(Rimini) "E’ con grande senso di responsabilità che la medicina di famiglia risponde convinta alla possibilità di scendere in campo per assumere un ruolo importante nella campagna vaccinale che si sta approntando in tutto il paese contro il nemico comune". Cosi la federazione regionale dei medici di medicina generale. "L’essere riferimento costante per i nostri assistiti, essere i principali attori nelle vaccinazioni stagionali e in tutte le azioni di prevenzione ha portato la cittadinanza ad esplicitare quotidianamente la richiesta di un nostro coinvolgimento".
"Prendiamo atto dei problemi tecnici che hanno ritardato l’azione e suggerito procedure alternative, ma abbiamo la certezza che con i dovuti sostegni tutti gli ostacoli potranno essere superati, tutto il Sistema Sanitario Regionale deve muoversi come un’unica macchina con un medesimo fine: la massima copertura immunitaria possibile nel minore tempo possibile. Ed è a questo risultato che la Medicina generale può certamente contribuire". Non è il momento "di rivendicazioni di ruolo o di atteggiamenti risentiti. E’ il momento dei fatti ed a questo ci dobbiamo attenere. Siamo pronti ad adattare i modi, i tempi e i luoghi della professione per soddisfare i criteri di funzionalità e tempestività nella erogazione dei vaccini, abbiamo, quindi, in questi giorni chiesto all’Assessore alla sanità della Regione Emilia Romagna, che questo impegno venga valutato, riconosciuto ed utilizzato".
Proprio per questo "abbiamo manifestato all’Assessore la necessità di completare rapidamente le vaccinazioni rivolte a tutti i soggetti impegnati come collaboratori amministrativi dei medici di medicina generale, molti dei quali sono rimasti ancora ed incomprensibilmente non protetti dalla vaccinazione COVID 19, pur essendo in quotidiano contatto coi pazienti. La capillarità sul territorio degli studi dei medici di medicina generale e le strutture associative esistenti rende superflua la realizzazione e l’utilizzo di costose strutture in policarbonato, le così dette “Primule”, delle quali non abbiamo ancora visto neppure le fondamenta. Non possiamo non ricordare che nella recente campagna anti influenzale la medicina generale dell’Emilia Romagna è stata in grado di erogare circa venticinquemila vaccini al giorno".
Queste "dimostrate" potenzialità "non possono essere trascurate, proprio quando diventa necessario un cambio di passo per salvare l’Italia. Se, come auspichiamo, vi saranno le dosi sufficienti per raggiungere rapidamente l’agognata immunità di gregge, non possiamo pensare di poter trascurare l’opportunità di concludere la campagna in tempi brevissimi, già entro l’estate. Se sarà coinvolta la medicina generale, se vi saranno i supporti organizzativi di cui abbiamo bisogno, potremo rapidamente raggiungere tutti i soggetti più fragili, anche quelli non conosciuti come tali dall’organizzazione del Servizio sanitario regionale. Se avremo, nei nostri studi, i supporti necessari e dosi disponibili di vaccino, in virtù del rapporto di fiducia con i nostri assistiti, saremo in grado di dare un decisivo contributo alla non scontata, ma indispensabile ricerca di un consenso diffuso verso la vaccinazione. Quello per cui non siamo disponibili è di esser relegati, da un’organizzazione che volesse escluderci, a compilar scartoffie".