Rimini | Fermare il declino, un riminese in lista
C’è un candidato riminese in decima posizione nella lista regionale di Fermare il declino. Lui è Marco Rossi ed è il referente del circolo Cavour di Rimini, primi passi mossi in ottobre, del movimento che ha tra i fondatori Oscar Giannino, capolista per la Camera in Emilia Romagna. Ci tiene a precisare che “i primi posti in lista sono riservati alla punta di diamante del movimento: fondatori e persone di grande esperienza nella società civile che hanno partecipato all'organizzazione del movimento fin dai primi giorni”.
Rossi ha 32 anni, fa il consulente direzionale, promotore di Fare per Fermare il Declino nella provincia. “Avremmo voluto fare le primarie – dice – ma l’accelerazione delle dinamiche elettorali lo ha reso impossibile. Abbiamo proposto chi è stato indicato dalla base degli aderenti”. Da domani dal banchetto su corso d’Augusto (di fronte alla Bnl) Rossi inizierà a raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni, dalle 10,30 alle 13,30 e dalle 16,30 alle 18,30.
“A Rimini e provincia – racconta – abbiamo un buon riscontro di militanti e non solo simpatizzanti. A fronte di una ventina di persone attive e operative ai banchetti e alla distribuzione dei volantini nelle buchette della posta, ci sono localmente oltre 200 simpatizzanti che hanno sottoscritto pubblicamente il manifesto e il programma (http://www.fermareildeclino.it/adesioni)”. Adesso che la sfida si avvicina “abbiamo intenzione di accelerare la nostra azione e accrescere questi numeri. Abbiamo aderenti anche a Riccione e in alcuni paesi dell’entroterra da Verucchio a San Giovanni in Marignano. Nei prossimi giorni vorremmo iniziare a essere presenti e visibili a Bellaria e intensificare la nostra presenza su Riccione”.
Del rapporto interrotto con Italia futura dice che, “dopo la loro convergenza in estate sui nostri dieci punti in programma, a un certo punto loro si sono avvicinati ad altre realtà tipo Cisl e tipo le Acli, ma soprattutto a fini e Casini. E’ stato in quel punto che Italia futura non difeso nella piattaforma comune il nostro programma e noi non ci siamo stati più. Siamo qui per il nostro programma, altrimenti faremmo altro”.