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12 2012 | Rimini | Lavoro, Cgil: Disoccupazione femminile al 12 per cento (il doppio rispetto a tasso regionale)

Mercoledì, 12 Dicembre 2012

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Rimini | Lavoro, Cgil: Disoccupazione femminile al 12 per cento (il doppio rispetto a tasso regionale)


“Il quadro che, nel 2011, si presenta alla nostra attenzione, riguardo al ricorso agli ammortizzatori sociali nel territorio provinciale è, dunque, assai critico, a conferma di un sistema produttivo locale, e non solo, che continua a soffrire per la recessione economica in atto e dalla quale non sembrano intravedersi chiare vie di uscita”, è quanto la Cgil desume dai dati dell’osservatorio annuale del mercato del lavoro a Rimini.


Le imprese. Nel 2011 si registra un aumento dello 0,6 per cento rispetto al 2010 (pari a +231 imprese), che porta a 35.949 le imprese attive in provincia di Rimini. Nell’ambito della nuova Provincia di Romagna, solo Rimini mostra un incremento di imprese attive, mentre Forlì-Cesena fa segnare una diminuzione dello 0,2 per cento di imprese, rispetto al 2010, e Ravenna dello 0,4 per cento. Si conferma la forte vocazione terziaria. Nel 2011 il 67,5 per cento delle imprese attive rientra nei servizi (il settore conta 24.254 imprese), in crescita dell’1,4 per cento rispetto al 2010. Nell’ambito dei servizi, una quota assai significativa di imprese – il 39 per cento – opera nel commercio (che rappresenta oltre un quarto del totale delle imprese), seguito dalle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (pari a circa il 20 per cento del settore terziario). Al contrario, sia il settore primario che quello secondario mostrano complessivamente nel 2011 una riduzione delle imprese attive.


Il mercato del lavoro locale e l’aumento dello svantaggio delle donne. Nel 2011 si verifica un positivo incremento del numero degli occupati (+3.703 unità rispetto al 2010), in linea con l’aumento registrato anche in Emilia Romagna, e in controtendenza con la diminuzione registrata a Rimini nel 2010. L’aumento dell’occupazione è da attribuirsi in gran parte all’incremento di occupati nel settore terziario e, nello specifico, di lavoratori autonomi. Però si assiste anche ad un aumento delle persone in cerca di occupazione (+723 unità rispetto al 2010) che, al contrario, nell’ultimo anno in regione diminuiscono. Inoltre, nel 2011 il tasso di disoccupazione provinciale continua ad aumentare e sale al 8 per cento, confermandosi il valore più alto dell’intera regione, la quale – sempre nel 2011 – mostra invece un calo complessivo di tale tasso nel corso dell’anno (pari a 5,3 per cento). Ma, come in passato, è la crescita del tasso di disoccupazione femminile, che raggiunge quota 12,1 per cento e costituisce quasi il doppio del dato regionale (pari a 6,2 per cento), a distanziare, sempre più, la provincia di Rimini dal resto della regione. Anche riguardo l’andamento dell’occupazione provinciale, nel 2011 va segnalata la contrazione dell’occupazione femminile (-1 per cento rispetto al 2010), pari a 54,2 per cento, decisamente inferiore alla media regionale (60,9 per cento). Nel 2011 si aggrava dunque la disoccupazione femminile e si conferma la penalizzazione della componente femminile nel mercato del lavoro riminese. Al contrario, nell’ultimo anno si assiste ad una significativa crescita del tasso di occupazione maschile (+3 per cento rispetto al 2010). I lavoratori stranieri provenienti dai paesi dell’Unione Europea crescono dell’1,2 per cento (rispetto al 2010) e quelli provenienti da Paesi al di fuori dell’UE del 2,1 per cento. Diminuisce invece l’occupazione di lavoratori italiani (-3,3 per cento nell’ultimo anno).


Aumentano inoltre gli avviamenti al lavoro ma precari. Continua a crescere il numero di avviamenti con contratto a tempo determinato (+6,8 per cento rispetto al 2010), che costituiscono ormai i due terzi (pari a 73.349 avviamenti) del totale degli avviamenti, mentre prosegue la tendenza alla diminuzione degli avviamenti con contratto a tempo indeterminato, pari appena al 6,4 per cento del totale (-9,4 per cento rispetto al 2010), in continuo calo dal 2009.


Il ricorso agli ammortizzatori sociali nella fase recessiva. Dopo che nel 2010 le ore di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga) richieste dalle imprese e autorizzate dall’Inps in provincia di Rimini avevano raggiunto un livello record (oltre 7 milioni 700mila ore, con un aumento di quasi il 140 per cento rispetto al 2009), nel 2011 assistiamo ad un calo delle ore autorizzate (-9 per cento), che si attestano a quota 7.028.497*, un dato seppur in diminuzione comunque ancora assai elevato. L’industria meccanica si conferma l’area produttiva verso la quale si concentrano i maggiori interventi di integrazione salariale (con quasi 2 milioni 300mila ore), ma rispetto all’anno precedente va registrata una forte riduzione (-30 per cento di ore autorizzate). L’abbigliamento, invece, con più di 1.642.000 ore di cassa integrazione, continua a far registrare, dal 2008 ad oggi, incrementi consistenti anche nel 2011 (+112 per cento), così come l’edilizia (+31 per cento rispetto al 2010) con oltre 663mila ore autorizzate. Nel terziario, in controtendenza con quanto verificatosi nel 2010, si riducono significativamente le ore di cassa integrazione: nel commercio (-15 per cento) ma soprattutto nelle altre attività dei servizi (-93,6 per cento rispetto al 2010).


La cassa ordinaria scende al 12,9 per cento sul totale delle ore autorizzate, in linea con quanto accade a livello regionale e nazionale. Prosegue invece la crescita della cassa straordinaria con oltre 2 milioni 200 mila ore (pari al 31,3 per cento del totale), mentre in Emilia-Romagna e nel Paese si assiste all'opposto ad una diminuzione del ricorso alla CIGS. Si riduce poi il ricorso alla cassa in deroga (oltre 3 milioni 900 mila ore autorizzate, pari al 55,7 per cento delle ore di cassa integrazione), dopo l’esplosione registrata nel 2010.


Le tendenze demografiche e il rallentamento dei flussi migratori. Nel 2011 si è registrato un incremento – seppure lieve – del numero dei residenti rispetto all’anno precedente (+0,9 per cento), residenti che ammontano a 332.070 unità (51,7 per cento femmine e 48,3 per cento maschi). Nel corso dell’ultimo decennio, dal 2001 al 2011, la popolazione provinciale complessiva è aumentata del 19,8 per cento, molto più della media dell’intera Regione (+10,5 per cento). La provincia di Rimini è ancora una delle province più “giovani” della Regione, grazie soprattutto al contributo proveniente nell’ultimo decennio dall’immigrazione straniera, collocandosi al secondo posto nella classifica regionale, subito dietro Reggio Emilia. Anche nel 2011 il numero degli stranieri residenti in provincia di Rimini è in crescita, giungendo per la prima volta a costituire il 10,5 per cento della popolazione residente (+5,4 per cento rispetto al 2010). Il distretto di Rimini si conferma essere più attrattivo per i residenti stranieri (con il 10,8 per cento di presenze straniere sul totale dei residenti) rispetto a quello di Riccione (9,9 per cento). I tre quarti degli immigrati (il 75 per cento) risiedono nei Comuni dell’area costiera (Rimini, Riccione, Bellaria-Igea Marina, Misano Adriatico e Cattolica) che di fatto offrono maggiori opportunità lavorative, e quasi la metà del totale degli stranieri residenti in provincia abita nel Comune capoluogo. Le comunità più numerose sono quelle provenienti dai paesi dell’Europa dell’Est e, in particolare, dall’Albania (23,5 per cento del totale di stranieri), dalla Romania (13,9 per cento) e dall’Ucraina (11 per cento). Di queste tre comunità, è quella rumena a far registrare la variazione percentuale più alta nell’ultimo anno (+10,1 per cento), seguita dall’Ucraina (+8,9 per cento) e, a distanza, dall’Albania (+2 per cento) che però resta il Paese straniero più rappresentato in provincia con 8.183 unità (52,8 per cento maschi, 47,2 per cento femmine).


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