(Rimini) Al 31 dicembre 2021 ammonta a 150.195 la popolazione riminese. Nonostante il lieve calo rispetto all’anno precedente (-0,3 per cento), si resta sopra la soglia dei 150mila abitanti, superata per la prima volta nel 2018. L’ex quartiere 5 si conferma come il più abitato con 33.238 residenti. L’età media della popolazione nel 2021 è di 46,23 anni, 2 in più rispetto al 2011. Attualmente, a Rimini, risiedono circa 197 persone con più di 65 anni ogni 100 riminesi under 14. Al 31 dicembre erano 57 gli ultracentenari, di cui 51 donne e 6 uomini. La più longeva una donna di 107 anni.
Mai così pochi nati dal 1935 ad oggi, ma diminuiscono significativamente i decessi, meno 237 rispetto al 2020.Ad influire sulla tendenza demografica negativa è il progressivo calo delle nascite, che fa registrare il valore più basso nella serie statistica dal 1935 ad oggi: nel 2021 nel Comune di Rimini sono nati 925 bambini (-97 rispetto al 2020, -9,50%), superando il record negativo segnato nel 1987 quando ci furono 963 nuovi nati, l’unico anno in cui si scese sotto quota mille. Dieci anni fa, nel 2011, le nascite furono 1.280. La curiosità: i nomi più diffusi tra i nuovi nati sono Sofia e Leonardo.
A controbilanciare il calo della natalità è l’inversione di tendenza rispetto al numero dei decessi, dopo un 2020 su cui si sono fatti sentire drammaticamente gli effetti della pandemia. Nel 2021 i decessi sono stati 1.714, il 12% in meno rispetto all’anno precedente quando i morti furono 1951. Un dato incoraggiante, che nel secondo anno di emergenza sanitaria indica una ripresa verso valori in linea con un andamento statistico “ordinario”. Nel 2021 infatti il saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) resta negativo, ma in rialzo rispetto al 2020, facendo registrare un valore di –789 unità (era di -929 del 2020).
Il saldo migratorio è positivo (+302 unità), ma in evidente calo rispetto al 2020, quando era di 774 unità (-61%). Sono in diminuzione, infatti, le persone che hanno spostato la propria residenza nel Comune di Rimini, dai 3.924 del 2020 ai 3.709 del 2021 (-5,47%) e allo stesso tempo sono in aumento le persone che lasciano Rimini, da 3.150 a 3.407 (+8,15%). La maggioranza di coloro che hanno preso la residenza a Rimini è rappresentata da cittadini italiani (2.412): in pratica 13 su 20 immigrati, di cui 102 che rientrano dall’estero per ristabilirsi a Rimini. Sono 31 i cittadini provenienti dalla Repubblica di San Marino.
Gli immigrati con cittadinanza straniera sono 1.294, il 35% degli ingressi totali. Solo un quinto dell’immigrazione arriva dall’estero: 4 nuovi residenti su 5 provengono quindi da altri comuni italiani, in particolare dalla nostra stessa provincia con 989 arrivi (26,66%) e 546 dalla nostra Regione. I principali comuni di provenienza all’interno della Provincia sono Santarcangelo (212), Riccione (167), Coriano (149).
Le emigrazioni totali sono 3.150: la destinazione prevalente (71,5%) rimane l’Italia con 2.437 uscite (+46), in calo le emigrazioni verso l’Unione Europea (174, -41) e verso destinazioni extra UE (268, -72). Si rileva un aumento delle emigrazioni verso San Marino con 80 unità (+29) mentre sono più che dimezzate quelle verso il Regno Unito, 59 (-69), così come sono in netto calo quelle verso la Francia con 14 (- 29 rispetto al 2020). Sul totale delle emigrazioni, i cittadini italiani in uscita sono 2.324, di cui 1.970 si spostano principalmente verso mete italiane e 71 verso San Marino.
In calo la popolazione straniera, che al 31 dicembre 2021 contava 19.985 residenti (-295 unità rispetto al 2020) e che rappresenta il 13,26% della popolazione totale di Rimini. La percentuale di minori stranieri è del 14,51% sul totale della fascia d’età (3.233), mentre le donne sono la maggioranza (11.221 contro 8.764 uomini). Gli stranieri contribuiscono per un 17,4% alla natalità del nostro comune. Il rapporto è di circa 2 stranieri residenti ogni 15 residenti totali e di circa 2 nascite di stranieri per ogni 11 nascite complessive. Sono invece 2.704 gli stranieri residenti nati in Italia, di cui 226 maggiorenni e 2.478 minorenni.
I cambi di indirizzo avvenuti all’interno del territorio comunale, che registrano il livello di mobilità cittadina, sono pari a 5.460 mentre sono 59.157 (quasi il 40%) i cittadini che risiedono a Rimini costantemente sin dalla nascita.
Ancora in aumento il numero delle famiglie: sono 68.009, con un incremento di 418 nuclei rispetto al 2020 e di 5.068 nuclei rispetto a dieci anni fa. Segno più per tutti gli indicatori: crescono le famiglie italiane (57.568 nuclei +266), le famiglie di cittadini stranieri (6.948, +73), le famiglie con cittadinanza mista italiana e straniera (3.493, +79). Da segnalare la presenza di numerose coabitazioni tra famiglie, con 10.321 nuclei (il 15% del totale) coinvolti in residenze multiple nello stesso alloggio.
La maggioranza delle famiglie (38%) è composta da una singola persona, in aumento di 522 unità rispetto al 2020, con prevalenza della componente femminile (14.646 unità contro le 11.214 maschili), legato alla maggiore longevità delle donne rispetto agli uomini. La circoscrizione che vede una maggior presenza di famiglie unipersonali over 65 è il quartiere 5, ma, in termini relativi, la concentrazione percentuale maggiore si trova nel quartiere 1.
Dopo la battuta d’arresto causa pandemia, sono riprese le celebrazioni dei matrimoni: nel 2021 i riti sono stati 391 (+128), di cui 246 (+56) quelli civili e 145 (+72) quelli religiosi. Sessanta i matrimoni celebrati a Rimini con sposi non residenti. Si abbassa l’età media di chi decide di convolare a nozze: 37,92 anni (-1,58) per la sposa, 41,34 (-2,23) per lo sposo, mentre è di 29,97 la durata media in anni dei matrimoni in corso.
“Più matrimoni e meno morti. Anche nella nostra città – è il commento dell’assessora alla Statistica Anna Montini - i dati sui decessi del 2021 mostrano un netto miglioramento rispetto alla situazione del 2020, anno tristemente caratterizzato dalla prima e dalla seconda ondata pandemica da Covid-19. Diminuiscono nettamente, infatti, le persone decedute nelle fasce di età più colpite dal virus – 60-69, 70-79, 80-89 e 90-99 anni – rispetto all’anno precedente, e tornano quasi in linea con l’andamento pre-pandemico rilevato dalla media 2015-2019. Un chiaro segnale che i vaccini e le modalità di cura hanno portato risultati più che efficaci nella comunità. La pandemia lascia però qualche altro effetto nella contabilità demografica: mai così basso è stato il numero dei nuovi nati dal dopoguerra ad oggi, chiaro segnale della preoccupazione delle nostre coppie ma, al contempo, rifiorisce, crescendo notevolmente rispetto all’anno precedente, il numero dei matrimoni celebrati nel 2021 accompagnato positivamente dalle riprese possibilità di festeggiare gli eventi con famiglia ed amici. Finalmente si riparte.”