(Rimini) La pandemia in atto determina dati negativi per il movimento turistico nei primi nove mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2019, complice una prima parte (gennaio e febbraio esclusi) segnata dai decreti restrittivi sui movimenti delle persone e una seconda fase caratterizzata da variabili più soggettive che hanno condizionato negativamente il fenomeno (in primis, la riduzione della capacità di spesa degli italiani e la diminuzione degli spostamenti per timore del contagio). In forte calo, soprattutto, il turismo proveniente dall'estero. I quattro mesi della stagione estiva vedono risultati negativi, anche se agosto e settembre riescono a contenere le perdite.
"L'Organizzazione mondiale del turismo (Omt), che fa capo all'Onu, ha dichiarato che a causa della pandemia di Covid-19 il turismo globale nei primi otto mesi dell'anno, rispetto al 2019, è crollato del 70%. Anche i dati del turismo nei nostri territori, purtroppo, registrano, come previsto, forti diminuzioni degli arrivi e delle presenze, causate prima di tutto dalle restrizioni per il contrasto alla pandemia e poi anche dalle ridotte capacità di spesa delle persone, senza dimenticare la paura del contagio che ha pesantemente condizionato la voglia di mobilità – commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna –. Questa situazione minaccia l'economia e i posti di lavoro, colpendo in primis il settore del turismo in senso lato (attività di alloggio e ristorazione, agenzie di viaggi, cultura, convegnistica, etc.) e con ricadute molto pesanti sull'intera economia territoriale. Si conferma ancora una volta che sui nostri territori, il turismo rappresenta un fattore di grandissima rilevanza per infrastrutture materiali e immateriali, a partire da quelle che migliorano la capacità di apertura e scambio tra sistemi culturali e, di fatto, rendono più competitiva l'offerta locale e l'attrattività dei nostri territori. Dobbiamo proteggere il settore e il lavoro e dobbiamo, parimenti, prepararci per il momento del riavvio e cioè per quando si tornerà alla normalità e riprenderanno gli spostamenti. Ben consapevole di tutto ciò, la nostra Camera ha attivato una linea strategica dedicata al turismo e a tutte le filiere a esso collegate, a monte e a valle".
I dati provvisori relativi al movimento turistico nel periodo gennaio-settembre 2020, per la provincia di Rimini, registrano una forte diminuzione annua degli arrivi del 43,7% (1.933.478 unità) e delle presenze del 43,9% (8.600.003 unità): la clientela straniera è quella che ne risente maggiormente, facendo segnare un -66,1% negli arrivi e un -67,6% nelle presenze, mentre risulta più ridotto il calo del turismo nazionale (-37,6% di arrivi, -36,4% di presenze). Non positivi i risultati dei quattro mesi estivi (giugno-settembre), periodo nel quale si concentra il maggior flusso turistico dell'anno; giugno chiude con un -77,3% di presenze, luglio con -40,3%, mentre, se non altro, agosto e settembre riescono a contenere le perdite (in particolare agosto), facendo segnare, rispettivamente, -16,1% e -28,5% di presenze.
Nel periodo gennaio-settembre 2020 si evidenzia la diminuzione delle presenze in tutti i comuni. Riguardo alle località balneari, a Rimini si assiste a un calo delle presenze del 47,0%, a Riccione del 36,2%, a Bellaria Igea-Marina del 45,3%, a Cattolica del 45,2% e a Misano Adriatico del 42,4%. In diminuzione anche le presenze nei comuni cosiddetti collinari (-45,7%) e negli altri comuni (località dell'Appennino comprese, -33,8%).