(Rimini) Anche in Romagna, sebbene con un trend meno spiccato rispetto alla media nazionale, l'andamento dell'infezione da Covid 19 sta contemplando, nelle ultime settimane, un aumento di incidenza tra la popolazione che, nonostante il 50 per cento circa dei pazienti sia asintomatico o con sintomi lievi, "si ripercuote comunque sulle strutture ospedaliere", ammette la Asl. "Una situazione rispetto alla quale il Piano dinamico a suo tempo predisposto per la gestione ospedaliera prevede il passaggio al terzo livello, detto anche livello rosso, ma sempre con la consueta gradualità di provvedimenti, mirata a contemperare una adeguata gestione dei casi covid con l'erogazione di tutte le prestazioni possibili. Allo stato attuale, infatti, non è prevista sospensione per le attività già programmate, ne' per gli screening. I direttori delle varie strutture valuteranno eventuali contrazioni delle prestazioni da erogare, sia interventi chirurgici sia specialistica ambulatoriale, nelle fasce di minor priorità e vagliando la situazione specialità per specialità", precisano dalla Asl.
Questo consentirà di "dedicare maggiori spazi e personale alla gestione dei pazienti covid. Al fine di limitare ulteriormente la contrazione di prestazioni, l'Azienda è già in contatto con la sanità privata per chiedere ulteriori integrazioni di prestazioni da parte loro". Per quanto riguarda specificamente i posti letto, il passaggio al terzo livello è conseguente all'occupazione di oltre l'80 per cento dei posti di area internistico-pneumologica, e prevede l'attivazione, graduale, di 529 letti dedicati al covid di cui 75 di terapia intensiva.
"Come emerge dal quadro delineato – commenta il direttore sanitario aziendale Mattia Altini – la rete ospedaliera è in grado di fronteggiare un eventuale ulteriore aumento di pazienti che necessitano del ricovero ospedaliero, con accettabili limitazioni sul resto dell'attività sanitaria. Dobbiamo però fare di tutto per cercare di evitare che lo scenario evolva ulteriormente, poiché se ciò dovesse avvenire, saremmo costretti a maggiori limitazioni delle attività sanitarie non legate a Covid, con la riproposizione di conseguenze negative, sulla salute generale, che già stiamo iniziando a verificare a seguito delle restrizioni che si dovettero adottare in occasione della 'prima ondata' dei mesi scorsi. E' perciò di estrema importanza, a questo punto, un impegno forte da parte della popolazione per limitare ogni comportamento a rischio, e seguire con estremo scrupolo le indicazioni normative e di sicurezza".