Rimini, il fascino politico della signorina 5 Stelle
Signorina Giulia Sarti che effetto le fa essere capolista alla Camera a 26 anni? Per dirla con la Cinquetti, quasi non ha l’età… La candidata del Movimento 5 Stelle si lascia andare ad una fresca risata romagnola: “Beh, sono cinque anni che faccio politica. Ho cominciato nel 2007 quando ancor il movimento non esisteva, era agli albori. Per me era un modo di essere informata, di partecipare come cittadina. A quel tempo non si pensava alla presenza nelle istituzioni”. E invece adesso è in giro a cercar voti per entrare a Montecitorio… “Sa cosa le dico? A me non interessano i voti, mi basta che due o tre persone che contatto cambino il loro modo di vivere, di guardare la realtà, di compiere le loro scelte”.
Interessante, ma vediamo se la candidata “grillina” ce l’ha il curriculum come un buon politico da Terza Repubblica. Studi? “Diplomata al liceo Einstein con un votaccio 62/100 e laureata in giurisprudenza con 100/110, tesi sui referendum abrogativi”.
Beh, se non altro con il tempo è migliorata. Immagino che non abbia mai lavorato… “Volevo iscrivermi ad un Master sui diritti umani e in novembre prossimo iscrivermi alla scuola di specializzazione per le professioni legali. Poi sono arrivati i risultati delle parlamentarie ed eccomi qua”. Quello del deputato rimane sempre un mestiere ben pagato. “Per me è una fase, poi mi troverò un mestiere”. Sì, ma fra cinque anni non è che le viene la voglia di vivere di politica, oltretutto trovare un lavoro a 31 anni diventa difficile. “ E chi l’ha detto? No, non mi lascerò prendere la mano, altrimenti non sarei nel movimento”.
Andiamo avanti con il curriculum. Lingue straniere? “Parlo e scrivo in inglese abbastanza bene”. Altre militanze oltre a quelle con Grillo? “Partecipo alla Casa della legalità e della cultura di Genova, e partecipo al movimento delle agende rosse, quello di Salvatore Borsellino”.
Per fare il deputato bisogna essere persone di relazione, quanti numeri telefonici ci sono nella sua rubrica? “Tremila, forse anche di più”. Non esageriamo… “E’ vero, in questi anni ho organizzato incontri, conferenze, dibattiti. Quindi ho i numeri di semplici cittadini, magistrati, giornalisti…”. Allora ha anche amici influenti a Roma? “Se intende una rete clientelare, proprio no”.
Ha buoni rapporti con gli avversari politici? “Noi non ci alleiamo con nessuno, ci confrontiamo solo sui progetti concreti”. Sì, certo, ma intendevo i rapporti umani. “Alcuni li sto conoscendo adesso. Non bisogna fare di ogni erba un fascio. Non sono tutti ladri e farabutti. Fatta salva la buona educazione, faccio però fatica a pensare di avere buoni rapporti con un Cicchitto o con un Bersani”.
La grillina – ci perdonerà se la chiamiamo così – sa anche tirar fuori le unghie. Che cosa aborre? “I privilegi, in generale lo scollamento fra politici e cittadini”. E chi stima? “Le persone acculturate”. E quindi chi detesta? “I saccenti e le persone prive di umiltà”.
Siamo in Parlamento, bisogna tagliare, da cosa si parte? “So bene che con il taglio dei costi della politica non si risolve il problema del dissesto finanziario, ma bisogna cominciare con il buon esempio. Magari anche qualche spesa militare superflua”.
Continuiamo con la politica. Una domanda è d’obbligo: quando voi grillini entrate nelle istituzioni, cadono molti castelli; le repliche della realtà, vedi Parma, sono pesanti. “Beh, il sindaco è insediato da pochi mesi, diamogli tempo. Sono più preoccupata dell’eredità che troviamo”. Appunto, per questo bisognerebbe essere più realistici, non trova? “Sono d’accordo, il concetto base è guardare alla realtà. Infatti la nostra prima attività è lo studio dei problemi e l’informazione dei cittadini. Quando avremo la maggioranza potremo risolvere tutti i problemi. Adesso l’obiettivo è formare dei cittadini informati”.
Proviamo a saggiare la competenza. Che differenza c’è fra una delibera e una determina? “Ehm, dunque… una è un atto monocratico…la determina la fa la giunta…”. Errore! È l’atto del dirigente! “E’ vero, mi sono confusa, se lo sa mio babbo che è dirigente in Provincia…”.
A proposito, che dicono mamma e babbo? “Mi rispettano, babbo tendenzialmente è più di centrosinistra. Però hanno visto che in questi anni con l’impegno politico sono cresciuta, che ero felice di fare queste cose…”.
Quindi il loro voto non dovrebbe mancare. “Non mi metto certo a fare campagna elettorale in famiglia. Piuttosto vorrei dire una cosa sul curriculum”. Prego. “Mi rendo conto che il mio curriculum è povero, ho appena 26 anni, ma penso non sia l’unico fattore. Ciò che conta è il lavoro sul territorio di questi anni, gli incontri, le relazioni, …”. Anche noi di Inter-Vista per una volta siamo d’accordo.