Rimini | Carceri, Casa madre del perdono nel progetto regionale Acero
Per 45 detenuti si aprono le porte di tre case di accoglienza, dalla riminese Casa madre del perdono alla ferrarese Viale K fino alla reggiana L’Ovile. Il progetto è regionale e si chiama Acero. Ospitate in queste tre realtà le persone potranno scontare la pena fuori dal carcere ed essere accompagnate al reinserimento sociale. Per altri 90 detenuti (in esecuzione penale esterna e ai domiciliari), inoltre, è prevista l’attivazione di percorsi di inserimento lavorativo.
“Il progetto – ha spiegato l'assessore regionale Teresa Marzocchi – si rivolge a detenuti comuni che non avrebbero altra possibilità di detenzione alternativa se non in una comunità, perché senza casa o famiglia. A loro vogliamo offrire un’occasione di reinserimento sociale attraverso lo strumento fondamentale della formazione e del lavoro”.
“Acero” nasce dalla fusione di due parole, “accoglienza” e “lavoro” ed è finanziato dalla Cassa delle Ammende (ente del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) e dalla Regione (Assessorati alle politiche sociali e al lavoro). In particolare, i percorsi di inclusione lavorativa già partiti sono realizzati con risorse del Fondo sociale europeo (Fse) e della Regione, per un costo anche questo biennale di circa 655mila euro, con il coinvolgimento di Assessorati regionale e provinciali alla formazione e lavoro, comitati locali dei nove Comuni sede di carcere, Conferenza regionale Emilia-Romagna Volontariato e Giustizia a Confcooperative, Legacoop, Cna, Confartigianato, Agc italiane (Federazione regionale Emilia-Romagna).