Le reazioni a Rimini, del vescovo e dei riminesi al Papa che abdica. Elezioni low cost. In volo per Roma torna Darwin. Comune ‘sprecone’
Su tutti i quotidiani la notizia che ha assorbito tutta la giornata di ieri, l’abdicazione di Benedetto XVI. Da ilRestodelCarlino (p.3) le reazioni, tra gli altri, di monsignor Luigi Negri ed Emilia Guarnieri. “Monsignor Negri, che il prossimo 3 marzo lascerà la diocesi per trasferirsi a Ferrara, affida a una nota il suo pensiero. «Non avevo notato nessuna difficoltà nel Papa la scorsa settimana. Un’ondata di sentimenti e ricordi straordinari hanno letteralmente invaso la mia coscienza e il mio cuore. Ho rivissuto lo straordinario evento della visita pastorale alla nostra Diocesi: il suo altissimo Magistero in una amabilità che lo ha fatto passare fra di noi come un padre pieno di affezione. La consapevolezza esplicita delle difficoltà fisiche a reggere il ministero petrino danno al gesto del Papa il segno di un’eroica umiltà». Molto sorpresa anche il presidente del Meeting, Emilia Guarnieri. «Quando ho saputo delle dimissioni — racconta — ho avuto un attimo di sgomento a cui sono seguiti commozione e grande affetto. Ho pensato che il Papa è uno che crede allo Spirito Santo e alla Chiesa. Questo è un gesto di libertà e amore sicuramente inaspettato»”.
“Una decisione, quella di Papa Ratzinger, che ha sorpreso fino a un certo punto Vitali: «In fondo in qualche modo lo aveva già fatto capire un anno fa, quando seppur fra le righe aveva aperto a una possibilità di questo tipo. Io da cattolico non posso che augurarmi che questo suo gesto possa servire per dare una scossa a una Chiesa bisognosa di tornare allo spirito del Concilio Vaticano II».Un po’ di apprensione per quello che ora succederà si respira tra i parroci riminesi: «Speriamo che Dio ci possa illuminare e indicare la soluzione più adatta per risolvere questa situazione», la speranza di don Aldo, parroco di San Gaudenzo. Ciò che è certo è che il Papa ha fatto veramente un gesto di gran cuore e di gran umiltà». «Ci mancherà, specie per la sua grande capacità di comunicare il verbo di Dio» il ricordo di don Elio, fino dal giugno scorso alla guida della parrocchia della Resurrezione alla Grottarossa. «E’ da molto tempo che lo vedevo sofferente», sottolinea invece don Giovanni, parroco di San Raffaele . «Del resto fare il Papa è veramente un impegno gravoso. Speravo quindi che potesse alla fine fare questa scelta»”, NuovoQuotidiano (p.9).
Due pagine su CorriereRomagna (pp.8-9), con i ricordi dei riminesi Andrea Riccardi («Un uomo lontanissimo dall’immagine fredda e austera che danno televisioni e giornali». Il ricordo arriva dal ministro all’Integrazione Andrea Riccardi, riminese d’adozione, che mesi fa aveva accolto il Papa nella comunità Sant’Egidio. Ed è proprio Riccardi a spiegare di essere rimasto colpito dalla «disponibilità del Papa di ascoltare le storie di miseria e di alcuni tra i 180 commensali, tutti clochard, disabili, immigrati e anziani») e monsignor Claudio Maria Celli («Chi lo ha conosciuto da vicino lo ha apprezzato in particolare per la sua dolcezza e per la sua grande umanità». Aspetti, questi ultimi, che forse a livello mediatico sono passati un po’ in secondo piano, anche perché il confronto con il predecessore, Papa Wojtyla, poteva risultare un po’ penalizzante. Ma Celli non ha dubbi e ribadisce con chiarezza: «Sono certo che con il passare degli anni, l’immagine del Papa, da questo punto di vista, sarà apprezzata sempre di più: la sua indole è quella di una persona disponibile e sempre attenta al prossimo»).
LaVocediRomagna (p.5) ha raccolto le reazioni di tutti i vescovi romagnoli. “La notizia ha raggiunto mons. Francesco Lambiasi in viaggio alla volta di Bologna, dove il vescovo di Rimini si stava recando in visita al sacerdote diocesano don Roberto Zangheri in condizioni di salute molto delicate. Nell’apprendere la dolorosa notizia - riferisce la diocesi in una nota - il vescovo ha provato sgomento e sofferenza, e al contempo sente di esprimere profonda e cordiale riconoscenza al Santo Padre per la grande fede con la quale ha vissuto tutto il suo Pontificato, fino a questi giorni. “È una scelta, la sua, - commenta mons. Lambiasi - da cui traspare un alto senso di responsabilità e nella quale si ravvisa la stessa umiltà e disponibilità con cui quasi otto anni fa intraprese il Pontificato. Qualche ora dopo la sua elezione, dichiarò alla folla riunita in piazza San Pietro, di sentirsi come «un semplice e umile servitore della vigna del Signore». Con questi atteggiamenti Benedetto XVI ha guidato giorno dopo giorno la barca di Pietro e con questi sentimenti conclude il suo servizio pontificale. Tutta questa vicenda ci invita a grande preghiera per rendere grazie al Signore per avercelo dato come Pontefice, sicuri che Benedetto XVI continuerà a servire la Chiesa con il suo sacrificio e la sua grande preghiera”, conclude mons. Lambiasi”.
Elezioni. Una sfida low cost secondo ilCarlino (pp.4-5). “ADDIO nani, olgettine e ballerine. Saranno elezioni low cost in stile primo dopoguerra le politiche di fine febbraio. Parliamo di budget, non certo di comizi ocenaici, da tempo naufragati nel mare magnum dei media vecchi e nuovi. I partiti hanno pochi soldi, i movimenti ancora meno. I tabelloni elettorali semivuoti parlano da soli (i manifesti costano). Si aggiunga che la legge elettorale di fatto cancella le preferenze, perché a decidere sono le segreterie dei partiti, e il (fosco) quadro è completo. La campagna si fa soprattutto sulle tv nazionali. Emblematico il ‘bidone’ dato dalla Meloni a Renzi, che aveva già stampato i volantini sulla venuta a Rimini dell’ex ministro a Rimini («Mercato San Francesco e piazza Cavour») poi risucchiata da Ballarò. Basta anche un’occhiata al desolato spot a due voci dei due ‘principali’ candidati riminesi del Pd, Emma Petitti e Tiziano Arlotti”.
Tour elettorale per Rivoluzione civile. “«Gli obiettivi fondamentali da perseguire sono due: ridurre il fabbisogno energetico e produrre l'energia con una riconversione industriale del sistema produttivo». Questo è quanto ha sottolineato Angelo Bonelli, il presidente nazionale dei Verdi in tour ieri a Rimini per la campagna elettorale di Rivoluzione civile”, NQ (p.11).
Il Corriere raccoglie reazioni all’intervista a Mario Monti sul turismo pubblicata ieri. Trova Federalberghi. “Secondo Giorgetti, il premier uscente ha un approccio «piuttosto laico alla materia, è molto equidistante su tutto. Monti solleva il problema delle tante competenze affidate alle Regioni: ma non si risolve con un decreto legge, serve tempo e un cambiamento del federalismo fiscale». Fra le priorità di Monti c’è la Scuola superiore di studi turistici: «Le scuole di turismo non mancano - nota il numero uno di Federalberghi - mancano invece quelle per dirigenti di enti locali, che spesso non capiscono le relazioni a 360 gradi che esistono con le imprese del turismo. Sono convinti che tutto vada avanti da solo». «La mia speranza - chiude Giorgetti - è che qualsiasi partito vada al governo, ci sia un ministero del turismo con il portafoglio. Perché non vogliamo fare la fine della zitella: che tutti la vogliono e nessuno se la piglia»”, (p.3). Ma il montiano Walter Pasini è pronto per far partire il suo istituto di medicina del turismo.
Basta aerei rumeni. “IL VOLO Rimini-Roma torna in mano agli svizzeri. Addio alla Carpatair, la compagnia aerea romena balzata agli onori delle cronache per i ripetuti incidenti (cinque, dal maggio 2012), tra cui l’ultimo a Fiumicino, dove il 2 febbraio un Atr 72 partito da Pisa è finito fuori pista, causando 16 feriti… NELLA MATTINATA di ieri è arrivata la conferma ufficiale. Sarà di nuovo la Darwin a operare direttamente il volo da Rimini a Roma, in codeshare (ovvero tramite un accordo commerciale) con la compagnia Alitalia. I voli con la compagnia svizzera riprenderanno dal 18 febbraio”, ilCarlino (p.6).
Intanto ieri a Riccione la maggioranza ha preso in esame l’aumento di capitale per Aeradria, NQ (p.13).
La burocrazia a Rimini costa troppo. “Rimini super sprecona batte tutti in regione e si posiziona al 13° posto in Italia. La nostra città è in testa alla classifica regionale degli “sprechi” dei Comuni capoluogo in Italia. La geografia è quella pubblicata oggi dal Sole 24 Ore (dati del 2009) ed elaborata negli scorsi mesi dalla Copaff, la commissione per l’attuazione del federalismo fiscale che sta lavorando sui “prezzi giusti” delle attività municipali per individuare i cosiddetti fabbisogni standard delle amministrazioni. I numeri sono quelli dei “servizi generali” (entrate, servizi tecnici, anagrafe, stato civile, servizi elettorali, leva, statistica e altro): nel complesso, in Italia rappresenta una spesa complessiva da 8,8 miliardi all’anno, pari al 27% delle uscite comunali per le funzioni fondamentali. Ebbene, in Emilia-Romagna è Rimini la città che stacca tutte le altre. Il capoluogo romagnolo si piazza 13esimo in classifica: presenta una spesa effettiva pari a 29 milioni di euro contro un fabbisogno standard che dovrebbe attestarsi a 24,6. Lo scostamento è del 18% ed è pari a 4,4 milioni di sprechi (l’1,4% di quelli totali generati dai Comuni capoluogo)”, LaVoce (p.17).
“Una “sentenza ” che Brasini contesta duramente: «Innanzitutto - spiega in una nota ufficiale - è importante precisare che i dati a cui si riferisce la statistica risalgono al 2009, quindi fanno riferimento a esercizi di amministrazioni precedenti». Precisato il periodo finito sotto i raggi X, l’assessore al Bilancio sottolinea quella che chiama «l’anomalia» dell’indagine; e cioè «che due dei quattro questionari usati dal Copaff, sono gli stessi alla base dell’analisi compiuta dal ministero degli Interni non più di tre mesi fa e che vedeva il Comune di Rimini come tra quelli più virtuosi rispetto ad altre amministrazioni simili per dimensioni e popolazione»”, Corriere (p.6).
Vertice Hera-Comune. “PARLERANNO di fogne, e non soltanto di quelle. Perché l’incontro di oggi tra Andrea Gnassi, il direttore generale di Hera Roberto Barilli e il nuovo responsabile dell’azienda per la provincia di Rimini, Tiziano Mazzoni, è il primo ufficiale da quando il sindaco ha sparato a zero su Hera per i problemi causati dal biodigestore, il nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti a Ca’ Baldacci… DIFFICILE che non si parli oggi nuovamente della ‘grana’ dei rifiuti di Ca’ Baldacci, anche se il vertice di stamattina a palazzo Garampi in realtà, era in calendario da tempo. Gnassi vuole fare con Hera il punto sul piano da 137 milioni di euro, previsto dal Comune per riuscire finalmente, nel giro di pochi anni, a eliminare otto degli undici scarichi a mare, e ridurre fortemente gli sversamenti degli altri tre. Al momento, dei vari interventi previsti, l’unico a essere partito è il progetto di sistemazione della rete fognaria Rimini Isola, ovvero a San Giuliano. I lavori del raddoppio del depuratore di Santa Giustina, uno degli interventi maggiori (e più costosi), partiranno solo il 15 maggio. Tutti gli altri interventi in programma, dalla conversione del depuratore Marecchiese alla vasca di laminazione dell’ospedale alle altre opere, sono ancora o in fase di progettazione, o attendono i permessi e le autorizzazioni”, ilCarlino (p.6).
“«Affermazioni ridicole e offensive sull’impianto rifiuti di Ca’ Baldacci: i cittadini non sono stati informati». E’ un attacco frontale quello dei residenti della zona in cui è sorto il nuovo biodigestore: nel mirino finisce Hera, dopo l’uscita di sabato in cui la multiutility ha chiarito che la comunicazione, riguardo l’impianto della discordia, è stata fatta in modo capillare… Nel mirino Comune e Provincia. Nel gorgo della polemica non finisce comunque solo Hera. Già, perché i cittadini, dopo l’incontro in cui Gnassi ha messo alle corde Hera chiedendo risposte in tempi brevi, si domandano «perché sono state firmate le autorizzazioni da parte del Comune e della Provincia per la costruzione dell’impianto?»”, Corriere (p.11).
Univesità. “Più autonomia. E’ la forte richiesta avanzata dalla Provincia per bocca del suo vicepresidente Carlo Bulletti, primario dell’Ausl e con un posto in giunta in quota Idv. A pochi giorni dalla nomina dei nuovi coordinatori dei campus romagnoli (per la riviera è stato eletto Antonello Scorcu), Bulletti avvisa: «E’ molto probabile che se il destino di un polo venisse lasciato senza autonomie di reclutamento docenti, il destino di Rimini sarebbe segnato da Bologna e le discussioni su quale prospettive a medio/lungo termine avrebbe Rimini sarebbero aleatorie. Tutto verrebbe deciso altrove»”, LaVoce (p.12).
Inps non è più cliente di Carim. “Non c’erano più le condizioni per proseguire. E’ questa la motivazione trapelata da Carim e Inps per giustificare la decisione di intraprendere due strade diverse. L’Istituto nazionale per la previdenza ha infatti scelto di usare Unicredit di Corso d’Augusto come istituto di appoggio, soprattutto per il pagamento di trattamenti di fine rapporto (Tfr). Stiamo parlando di un giro di affari importante, da 8 milioni di euro all’anno: solo nel 2012, segnalano dall’Inps, sono stati oltre mille i pagamenti disposti, e circa 200 i clienti che ogni mese sono stati coinvolti. Nonostante le cifre da capogiro, Carim ha però optato per non offrire le stesse condizioni economiche che venivano fornite fino allo scorso anno”, Corriere (p.5).