INCHIESTA SCARICHI A MARE, LA GUARDIA DI FINANZA SEQUESTRA 56 CARTELLE CLINICHE DEL PRONTO SOCCORSO PEDIATRICO DI RIMINILa verifica è partita da un campione di 300 cartelle su bambini ricoverati tra maggio e agosto e trattenuti per almeno 24 ore. Controlli scatteranno anche sui casi del reparto di oculistica e sulle patologie lamentate da anziani. L'ipotesi di reato è epidemia colposa Fogne, c'è una svolta nell'inchiesta aperta dalla procura di Rimini lo scorso agosto per accertare l'ipotesi di epidemia colposa a carico di ignoti rispetto ai casi di infezione riconducibili da maggio ad agosto scorsi. Ieri, gli uomini del reparto operativo aeronavale della guardia di finanza hanno infatti sequestrato 56 cartelle cliniche al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Infermi. Si è partiti da un campione di 300 casi ricondotto a 56 tenendo conto dei giorni di sversamento in mare delle fogne (mantenendo nel campione i casi fino a 4 giorni dopo la chiusura della paratia), del tipo di patologie subite e del fatto che tutti questi bimbi sono stati trattenuti in osservazione per almeno 24 ore. Il sequestro ha origine dalla relazione del dottor Francesco Toni (direttore del Dipartimento di salute pubblica dell’Ausl) alla procura sul caso della bambina di un anno e mezzo ricoverata per una patologia alle vie respiratorie, in preda ad una forte febbre convulsiva, dopo avere fatto il bagno a Viserba vicino allo sfioratore Turchetta a luglio (la bambina si è ripresa dopo qualche giorno). Il padre aveva presentato un esposto. Dalla relazione di Toni si evince la compatibilità tra il malessere della piccola e i germi provenienti dallo scarico fognario, aperto proprio in quei giorni, a causa di eccessiva pioggia. Le fasi successive dell'indagine, che interesserà anche il reparto di oculistica (per accertare eventuali danni dovuti al contatto dell'acqua del mare con gli occhi) e le patologie riscontrate dagli anziani, prevedono il confronto tra i sintomi dei piccoli pazienti con l'infezione da 'colibatteri' per accertare i casi compatibili. Poi la guardia di finanza verificherà presso le famiglie se i bimbi compatibili si sono ammalati dopo aver fatto il bagno nei giorni degli sversamenti e a che altezza. Affinché scatti l'ipotesi di reato potrebbero bastare tre casi validi. |