Rimini | Panciroli, Galvani: Dimissioni atto dovuto
Il fronte trasversale degli ingroiani in consiglio comunale continua a battere sul dente RiminiTerme. Ieri il consigliere di Sel Fabio Pazzaglia ha lanciato il sasso, dopo giorni di silenzio da parte del sindaco su un’interrogazione, chiedendo di verificare la veridicità di due condanne per corruzione subite dal presidente della partecipata al 5 per cento, Giovanni Panciroli, e nel caso di sfiduciarlo chiedendone le dimissioni. Oggi anche Savio Galvani della Federazione della sinistra entra nel merito della vicenda.
“Apprendere la situazione dalle notizie di stampa che esiste un caso Panciroli delle dimensioni descritte, ci lascia semplicemente allibiti”, dice Galvani. “Se i fatti – dice – non erano noti ai soci di RiminiTerme, al tempo in cui venne affidato l'incarico, è opportuno ora provvedere e pretendere la remissione del mandato. Se, invece, come sembra più probabile dalle dichiarazioni, i fatti erano noti, ci sembra un antefatto gravissimo. Si paleserebbe, infatti, una deliberata volontà di sorvolare su fattori rilevanti nella gestione di una società partecipata”.
Considerando che “non si tratta di indagini in corso, ma di giudizi di merito già emessi”, pur non mettendo “in discussione il principio di presunzione di innocenza”, ma con “l’obiettivo di tutelare al meglio l'interesse pubblico”, Galvani chiede le dimissioni. “Un atto dovuto, un atto che rivendichiamo con determinazione; ma quello che è evidente a tutti è anche la necessità di modificare radicalmente la modalità di affidamento degli incarichi e di esercitare meglio la funzione di controllo”.