(Rimini) Seconda sul podio, Rimini resta tra le province d’Italia con ilpiù alto tasso di criminalità, o meglio con il più alto tasso di denunceogni 100mila abitanti. Torna puntuale come ogni anno la classifica relativa alla sicureza del Sole 24 ore. Il quotidiano degli industriali per il 2021 conferma Milano al primo posto, poi Rimini, a seguire Torino.
“In realtà i reati sono in calo rispetto al 2019”, fa subito notare il sindaco Jamil Sadegholvaad. Di fatto si parla di 18.538 reati denunciati contro i 19.994 del 2019. Il 2020 per gli analisti non fa testo, passando alla storia come l’anno del lockdown (per curiosita, i reati deunciati furono 15.642, un recorda dato dalla stretta anti covid). “La stessa statistica - ribadisce Sadegholvaad - rileva un significativo calo del 7,3 per cento dei reati”. E anzi, “si può notare come il dato 2021 è di gran lunga il più basso da quando, nel 1996, cominciò questa rilevazione. Più nello specifico, rispetto a 10 anni, il calo delle denunce si aggira nella provincia riminese, tra costa e entroterra, nell'ordine del 25 per cento. E ciò nonostante l'incremento della popolazione, la costanza dei flussi turistici e la precaria dotazione degli organici di polizia, problema eterno e apparentemente 'irrisolvibile' da qualunque Governo si alterni alla guida del Paese”.
Per Sadegholvaad, “i numeri insomma testimoniano il grande lavoro fatto, 'in casa' e con pochi aiuti esterni, dal territorio sul fronte della sicurezza in un arco ultraventennale (si passa dai quasi 30mila reati del 1997 ai 18.538 del 2021) e allo stesso tempo segnalano la singolarità del nostro territorio, come rileva lo stesso 'Sole 24 Ore' in una nota specifica”.
Citando proprio l'esempio del territorio riminese, il quotidiano di Confindustria scrive: "Più denunce, però, non significa meno sicurezza. Innanzitutto perché la sicurezza urbana è influenzata anche dalla percezione stessa che ne hanno i cittadini. Ma anche perché i dati sulle denunce riflettono la propensione dei cittadini a presentarle, legata a diversi fattori: la differente 'soglia del dolore' della cittadinanza verso il crimine; il grado di fiducia nelle forze dell'ordine; la più o meno efficace presenza delle istituzioni sul territorio. A cui si aggiungono i flussi turistici: l'elevato passaggio di persone su un territorio diventa spesso bersaglio della micro-criminalità, ad esempio di borseggiatori attirati in loco dalla possibilità di 'fare cassa'".
Per il sindaco, un’”analisi corretta che incrocia peraltro le analoghe ricerche, pubblicate nel tempo dallo stesso organo d'informazione, in ordine ai flussi turistici consistenti che alterano il valore statistico reale. Nel 2019, il Sole 24 Ore aveva introdotto il calcolo della componente turistica. Rimini si trova nella parte virtuosa di questa classifica ponderata (insieme a Venezia, Aosta, Trento e Bolzano), tra le province più sicure del Paese, e ribaltando la solita graduatoria assoluta, ma il ragionamento da fare non è semplicemente statistico. I territori e le città ad alta concentrazione turistica e di ospitalità sono ancora di più diventati attrattori per la capacità di creare ricchezza, anche e soprattutto in periodi di estrema difficoltà, sociale e economica”. In questo senso “restano alti i dati relativi alla microcriminalità predatoria a cui, da un anno a questa parte, va aggiunto il nuovo fenomeno delle cosiddette baby gang. Anch'esso con modalità simili a quelle della 'cavalletta' e legato evidentemente a territori ad alta intensità turistica”.
Lasciando da parte le cifre, “nella sostanza resta un grande tema: l'adeguamento permanente degli organici di Polizia a beneficio di una provincia come la nostra che ha caratteristiche uniche nel panorama italiano. Dal 1996, primo anno del rilievo statistico con conseguente (e poi ciclicamente ripetitivo) dibattito politico, ogni anno i Comuni riminesi sono costretti a pregare l'invio di rinforzi solo estivi, che in Riviera restano poco più di un mese. Un fatto che credo squalifichi prima di tutto lo Stato italiano, 'colpevole' di non valutare le peculiarità territoriali e provvedere ad esse”.
Una volta che sarà operativo il nuovo Governo “chiederò, anche attraverso l'aiuto dei 5 parlamentari eletti nell'area riminese, un incontro con il nuovo Ministero dell'Interno e la sua dirigenza per avere certezze e prospettive non solo sulla Cittadella della Sicurezza, ma sul rafforzamento permanente delle forze di Polizia sul territorio. Il passaggio cruciale è questo e per questo è auspicabile finalmente l'armonia tra le istituzioni e i parlamentari eletti. In passato, infatti, non è accaduto raramente che il ruolo di rappresentante a Roma fosse vissuto come esponente di questo o quel partito, più interessato dunque a penalizzare mediaticamente, specie sul fronte della sicurezza, il Comune dal diverso orientamento politico amministrativo. Con il risultato paradossale che Comuni confinanti vedevano sui banchi dell'accusa alternativamente quella che era minoranza da una parte e maggioranza da questa e viceversa. Ora, se il tema della sicurezza è, a detta di tutti, una priorità, allora bisogna lavorare collegialmente per una soluzione prioritaria”.