(Rimini) ’Basta merda in mare’ e ‘Rimini autismo’ sono le due associazioni che hanno rivevuto al teatro Galli il Sisismondo d’oro, l’onorificenza cittadina attribuita al valore orale di cittadini e gruppi di cittadini “che abbiano onorato con la propria attività la Città di Rimini”.
“Una parolaccia nell’albo d’oro del comune, chi l’avrebbe mai detto!” ha commentato l’attuale presidente presidente di Bmim Luca Randi, fondatore insieme a Sergio Giordano, allo scomparso Aleardo Cingolani e a tanti attivisti. “Per il nostro nome siamo stati anche oggetto di studia da parte del linguista Vito Tartamella. Un “primato” linguistico, quello di Basta merda in mare che è servito a puntare i riflettori senza giri di parole sul problema degli scarichi fognari in mare e ha contribuito alla risoluzione, attraverso l’incontro con l’ex sindaco Andrea Gnassi e la svolta data al piano per la salvaguardia della balneazione. Un modello di protagnismo civico che negli anni è stato esportato anche in altre città italiane alle prese con la stessa problematica. “Siamo sicuri che senza quella provocazione lessicale e sostanziale, la classe dirigente riminese tutta avrebbe abbracciato quella sfida?”, è la domanda che si fa al propostito il sidnaco Jamil Sadegholvaad nel suo discorso iniziale.
Tre le motivazioni che sono valse il riconoscimento a Bmim. La prima proprio di carattere linguistico, per avere cioè “posto al centro della propria ‘ragione sociale’ l’urgenza del tema ambientale e della salute del mare, recuperandolo dalla marginalizzazione cui era stato sin lì costretto e facendolo diventare protagonista del dibattito pubblico”. C’è poi l’intuizione in tempi non sospetti di una questione che sarebbe esplosa nei decenni successivi, e quindi “per avere avviato, in tempi pionieristici, un modello di partecipazione alimentato dalla coscienza civile e dall’amore per la Città, in relazione con la comunità e capace di individuare strade innovative per giungere all’obiettivo”. Infine, la capacità di esportare un sistema e quindi “per la scelta di continuare il proprio cammino, con lo stesso fine e con le medesime modalità informative e propositive, uscendo dai confini locali e quindi diventando punto di riferimento per una decisiva questione ambientale che riguarda l’Italia intera”. “In questo caso, Rimini è arrivata prima”, sottolinea con orgoglio il presidente Randi che riceve il premio da Sadegholvaad e dalla presidentessa del consiglio comunale Giulia Corazzi.
Subito dopo tocca a Rimini autismo. “Rimini è fatta 150 mila abitanti, 150 mila storie da raccontare”, ricorda Sadegholvaad. “Tra queste, vi racconto quanto riferitomi tempo fa da uno dei genitori, uno di questi magnifici genitori che compongono l’universo di Rimini Autismo: il figlio è riuscito a uscire dall’isolamento di casa propria, grazie alla rete sociale e di volontariato cittadina, accumulando quelle relazioni che adesso al mattino lo portano a essere riconosciuto e accolto da tanti ‘buongiorno’ nel tragitto quotidiano per strada. Quei saluti vogliono dire tanto: vogliono dire “tu sei parte di questa comunità, sei parte della nostra forza, sei parte di noi”. E’ una straordinaria gratificazione per il ragazzo e allo stesso tempo per il genitore”. A ricevere il premio da Sadegholvaad e dalla vicesindaca Chiara Bellini è la presidentessa di Rimini autismo, Chiara Urbinati, che lo condivide con le famiglie e i ragazzi dell’associazione in platea. “La nostra - spiega - è stata una rivoluzione culturale, un lavoro focalizzato sull’abbattimento di stereotipi”. Perché le famiglie e i ragazzi autistici non “fossero lasciati soli” e potessero “vivere con serenità la quotidianità” era necessaria un’azione di sensibilizzazione per una città “più inclusiva”. “Noi facciamo la nostra piccola parte”, spiega Urbinati.
Tre le motivazioni del riconoscimento anche a Rimini autismo. Per avere “ideato, organizzato e continuamente accresciuto, un originale esempio di partecipazione civica e volontariato, incentrato sul valore della persona, sull’amore totale e sulla piena fiducia, donati alle famiglie dalle famiglie stesse”. Per “avere contribuito a far crescere sul territorio una cultura sull’autismo, attraverso un coinvolgimento fatto di continue relazioni e iniziative, condotte con il solo fine di sostenere le capacità, l’integrazione, i diritti di tante ragazze e ragazzi”. Per avere “sensibilizzato la Città e il territorio su un argomento ancora poco conosciuto e su un problema che spesso lasciava sole le famiglie ad affrontarlo, portando il tema su un piano di positiva concretezza, grazie a un prezioso spirito di comunità e di mutua solidarietà”.