(Rimini) E' di poche settimane l'approvazione da parte della Giunta regionale dell'Emilia Romagna del progetto di legge in materia di agricoltura sociale, strumento che nasce con l'obiettivo di favorire nuove opportunità occupazionali e di reddito delle imprese agricole, valorizzandone anche l'aspetto inclusivo. La proposta regionale dà seguito alla Legge 141 del 2015, che per la prima volta ha dato una definizione di agricoltura sociale, riconoscendone il suo aspetto multifunzionale e il valore legato alla partecipazione non solo delle imprese agricole e degli utenti (soggetti svantaggiati), ma anche degli enti pubblici, delle cooperative sociali, dei consumatori. "E non sono pochi in regione, così come nelle realtà riminese, i soggetti e le realtà da anni impegnati in progetti che poggiano su valori come sostenibilità territoriale e inclusione e che attendevano una disciplina puntuale che non solo potesse garantire un quadro normativo certo in cui muoversi, ma soprattutto che riconoscesse l'impatto innovativo e il grande potenziale in termini di servizi per il territorio e di risposte ai bisogni della comunità che l'agricoltura sociale porta con sé", rileva l'assessore Francesca Mattei.
Due sono gli aspetti chiave di questo progetto di legge. "Il primo passaggio chiave riguarda l'istituzione di un elenco regionale delle fattorie sociali, per riconoscere ufficialmente le attività agricole sociali della regione e che possa rappresentare anche una base per raccogliere dati, fare rete tra enti e i soggetti coinvolti, comprendere lo scenario e soprattutto sviluppare progettualità. Il secondo aspetto chiave ruota invece intorno al ruolo attivo dell'Amministrazione comunale: la norma infatti prevede che sia il Comune ad autorizzare l'istituzione di una nuova cooperativa o di un'azienda che si occupi di agricoltura sociale, così come sarà compito del Comune vigilare sul mantenimento dei requisiti necessari. Alla Regione spetterà invece il sostegno nella formazione di nuove realtà di agricoltura sociale, sia di tipo formativo e comunicativo, sia un supporto economico per favorire investimenti o interventi strutturali".
L'agricoltura sociale "è un ambito ancora da esplorare (i progetti di agricoltura sociale in regione già attivi sono una cinquantina) per le molteplici opportunità che questo campo offre. Può rappresentare una prima risposta alla crisi del settore agricolo, dando nuova centralità al contesto rurale che ha gradualmente perso valore negli anni e stimolando la modernizzazione delle imprese agricole, attraverso il rinnovamento di locali e strutture. Così come può rispondere alle difficoltà del terzo settore, colonna portante del nostro welfare e che nel nostro territorio può vantare realtà con lunga tradizione e altamente qualificate, rappresentando una grande risorsa per la nostra comunità. A Rimini sono già diverse, ne stimo una decina, le esperienze proposte da associazioni, enti o cooperative che costruiscono percorsi di inclusione sociale legati al lavoro con la terra, con gli animali, con il verde e con i prodotti della natura. C'è quindi una base di operatori, sia del campo agricolo sia del sociale, fortemente interessata a dare vita a progetti dove le nuove opportunità di reddito per le imprese possano viaggiare di pari passo con la promozione del benessere della comunità. Il vantaggio dell'agricoltura sociale è proprio questo: combinare due settori apparentemente molto distanti, ma che hanno un grande potenziale di sviluppo se si indirizzano nella stessa direzione e con la stessa mission".