Disabilità a tema nel consiglio comunale di ieri a Rimini. Due gli ordini del giorno presentati, uno dalla maggioranza e l’altro dalla minoranza, dall’ex vicesindaco Gloria Lisi per la precisione, ma sostenuto da tutti i colleghi d’opposizione. Alla fine è passato l’odg della maggioranza, con i voti favorevoli anche dell’opposizione eccetto Matteo Angelini, del movimento 3V, mentre è stato bocciato l’odg Lisi, votato in maniera compatta da tutta la minoranza. Un odg apprezzato dai gruppi di maggioranza e anche dall’assessore Kristian Gianfreda, che però avrebbe posto una questione di metodo, ma anche di forma.
Molto sinteticamente la delibera dell gruppo Lisi indicava alcune precise linee d’azione: massima accessibilità, istituzione di una consulta, favorire nei bandi progetti che assicurano piena accessibilità, tenere conto dell’accessibilità nei collaudi dei servizi pubblici (strade e marciapiedi, scuole e impianti sportivi ecc), la candidatura di rimini all'Access city award. Approvandola il consiglio comunale vincola l'amministrazione a metterla in pratica, secondo il parere espresso dal segretario comunale.
“I punti proposti sono condivisibili - ha detto l’assessore - e credo che in qualche maniera vadano percorsi. Ritengo però che sarebbe stato necessario un maggiore coinvolgimento prima di intraprendere questa strada, quantomeno una telefonata…Stiamo iniziando un lavoro con gli enti del terzo settore, si sono insediati dei tavoli di coprogramazione e coprogettazione ai quali io non voglio arrivare con un elenco di cose da fare, come al solito già decise dall’alto. Vogliamo fare un percorso insieme a loro”. Fa eco Matteo Petrucci capogruppo del Pd. “I temi che solleva sono reali - dice rivolto a Lisi - ma ne facciamo una questione di metodo. L’articolo 18 che lei ritiene non vincolante invece lo è. Avremmo voluto confrontarci con questo documento che lei propone, ma con un metodo diverso. Ma i temi sono reali ed è per questo che la invito a presentarli nei tavoli istituiti dal comune”.
Alle motivazioni della maggioranza, la minoranza (che aveva dichiarato il voto positivo a tutti e due gli odg e aveva chiesto alla maggioranza di fare altrettanto) insorge. “Condividete appieno, ma per una questione di forma vi dichiarate costretti a votare contro. Questo pur condividendo nel merito tutte le proposte. Sicuramente dobbiamo imparare, la prossima volta una telefonata sarà d’obbligo”, spiega Luca De Sio della Lega ribadendo il voto favorevole a tutti e due i documenti.
Di metodo, ma con un senso differente, ha parlato anche Giordano Pecci, presidente della “Corporate Academy Città dei Maestri”. Tra gli ospiti esterni intervenuti al consiglio tematico, racconta dell’esperienza fatta con un figlio disabile nella ricerca di un lavoro e di come ne abbia tratto un metodo con cui aiuta altri ragazzi disabili a crearsi un’autonomia lavorativa. “L’inserimento lavorativo deve partire dalle passioni, dai desideri e dalle abilità della persona”, sottolinea. “Ho un figlio, disabile, di 27 anni, che qualche giorno fa ha festeggiato 4 anni dalla sua assunzione a tempo indeterminato”. Ha iniziato a lavorare in Sardegna, seguendo la passione per la subacquea.
“Ha imparato a immergersi a14 anni e quando ne ha compiuti 16 abbiamo chiesto ai ragazzi che lo portavano in mare di coinvolgerlo in un lavoro, che potesse aiutarli a caricare le bombole, per esempio, o aiutare per quello che poteva. Quando ha compiuto 18 anni, questi ragazzi gli hanno detto: se prendi la patente nautica ti possiamo assumere. Mio figlio in sei mesi ha preso la patente nautica… quella della macchina ci ha messo quattro anni, perché lo stimolo non era lo stesso”.
Da qui pian pianino il ragazzo si è creato anche un’autonomia di vita, perché la famiglia non poteva stare in vacanza tre mesi l’anno. “I primi anni lo abbiamo fatto accompagnare da qualche adulto, poi abbiamo iniziato a lasciarlo qualche giorno da solo fino a quando all’età di 22 anni si è fatto tre mesi da solo, andando a fare la spesa, pulendosi casa. Chiaro, in un villaggio dove tanti lo conoscono”.
Poi è arrivata la proposta di un inserimento lavorativo con tirocinio previsto da legge. “Ho accettato subito”, spiega Pecci. Ma che azienda scegliere per suo figlio? “Alla risposta: la prima che accetta, io ho detto no. Conoscendo capacità e passioni di mio figlio, ed essendo imprenditore e conoscendo molti imprenditori, mi sono messo io a cercare una situazione adatta”. Adesso Giordano aiuta anche altri giovani disabili ad inserirsi adeguatamente nel mondo del lavoro. “Faccio questo da un anno insieme a New horizon e Demetra, che con me portano avanti questo progetto nell’area sud di Rimini”.
Praticamente, che lavoro è? “Cerco di entrare in rapporto con l’imprenditore, di conoscere le filiere produttive dell’azienda, quindi di capire cosa un ragazzo potrà fare dentro quell’azienda, e do spunti all’imprenditore su attività che al momento non sta svolgendo. Allo stesso tempo cerco di conoscere i ragazzi, di avere quadro di quelle che sono le capacità e le passioni altrimenti faccio fatica a capire che lavoro potrebbe fare”.
Non è un percorso semplice. “Le aziende oggi percepiscono l’inserimento lavorativo dei ragazzi con disabilità come un problema che gli viene girato addosso, perché con la legge 68 sono obbligati ad assumerli. Il problema reale non è tanto l’assunzione, quanto la gestione successiva nel tempo. In tanti pur di evitare la questione, preferiscono pagare la multa”. Eppure, “abbiamo già fatto assumere diverse persone, ma il lavoro non finisce. Continuiamo ad accompagnare imprenditore e disabile, non li abbandoniamo”, ribadisce Pecci.
“Io penso che partire da questa consapevolezza che abbiamo sentito questa sera sia il modo migliore per concepire e attuare politiche efficaci. Ringrazio i relatori, i hanno testimoniato il miracolo che può avvenire quando davvero si guarda l'altro non limitatamente alla disabilità che porta. Mi auguro che la politica a tutti i livelli abbia questa spinta ideale e mi auguro che sappia ascoltare chi questa vita la vive”, ha commentato De Sio.