L’associazione ‘Basta plastica in mare’, con una lettera aperta (in allegato), torna a chiedere il ritiro del progetto di un parco eolico lungo la costa riminese presentato dalla società Energia Wind 2020. Chiede anche l'istituzione di un comitato misto pubblico-privato di esperti per quantificare la produzione di energia necessaria al territorio (e non solo) e valutare e programmare le azioni conseguenti. Lo ha fatto oggi, in video conferenza con uno dei progettisti dell’impianto, l’architetto Giovanni Selano. Lo ha fatto dopo che tutte le istituzioni locali e regionali si sono espresse in maniera contraria alla realizzazione del progetto.
Tuttavia, alla richiesta diretta del presidente di Bpim, Manuela Fabbri, Selano, anch’egli esponente di associazioni ambientaliste, ha parlato di “cortocircuito”.
Prima di ogni progetto, “noi facciamo degli incontri (ci sono le registrazioni)”, ha spiegato. “In quell’occasione, il comune di Rimini nella persona dell’assessore Anna Montini, la Regione Emilia Romagna con la Zamboni e un altro esponente, la provincia di Rimini, e tutta una serie di soggetti, dissero che a loro il progetto andava bene purché stesse fuori dalle cinque miglia. Su questa scorta abbiamo preparato un’ipotesi”.
Quindi “non è del tutto vero che il territorio si è espresso negativamente. Il territorio si è espresso negativamente perché ha lanciato la palla avanti, facendo una serie di considerazioni di natura ambientale che noi non abbiamo neanche potuto contraddire più di tanto perché questa fase del procedimento non ce lo consentiva. Ha quindi prevalso il principio estremo di precauzione”.
Tuttavia da questa fase iniziale “non sono venuti fuori elementi tecnici ostativi”, sottolinea l’architetto. Per questo “potremo passare alla fase della valutazione d’impatto ambientale”. Nell'ambito della Via "c'è la possibilità di ragionare su localizzazione, quantità e tutto il resto. Il progetto non è versus qualcosa, può essere migliorato, allontanato”, spiega.
L'associazione ambientalista però è decisa a tirare diritto.“Non può essere una singola iniziativa a fare da panacea alle esigenze energetiche di un’area come quella di Rimini. Vogliamo puntare su una riconversione energetica locale e su un piano energetico che siano davvero ambiziosi”, ha sottolineato il vicepresidente di Basta plastica in mare Edoardo Carminucci.
"Si deve tenere in considerazione ciò che il territorio ha deciso", servono rinnovabili "compatibili con le sue vocazioni”, rincara il presidente Manuela Fabbri. Ecco perché se il progetto va alla Via "ci opporremo in tutte le sedi e diventerà più costo per tutti", avverte Fabbri. "Siamo per le rinnovabili, ma questo impianto non è compatibile con il nostro mare e con la pianificazione energetica territoriale", le fa eco l'architetto Marco Zaoli, coordinatore della summer school con protagonista proprio il mare che verrà organizzata dall'associazione questa estate.