(Rimini) “Non ci resta tempo per curare i nostri pazienti, che non sono solo malati di covid o solo quelli malati di covid”. E’ il succo della denuncia dei 90 tra medici di medicina generale e pediatri che hanno firmato una lettera indirizzata alle istituzioni e ai cittadini per spiegare le condizioni di lavoro. “Immaginate di essere in una guerra sanguinosa e di avere a disposizione un reggimento di Alpini addestrati alla battaglia. Immaginate di chiuderli in un ufficio per giorni, settimane, mesi, a fare fotocopie”, sintetizza la lettera che vuole essere un passo per chiedere un confronto con le istituzioni sanitarie e arrivare a una modifica dei protocolli per la gestione dei pazienti con covid.
La situazione è allo stremo. “L’altro giorno una mia paziente mi ha detto: ho male a un piede ma non sono venuta da lei dottoressa, è già tanto indaffarata con la burocrazia”, racconta Micaela Mancini. “Il problema del ritardo delle diagnosi - ribadiscono in più di uno tra i colleghi e le colleghe - sta diventando serio”. Tra l’altro, “sono sempre più punghi i tempi di attesa per gli esami diagnostici”, aggiunge Lorelay Bianconi. Tanto che si sta arrivando alla cronicizzazione di patologie che potrebbero invece essere curate se prese nei tempi corretti, spiegano.
“Non deve più accadere. Chiediamo un confronto con le autorità sanitarie e politiche che ci permetta di gestire una pandemia superando la logica dell’emergenza”, ribadisce con forza Giulia Grossi. Le ondate delle varianti che si sono succedute, del resto, “sono tutte state previste”, sottolinea Pietro Pesaresi. Nel riminese, ribadisce, “abbiamo il più alto tasso di contagi in Italia: 29.619casi ogni 100mila abitanti da inizio pandemia”. Così come nel riminese resta il più alto numero di vaccinati e qualche medico, come Melchisede Bartolomei, ha perso pazienti che aveva in cura da 40 anni dopo aver consigliato loro di immunizzarsi.
“E in tutta questa storia - interviene Mirco Ripa - siamo considerati dei fannulloni irreperibili, mentre in verità ognuno di noi da inizio pandemia ha curato almeno 500 pazienti covid. Siamo stanchi e arrabbiati”. Nell’agenda di Erica Francese, per fare un esempio “oggi sono 90 i pazienti covid da monitorare: il tempoper ilr esto è molto poco”. Chiosa Corrado Paolizzi: “Che medico vuoi, quello che ti scrive il green pass o quello che ti cura?”.