(Rimini) “Stiamo lavorando per prendere tutte le decisioni utili a limitare il contagio. Che le persone siano preoccupare è corretto: dobbiamo esere preoccupati perché la situazione è seria. Io continuo a dire: non ci vuole il panico, il panico non aiuta. Aiuta essere preoccupati ed essere pronti a fare tutto ciò che sarà necessario”. “I cittadini devono stare a casa. Punto. Punto e basta. Tutto il resto non esiste in questo momento”, ha detto oggi a Temporeale su Radio Icaro il presidente della Provincia Riziero Santi.
Domani alla Regione la Provincia di Rimini proporrà misure per limitare la circolazione tra i comuni a sud, il pesarese e San Marino. “Credo che non sia necessario e nemmeno semplice arrivare ai livelli di Medicina (comune del bolognese da ieri zona rossa, ndr), perché Medicina è una piccola realtà. Il nosto territorio è più complesso, con migliaia e migliaia di persone. Però stiamo ragionando per arrivare a ridosso di quel tipo di limitazione. Attraverso meccanismi di controllo degli assi viari principali facendo confluire lì il traffico indispensabile, affinché si possa avere una maggiore capacità di controllo".
"Dobbiamo realizzare un’area cuscinetto tra comune capoluogo, la realtà del riminese sud sulla costa, che è quella più colpita in questo momento, San Marino e Pesaro, in modo tale che ci sia una limitazione della circolazione tra queste aree”, ha detto Santi. “Le istituzioni devono prendere tutte le decisioni perché ciò possa accadere. Dobbiamo decidere cosa fare da qui ai prossimi giorni e alle prossime settimane, perché il picco deve ancora arrivare. Si deve sapere che il picco non è ancora arrivato. E noi stiamo lavorando per cercare di difenderci. Siamo come in guerra. Stiamo schierando le truppe e dobbiamo difendeci dal picco. Difenderci significa interrompere la catena del contagio, tenere separate le persone”, ha spiegato il presidente della Provincia.
“Quello che è stato fatto fino ad adesso non è sufficiente: ci sono troppi movimenti sul territorio. Il nostro è un territorio particolare, noi siamo terra di confine. Abbiamo da un lato la provincia di Pesaro nelle Marche che ha una situazione ancora più pesante della nostra e c’è un grande travaso di persone per ragioni di lavoro. Lì facciamo fatica perché non è facile chiudere i rubinetti. Dobbiamo quindi assumere delle decisioni per limitare questa mobilità tra le province”.