Confcommercio su delivery in spiaggia: "bagnini livorosi"

Lunedì, 11 Maggio 2020

(Rimini) “Ci siamo stupiti del livore presente nelle parole dei vari concessionari di spiaggia all’idea che il delivery sulla sabbia sia concesso a tutti”, così sottolinea Gaetano Callà, presidente di Fipe-Confcommercio della provincia di Rimini. “Una possibilità che a noi non sembra la soluzione di tutto ma che, se concessa, potrebbe concorrere a soddisfare le diverse esigenze del turista e del cliente in generale. Alla luce delle difficoltà che obiettivamente tutti avremo in questa stagione estiva alle porte, turisti compresi, la consideriamo un’opportunità che andrebbe ad affiancarsi a quei pasti sotto l’ombrellone fortemente voluti da bagnini e risto-bar di spiaggia e concessi con apposita ordinanza comunale da un paio d’anni, ma mai realmente realizzati. Un’idea nata morta, perché andando oltre alle foto di rito, i pasti serviti sotto l’ombrellone si sono contati sulle dita delle mani. I chioschisti hanno dimostrato di non riuscire a servire pasti sotto l’ombrellone in maniera consona e organica, ma allo stesso tempo vogliono vietare che una pizzeria, un ristorante, un gelataio possa portare in spiaggia i prodotti ordinati dal cliente. La concessione però non trasforma la spiaggia in monopolio assoluto”.

La domanda esiste, e probabilmente, ipotizza Callà, “quest’anno ancora di più, ma va creato un servizio adeguato e di qualità. Sempre di più invece la spiaggia sembra voler diventare una mensa privata a cielo aperto, in cui si vorrebbe la moltiplicazione dei coperti o addirittura l'installazione di distributori automatici. Farlo proprio in questo momento di crisi significa non avere a cuore il resto della città: questo tipo di soluzione, che di fatto blinda i turisti H24 tra albergo e spiaggia, rischierebbe infatti di affossare non solo l’intero comparto costiero dei pubblici esercizi, ma anche il commercio che si giova del passaggio delle persone”.

Confcommercio promuove “l’equilibrio e la visione di una stagione particolare, speriamo solo di passaggio, in cui tutte le componenti del nostro turismo riescano a resistere e a traghettarsi fuori dall’emergenza per tornare presto alla normalità delle cose. Scatti in avanti, minacce di carte bollate e paletti non vanno certo nella direzione del massimo dialogo e confronto che auspichiamo. Consapevoli che la ristorazione, come provano studi ed esperti, è insieme alla cultura il primo tra i motivi di scelta di una vacanza in Italia, la nostra priorità è la costruzione di un’offerta turistica appetibile e sicura, che quest’anno garantisca la sopravvivenza di più attività possibili. Siamo pronti a sederci al tavolo, ma non partendo da diktat e imposizioni corporative”.