(Rimini) E' divieto di balneazione in 28 acque della riviera dell'Emilia Romagna, di cui 26 nella provincia di Rimini. La decisione è arrivata dopo i rilievi dell'Arpae di martedì scorso che hanno fatto registrare il superamento dei limiti normativi di Escherichia coli. Previsti oggi nuovi campionamenti.
"La situazione riscontrata è senza dubbio anomala e sono in corso alcune verifiche per comprendere le cause che hanno generato questa inattesa situazione. Al momento le ipotesi possibili per spiegarne le cause sono rappresentate da un insieme di eccezionali condizioni meteorologiche, idrologiche e marine (temperatura dell’acqua molto elevata da molte settimane con valori oscillanti intorno ai 30°, prolungata assenza di ventilazione, scarso ricambio delle acque, mancata diluizione delle immissioni nei corsi d’acqua che arrivano a mare per la forte siccità), che, sommandosi, possono aver avuto un effetto particolarmente impattante sulla composizione delle acque marine", spiegano dall'Agenzia reginale per l'ambiente.
Domani, su richiesta del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad si terrà un incontro tecnico che vedrà la partecipazione di Regione, Asl Romagna, Arpae, Comuni della costa riminese e della Romagna "per analizzare e trovare soluzione all'anomalia dei campioni", spiega Sadegholvaad. Secondo il sindaco di Rimini, quella a cui si assiste è "una contingenza senza alcuna spiegazione tecnica né logica visto che, ad esempio a Rimini, a causa della siccità le paratie a mare non vengono aperte da quasi un mese e mezzo e la stessa Hera, che gestisce il ciclo integrato delle acque, ha formalmente comunicato di non avere riscontrato alcun guasto o difetto alla rete acquedottistica e fognaria. Lo stesso, immagino, per tutti gli altri Comuni fuori parametro".
In merito all'innalzamento della temperatura dell'acqua marina, "se anche così fosse, e al di là di questa o quella ragione, come sindaco di Rimini, città che ha investito negli ultimi 8 anni 250 milioni di euro per la realizzazione delle rete fognaria separata e la trasformazione degli sforatori in canali di acque bianche, insieme a tutte le città della costa riminese e romagnola, sottolineo la delicatezza della vicenda e l'assoluta urgenza per la immediata soluzione di essa da parte degli Enti preposti. Spero e credo che già domani, nell'incontro convocato, si troverà soluzione pratica a questo 'mistero' che rischia di danneggiare interi territori, intere economie per ragioni non individuabili, almeno ad oggi, nella razionalità".