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13 02 2013 | Rimini | Aeroporto. Pagare i creditori, cambiare management e privatizzare: i dictat del Pdl per salvare il Fellini

Mercoledì, 13 Febbraio 2013

mattone

Rimini | Aeroporto. Pagare i creditori, cambiare management e privatizzare: i dictat del Pdl per salvare il Fellini


Aeroporto Fellini, il Pdl dice basta con le cure dei medici pietosi. “Su Aeradria non voteremo più a scatola chiusa”, parole di Sergio Pizzolante, ricandidato del Pdl alle prossime competizioni politiche, sottoscritte anche da Franca Mulazzani, consigliera provinciale e candidata al Senato, e dal capogruppo in consiglio comunale Alessandro Ravaglioli. “Da parte del Pdl – spiega Pizzolante - rispetto alle politiche locali sull’aeroporto non c’è più fiducia a priori. C’è una sfiducia motivata verso le amministrazioni e verso la gestione dell’aeroporto”. Questo significa che i gruppi consiliari del Pdl in Comune e in Provincia non voteranno per eventuali prestiti o ricapitalizzazioni se non verranno prese seriamente in considerazione tre richieste. “Procedere con il pagamento dei debiti ai creditori, oppure consentire loro di tramutare il credito in quote azionarie. Cambiare il management. Virare decisamente sulla strada della privatizzazione”.


Pizzolante si dichiara “molto peoccupato per il precipitare di questa situazione che è drammatica. L’aeroporto per noi è da sempre un’infrastruttura fondamentale e, se non funziona, tutti i grandi investimenti infrastrutturali che si sono fatti in questi anni, dalla fiera al palacongressi, sono destinati a un futuro improbabile, ad andare in difficoltà. Tutti i piani strategici e finanziari del palas, per esempio, sono costruiti con l'ipotesi di conquistare mercati strategici e lontani. Piani destinati ad andare in crisi senza aeroporto”.
È per questo che il Pdl in consiglio comunale e provinciale ha sempre sostenuto lo sforzo dei soci di dare strumenti al Fellini. “Noi siamo da sempre responsabili verso l’aeroporto, e lo abbiamo dimostrato con il convergere delle nostre forze. Il Fellini non è mai stato motivo di conflitto. Ma adesso la situazione è precipitata per una serie di ragioni”.


Prima ragione. “È evidente l’inadeguatezza del management che in tutti questi anni ci ha presentato una situazione florida. Florida la situazione non lo era. Anche io ogni giorno mi sono visto arrivare in posta comunicati chilometrici che decantavano il grande successo dell’aeroporto. E invece siamo arrivati al concordato e sull’orlo del fallimento”.
Il parlamentare fa riferimento al fatto che né la società di revisione esterna né i revisori interni se la sono sentita di firmare i bilanci del 2010 e del 2011. “La gravità della situazione economica e amministrativa, dunque, si conosceva già da qualche anno e non è stata presentata alla città in maniera giusta, adeguata, veritiera. Si è raccontata una cosa per un'altra. Si sono decantati i successi relativi al traffico dei passeggeri in buona parte ottenuti con costi evidentemente esagerati e dall'altra parte non si è messa in evidenza la situazione economica disastrosa”.


Le responsabilità, comunque, non sono tutte esclusivamente del management. Secondo Pizzolante il baratro si è fatto avanti a causa dei soci che non hanno fatto la ricapitalizzazione, “la Provincia ci ha provato approvando la delibera (ma ancora non ha messo i soldi), gli altri enti non ci hanno nemmeno provato”. Altro errore è stato quello di non cercare “in questi anni l’accordo con i creditori. So per certo che alcuni sono interessati a commutare i crediti, o parte di essi, con azioni”.


L’aeroporto “è stato la cenerentola delle opere infrastrutturali del territorio, che ha dedicato risorse ad altro. A volte anche risorse esagerate, come nel caso della costruzione di due palazzi dei congressi a dieci chilometri di distanza. Non c’è stata nessuna attenzione nei confronti del Fellini nemmeno da parte del socio di maggioranza. Io ricordo l’ammissione di Stefano Vitali quest’estate al consiglio provinciale aperto sull'aeroporto”. Da anni il Pdl e Pizzolante sostengono “la necessità di porre fine al progetto del trc per recuperare parte delle risorse, perlomeno quelle degli enti locali, verso gli investimenti per l’aeroporto. Non siamo mai stati ascoltati”.


La posizione del Pdl è dunque chiara: si cambia registro. “Noi non crediamo ai piani industriali di cui si parla in questi giorni: sono insensati e infondati. Non sosterremo piani che non prevedono un cospicuo rimborso dei crediti (o l’ipotesi di convertendo dei crediti in azioni). Sicuramente siamo contrari all’ipotesi della restituzione ai creditori del 20, ma anche del 30 per cento. È una soluzione che porterebbe al fallimento sia le aziende importanti e storiche di Rimini, fornitori del Fellini, sia tutta la costellazione di piccole e medie aziende a loro volta fornitrici dei fornitori del Fellini. Il fallimento dei fallimenti di ciò che rimane della nostra economia edilizia che il sindaco Andrea Gnassi fa fallire e che con l'aeroporto riceve la botta finale”.


Rispetto alla buon notizia dell’inserimento da parte del ministro Corrado Passera del Fellini tra i 31 aeroporti d’interesse nazionale, Pizzolante avvisa che “l’aeroporto è stato tirato per i capelli dentro i 31 con motivazioni chiarissime: perché prossimo al milione passeggeri. Bene: noi sappiamo che i piani che stanno proponendo prevedono l’eliminazione di tutti i voli low cost, quelli che hanno permesso al Fellini di arrivare vicini al milione. In pratica, resteranno solo i voli con Russia e forse il volo per Roma. Dopo ave buttato il cuore oltre l’ostacolo, adesso si fanno piani di ridimensionamento. Non solo il presidente, ma anche i soci hanno perso la bussola”, piani (sembra) che potrebbero far calare i passeggeri a Miramare ad un numero prossimo ai 550mila.


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