Rimini | Incontri al supermercato. Colletta alimentare
A volte succede che s’incontri qualcuno a fare la spesa. Soprattutto se capita di andare al supermercato l’ultimo sabato di novembre, quello della Colletta alimentare, la giornata in cui ogni anno il Banco alimentare invita a donare un po’ di spesa per chi ha più bisogno. Non si tratta spesso di incontri scontati. “Dividiamo il marciapiedi davanti ai supermercati assieme ai ragazzi di colore che vendono gli accendini – racconta Davide Arcangeli responsabile del Banco alimentare di Rimini – e proprio per questo all’inizio il rapporto non è sempre cordiale e tranquillo. Noi occupiamo il loro spazio. Lo scorso anno però a me è accaduta una cosa particolare. Uno di loro si è avvicinato, ci ha chiesto cosa facessimo là e poi ha iniziato a stare con noi. Si è messo a spiegare meglio e nella loro lingua ai clienti di colore del supermercato cosa noi facessimo lì, cosa fosse la Colletta”.
E il Banco alimentare a Rimini, negli anni, ha anche incontrato il gruppo di macedoni che aiuta a sistemare il magazzino mentre arrivano i pacchi della Colletta. “La cosa che noi abbiamo imparato e visto con i nostri occhi è che la Coletta non è una cosa per cristiani, non è una cosa per italiani e nemmeno per chi è più intelligente. La Colletta è una cosa per tutti. Ognuno alla sua maniera risponde al gesto, come può, come sa fare. Perché è naturale dell’uomo dare una mano. Quello che abbiamo visto negli ultimi anno l’ultimo sabato di novembre è che nessuno si tira indietro. A ripetizione questi fatti accadono”.
Incontri che arriveranno anche domani? Domani, infatti, la Colletta alimentare tornerà puntuale in oltre un centinaio di supermercati, dalle grandi catene ai discount, della provincia di Rimini, quasi tutti (tranne le botteghe di quartiere), dove il Banco assiste 35 enti, dalle Caritas parrocchiali alle case per ragazze madri, raggiungendo oltre 8.600 persone in difficoltà. Tra questi, la mensa dei poveri dei frati di Santo Spirito, alcune comunità dell’associazione Papa Giovanni, San Patrignano, la comunità del Monte Tauro. E sono ancora altre. Si tratta di una realtà piuttosto diversificata.
Nel 2011, anche grazie agli alimenti raccolti dal Banco, a Rimini sono stati distribuiti 504mila 426 chili di cibo, un quinto raccolto grazie alla colletta, per il valore commerciale di oltre 1,5 milioni di euro. “La gran parte degli alimenti che raccoglieremo domani sarà ben presto ridistribuito tra gli enti che operano nel territorio. Altre due parti molto più piccole vanno come scorte del Banco, da distribuire nel corso dell’anno successivo e ai Banchi delle regioni più povere”.
All’opera domani 1.500 volontari, e non appena per chiedere ai passanti un pacco di pasta o un litro di olio. “Se volessimo solo questo potremmo lasciare lì uno scatolone con un volantino appiccicato sopra”, spiega Argangeli. “I volontari sono presenti in tutti i supermercati perché la cosa la prima cosa che ci interessa è incontrare le persone. L’incontro non accade davanti a un cartone (vuoto o pieno che sia). Una persona è solo un’altra persona che può incontrarla”.
Perché è così importante incontrare le persone? “Noi abbiamo una proposta. Dire il motivo per cui vale la pena in un momento difficile andare avanti e su cosa occorre fondare la speranza. Questo può accadere solo in un rapporto”.
Siamo in un periodo in cui non solo si fa fatica ad arrivare a fine mese con la propria famiglia. C’è tanta sfiducia generale in tutto, la politica non si capisce dove va, ci si muove dentro a una confusione generale. La crisi ha coinvolto tutti, anche chi se la è sempre passata meglio. Perché qualcuno dovrebbe donare la spesa a qualcun altro? “La proposta che facciamo a tutti è di donare parte della propria spesa a chi ne ha bisogno anche se si è in difficoltà in prima persona. Voglio dire anche che noi non misuriamo mai quanto uno è generoso, se uno regala dieci chili oppure una scatoletta da 80 grammi di tonno. Il gesto che chiediamo è libero ed è indipendente dalla misura. Una volta che uno si è mosso, e qui la mossa è quella di mettere mano al portafogli, vuol dire che c’è una sua risposta alla proposta. Nonostante i tempi difficili c’è un dato: grazie a Qualcuno ogni mattina tutti ci alziamo, ci siamo. Quello di esserci è un dato che non si può fare fuori. Io sono qui grazie a qualcuno che mi vuole qui e se ci sono è perché mi vuole bene. La speranza deriva solo dall’esperienza di bene presente. Ed è in funzione di questo che io oggi posso chiederti di donare qualcosa”.