Il comune di Rimini avrà una nuova commissione, speciale e temporanea, con lo scopo di rinnovare il regolamento relativo al suo funzionamento. La strada, però, parte in salita, perché l’opposizione, al momento del voto è uscita dall’aula, ritenendo la delibera din approvazione priva di garanzie democratiche.
“Il regolamento è lo stesso da molti anni”, ha spiegato l’assessore Francesco Bragagni. “Ha subito sporadiche modifiche specifiche in alcuni ambiti e ora necessita di una revisione organica”. Secondo l’assessore, la normativa attuale “contiene anche elementi anacronistici. Per esempio vieta l’utilizzo del cellulare all’interno della sala del consiglio comunale. Se rispettato sarebbe un adempimento particolarmente gravoso di questi tempi”.
La commissione speciale sarà composta da dieci membri effettivi con diritto di voto, cinque della maggioranza e cinque della minoranza, designati dai capi dei gruppi consiliari. Le decisioni saranno adottate con voto ponderato (secondo quanto stabilito dal regolamento in vigore). Prevista la partecipazione del presidente e del vicepresidente del consiglio comunale, Giulia Corazzi della maggioranza e Nicola Marcello della minoranza, senza diritto di voto. Saranno loro a presiedere la prima seduta presieduta, dove si stabiliranno le modalità di elezione del presidente e del vice specifici della commissione speciale.
“Si è ritenuto fosse lo strumento più efficace per raggiungere in tempi celeri l’obiettivo”, ha spiegato anche Bragagni. La quadra sull’aggiornamento del regolamento dovrà essere trovata, inoltre, entro il 31 dicembre 2022 e per evitare rinvii, in caso di impossibilità di partecipare a una seduta, ogni commissario avrà la possibilità di farsi sostituire da un membro o del suo gruppo di un altro. Il testo proposto dalla commissione speciale verrà analizzato dalla commissione permanente affari istituzionali.
Detto questo, “si avverte certamente la necessità di una modifica del regolamento, più volte caldeggiata in generale dal mio gruppo e in genere da tutta la minoranza”, ha confermato dai banchi della minoranza il capogruppo della Lega, Luca De Sio. “Della questione si è già occupata la conferenza dei capi dei gruppi consiliari” ha sottolineato De Sio, “ma mai, la prima commissione Affari generali e istituzionali, che appariva il luogo naturale, la sede deputata a ciò”. Il capogruppo della Lega parla anche di una bozza del nuovo regolamento, commissionata dalla presidenza agli uffici, “non si capisce perché, visto che quello dovrebbe essere il lavoro della commissione speciale”.
Il nodo viene presto al pettine. “Chi ha scritto lo statuto del comune non ha avuto un colpo di testa nell’affidare alla minoranza la presidenza della prima e della seconda commissione”, ha ricordato De Sio. Quindi, “in capigruppo abbiamo reso noto che voteremo a favore a patto che si rispetterà la legge, cioè che si mantenga l’ossatura istituzionale e democratica prevista dallo statuto: la presidenza di questa commissione speciale dovrà essere affidata alla minoranza. Anche e soprattutto per garantire i diritti della minoranza rispetto ad un atto così importante”. Del resto, ha spiegato De Sio, i rapporti di forza tra maggioranza e opposizione presenti in consiglio verranno rispettati “grazie al voto ponderato”.
“Decideremo questi aspetti all’interno della commissione speciale”, è stata la risposta di Andrea Bellucci, capogruppo del gruppo Lista Jamil, che ha sottolineato come in conferenza di capigruppo anche alcuni pezzi di minoranza avessero firmato un certo verbale. Il riferimento è a Gloria Lisi, capogruppo gruppo Lisi, in minoranza. “Si tratta di un accordo su alcune note tecniche per il funzionamento della commissione”, ha spiegato l’ex vicesindaca che quindi ha rivelato di un ulteriore accordo in sede della capigruppo. “Un accordo di tipo politico e non tecnico, per questo nel verbale non c’è”, ha spiegato Lisi. La sua proposta è ribaltare i ruoli rispetto a quanto accade in consiglio comunale e nominare Nicola Marcello presidente e Giulia Corazzi vice della commissione speciale.
Per il capogruppo del Pd, Matteo Petrucci, è invece fondamentale che presidente e vicepresidente della commissione speciale siano i medesimi del consiglio.“Le ritengo due figure di assoluta garanzia”, ha detto. “Per me la loro riproposizione è fondamentale, per tutto il resto ci confronteremo all’interno della commissione”, ha ribadito. Ma a far notare il valore che avrò il lavoro della nuova commissione ci pensa Nicola Marcello, di Fratelli d’Italia. “Tutto potrà essere emendato nell’obbligato passaggio in prima commissione. Con l’istituzione della commissione speciale, alla fine avremo solo un surplus di soldi spesi dall’amministrazione. Nei grandi comuni esempi di commissioni speciali si ci sono stati, ma di fronte a fatti gravi, come dei terremoti”.
Difficile trovare un accordo con queste premesse e alla fine la delibera è stata approvata con 18 voti favorevoli e un astenuto. La minoranza, tutta, ha abbandonato l’aula in segno di protesta. Chissà se, una volta insediata, parteciperà ai lavori della nuova commissione.