo il doppio appuntamento di lunedì scorso con la proiezione de "La nave va" e gli incontri con Paolo Fabbri ed Ermanno Cavazzoni, l'omaggio a Fellini prosegue con la proiezione de La grande bellezza di Paolo Sorrentino (italia, 2013), regista che in questo film si manifesta esplicito continuatore del modello felliniano. "Grazie a chi mi ha ispirato – disse il regista ricevendo il premio Oscar nel 2014 per il miglior film in lingua straniera - Federico Fellini, i Talking Heads, Martin Scorsese e Diego Armando Maradona".