Rimini | Lungomare, la riqualificazione secondo gli operatori del porto
Occuperà un’area di 50mila metri quadrati tra piazzale Boscovich e il Grand Hotel, a Rimini. Costerà 29milioni, ma per ora è solo un’idea progettuale. Vi saranno banditi i mezzi a motore. Questa mattina il consorzio degli operatori del porto ha presentato la sua proposta di riqualificazione. L’idea alla base? Buttare giù tutto e rifare. Un colpo di spugna, meglio di mazza, al travertino e alla siepe della passeggiata litoranea.
Ci hanno lavorato tre architetti (Fabio Ferrini, Luca Morganti e Fausto Venturini) e un designer (Michele Giacobbi). “Per ora è un’idea progettuale – precisa in incipit Ferrini nella sala di RiminiVenture ai giardini Fellini – e non un progetto, ma dovesse andare in porto, si può pensare di realizzarlo in un arco di tempo che va dai 15 ai 18 mesi”.
A introdurre la presentazione Lucio Paesani, presidente del consorzio. “Il nostro è un lavoro nostro che esce dagli schemi classici. Abbiamo combattuto i vecchi project non perché non ci piacesse il contenuto, ma a causa del loro approccio non condiviso e della loro mancanza di sguardo a futuro”, ci tiene a precisare.
Nell’idea progettuale, derivata dal parco del mare strategico, troverebbero posto 16 attività commerciali, il verde pubblico crescerebbe dagli attuali 7mila metri a 22mila, il circolo del tennis sarebbe ridimensionato da 12mila a 9.500 metri quadrati, l’area pattinaggio lieviterebbe di mille metri raggiungendo quota 2.200. Anche il delfinario sarebbe rifatto tutto nuovo e passerebbe da mille a 3.500 metri, raddoppierebbero, quasi, gli spazi commerciali, da 4.500 a 9mila metri quadrati.
L’idea, che si ispira a Miami Barcellona New York, paesaggio rurale Santa Cruz, è fatta di un sotto e di un sopra. Sotto 18mila metri quadrati di parcheggi (da 310 a 430 per auto e da 370 a 1.500 per moto e scooter) rigorosamente a vista dal sopra. Sopra di auto nemmeno l’ombra, solo bici, pedoni e a piazzale Boscovich il capolinea del trasporto pubblico, campi sportivi, ristoranti, bar e locali da ballo (che saranno tutti rigorosamente tondi).
Il sotto avrebbe pavimento a 1,50 metri sotto rispetto all’attuale passeggiata, il sopra a 2 metri in su, una verde collina digradante per raggiunge la spiaggia con le spa marine.
“Il metodo che ha portato a questo lavoro – spiega il presidente del forum del Piano strategico, Maurizio Ermeti – è singolare per Rimini. Ci sono dei privati che si consorziano e che così, grazie alla loro maggiore comprensione delle difficoltà, possono affrontare con maggiore forza la competizione internazionale. Adesso e sfide sono due. Una è stata già in parte messa in pratica dagli architetti: il superamento, almeno in parte, della frattura tra la spiaggia e il lungo mare. La seconda è incontrare l’interesse di operatori”.
Per il parco del mare riminese, probabilmente, si apre una fase di consultazioni europee. C’è l’idea di incontrare a Bruxelles i rappresentanti di alcune commissioni, sicuramente Industria e Turismo, per capire se si può collocare questo tipo di progettualità in maniera tale che possa avere un futuro dai punti di vista legislativo e finanziario. C’è, infatti, anche l’idea di partecipare al bando New Horizons.
C’è anche la volontà di capirci un po’ di più di demanio in ambito europeo, di capire che libertà e poteri posseggono in comuni per gli ambiti di loro competenza, e magari anche di capire se una realtà diretta in futuro verso l’idea del consorzio RiminiPorto potrà portare non solo una ventata d’aria fresca sotto l’aspetto economico, ma anche conferire alla spiaggia di Rimini peculiarità tali da offrirle una possibilità di essere liberata dalle catene della direttiva servizi.