CANCELLIERI: “ATTO CORAGGIOSO, PER LA PRIMA VOLTA SI COINVOLGE IL PRIVATO.” ERRANI: “PRESTO LA DIA ANCHE IN EMILIA ROMAGNA”

Lunedì, 05 Marzo 2012

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CANCELLIERI: “ATTO CORAGGIOSO, PER LA PRIMA VOLTA SI COINVOLGE IL PRIVATO.” ERRANI: “PRESTO LA DIA ANCHE IN EMILIA ROMAGNA”


Una visita goduta pienamente quella del ministro dell’Interno a Rimini per la firma del protocollo. Saranno le Prefetture a rilasciare alle imprese le certificazioni antimafia da esibire ai Comuni per lavori da 70mila euro in su. Controlli anche ai privati, soprattutto se richiederanno contributi pubblici per oltre 150mila euro


Firmato da Prefetti e Regione il protocollo anticrimine per l’edilizia. Garante il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri che l’Emilia Romagna la conosce molto bene. “Una regione dall’alta qualità della vita, dai grandi valori, dal tessuto economico solido, che comprende i pericoli dell’andare avanti e che si dà da sé gli strumenti per difendersi”, saluta con grande apertura il ministro.
“Questo protocollo è un atto coraggioso, è un ulteriore passo verso la lotta al crimine perché per la prima volta si va a guardare nel privato. Non era mai successo che si andasse così in fondo e questo chiede il nostro impegno”.


“Qui trovi ragionevolezza e buona amministrazione”, ci ha tenuto a sottolineare il ministro che si è goduto pienamente la visita a Rimini arrivando al Duomo che ha visitato in compagnia del vescovo Francesco Lambiasi e del vescovo emerito Mariano de Nicolò. Poi a piedi fino ai musei comunali passando per la domus del chirurgo, che però era chiusa. Il tutto all’insegna di una cordiale semplicità.
La Cancellieri, chiamata a presiedere alla firma ha subito spostato l’attenzione da sé al giudizio universale (quello della chiesa di Sant’Agostino, conservato nella sala del museo di città che ha ospitato la cerimonia) che i firmatari avevano alle spalle “con gli angeli che salvano e quelli che cacciano via”, anche i mafiosi.


Il duplice obiettivo del protocollo firmato oggi è di accrescere le misure di contrasto ai tentativi di infiltrazione mafiosa nell’edilizia privata (tema caldo vista anche la questione della ricostruzione del post blizzard) e migliorare lo scambio di informazioni tra le amministrazioni pubbliche per favorire azioni di controllo.
“Si verrà a realizzare – fa notare il prefetto Vittorio Saladino - ”un ulteriore momento di proficua ed incisiva collaborazione interistituzionale a tutto vantaggio delle nostre comunità".


Operativamente il protocollo si affida alla “certificazione antimafia”. Saranno le Prefetture a rilasciarle alle imprese che dovranno esibirla per lavori di 70mila euro e più ai Comuni in cui richiedono il permesso di costruire. Per gli importi inferiori sarà sufficiente un’autocertificazione. I controlli antimafia verranno fatti anche nel caso di costruzioni private, se rilevante l’entità economica, ma soprattutto laddove si andranno a richiedere finanziamenti agli enti locali al di sopra dei 150mila euro.


“Obiettivo fondamentale è la lotta al crimine – ha sottolineato il governatore Vasco Errani – problema che da noi esiste (ed è un indicatore delle nostre buone condizioni economiche) e di fronte al quale non vogliamo chiudere gli occhi”. Tema ripreso anche dal sindaco Gnassi che dice di avere la consapevolezza “di essere potenziale terreno d’infiltrazione della criminalità organizzata. Soprattutto in tempi di crisi economica, sociale e del credito. Ospitando questa iniziativa vogliamo indicare alla città che non è tempo di minimizzare, di voltare lo sguardo. E’ ora di agire insieme per tutelare il tessuto economico della nostra comunità”. Anche perché “l’illegalità – spiega Errani – genera concorrenza sleale per le imprese sane”.
Errani annuncia anche l’intenzione di aprire di una sezione regionale della Dia (direzione investigativa antimafia): “Siamo al lavoro – spiega – rispetto alla proposta dell’assemblea legislativa. Un’iniziativa che andrà ad inserirsi tra quelle legate alla sensibilizzazione del territorio alla legalità”.


E’ il presidente della Provincia Stefano Vitali a porre l’accento sul paradosso del protocollo, “atto importantissimo – spiega – con un rischio: quello che di appalti se ne possano dare davvero pochi”, con uno sguardo dunque alla crisi.