(Rimini) La decisione della Regione Emilia-Romagna, tramite una recente ordinanza, di utilizzare al 100% i posti a sedere e interrompere così il distanziamento interpersonale sui mezzi di trasporto pubblico, “contrasta con il DPCM dello scorso 11 giugno”. Ne sono convinti i sindacati FIT-CGIL Emilia-Romagna, FIT-CISL Emilia-Romagna, UILTRASPORTI Emilia-Romagna, FAISA-CISAL Emilia-Romagna, UGL AF Emilia-Romagna, FAST Confsal Emilia-Romagna e ORSA Emilia-Romagna,
“Le linee guida di questo decreto disciplinano il settore garantendo il contrasto alla trasmissione e alla diffusione del COVID-19, prevedendo la deroga al distanziamento di un metro con la capienza al 60% e affidando al Ministero dei Trasporti la facoltà di apportare integrazioni o modifiche (dopo aver prima raggiunto un accordo con i soggetti firmatari del “Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid-19”). In assenza dunque di un atto governativo che normi il settore in maniera omogenea in tutto il Paese, riteniamo l’ordinanza regionale in contrasto con i principi assunti a livello nazionale, e che espone passeggeri e personale a un possibile contagio. È quindi più che mai necessario un confronto fin da subito, visto che l’accelerazione della Regione è avvenuta senza il minimo confronto con le parti sociali, in un momento storico per tutto il Paese dove i sindacati hanno avviato un proficuo confronto con tutti i livelli istituzionali, riuscendo a rappresentare le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori”.