(Rimini) I palloncini bianchi, argento e rossi svolazzano sull’altare. Per lo più tondi, qualcuno a forma di cuore, si piegano e rialzano assecondando il soffio del vento, rimanendo attaccati alla terra, ognuno assicurato ad un filo sottile. L’attesa silenziosa e ordinata di migliaia di persone stupisce. “Dà corpo a un popolo che si è mosso attorno a cinque fragili e a due grandi disponibilità”, commenterà qualcuno più tardi.
Davanti all’altare apparecchiato allo stadio, sopra un drappo rosso, le sette bare di Maria Aluigi, Romina Bannini, Alfredo Barbieri, Francesca Conti, Rossella De Luca, Massimo Pironi e Valentina Ubaldi. Si sono tenuti oggi a Riccione i funerali delle vittime del tragico incidente di venerdì scorso in A4, vicino allo svincolo di San Donà di Piave. I due operatori e i cinque ospiti del Centro 21, associazione che sostiene progetti di inclusione per ragazzi down e disabili, avrebbero trascorso un week end di festa insieme.
“Oggi è Pasqua”, ha detto il vescovo Francesco Lambiasi aprendo la celebrazione. E’ sempre Pasqua quando celebriamo le esequie dei nostri fratelli nella fede: Pasqua significa "lasciati incontrare dal Signore risorto". Gesù risorto e vivente ci raggiunge nelle nostre morti, nei nostri dolori, nelle nostre fatiche e ci porta se stesso. Chiediamo a Lui che dia vere pietà e misericordia, perché da soli non ce la possiamo fare. Riconosciamolo con onestà, più che con umiltà”.
Successivamente, nell’omelia, dopo il commento al brano evangelico che racconta dei discepoli di Emmaus, il vescovo ringrazia i “nostri indimenticabili “fratellini e sorelline” che noi diciamo, con parola incespicante, ‘scomparsi’, perché non li vediamo”, con un breve saluto per ognuno. “Vorrei ancora aggiungere un grazie a tutti voi, babbi e mamme, di questi nostri splendidi ragazzi. Grazie per aver dato una mano decisiva a Dio, perché i vostri figli potessero venire alla luce, nella certezza incrollabile che la vita è un bene infinitamente più grande della non-vita”.
Infine, il vescovo ha ringraziato chi resta del Centro 21. “Ricevete la nostra stima più sincera e ammirata. Sì, noi ammiriamo, grati e incantati, la vostra generosità, il vostro invincibile coraggio, la vostra inesauribile creatività, la vostra inossidabile passione nel portare avanti quella che papa Francesco chiama la rivoluzione della tenerezza”.
Al termine della cerimonia, i ricordi di familiari e amici. “Chiediamo a Dio di dare loro carta bianca affinché dal Paradiso possano vegliare su tutti noi che restiamo. Non lasciateci soli”, prega un padre. “Oltre al vuoto, ci hanno lasciato la loro importante lezione: la passione e l’impegno sono le armi che la vita dà per affrontare le sfide. Vi ricorderemo sempre come sorridenti, danzanti e felici”, ricorda una sorella.
“Per noi, il segno più evidente che la vita è bella così come ci è data. E in qualsiasi condizione è possibile desidera una vita piena”, aggiunge una madre. “Hanno dimostrato che non c’è diversità quando c’è amore e c’è voglia di vivere”, sottolinea un’amica. “Massimo e Romina hanno regalato tutta la loro vita. Mi auguro che alla fine di questa giornata non ci si dimentichi di loro e del Centro 21”. Aggiunge.
Arriva la volta degli operatori del Centro 21. Per ognuno dei loro amici scomparsi dipingono un ricordo che se avessero potuto indossarlo gli sarebbe stato a pennello. “Una piccola famiglia che fa grandi cose. Questo siamo noi, anche se non avremmo voluto che fosse stata una tragedia a farlo capire al mondo. Vi amiamo”.
Spazio ai ringraziamenti. “Abbiamo incontrato una meraviglia”, dice pur commossa e provata dal dolore, Cristina Codicè, presidente del Centro 21 e madre di Maria, una delle vittime. “E non possiamo non ringraziare per averla incontrata”. Cita le polizie stradali di Riccione e San Donà, l’amministrazione comunale di Riccione, “che si è letteralmente fatta nostra compagna di cammino, ci ha spalancato tutte le strade in questi giorni”. Ricorda l’accoglienza ricevuta dagli operatori e dagli psicologi dell’ospedale in Veneto, che hanno saputo tirare fuori “un’umanità straordinaria, hanno amato e curato i nostri figli come se fossero stati i loro figli. Li hanno lavati, truccati, vestiti, sistemati”. Infine, un pensiero a chi ha organizzato la cerimonia delle esequie. “Questo campo è una cosa meravigliosa, la cura di ogni dettaglio, l’impianto, i palloncini, i cuori, la vicinanza di ogni sacerdote. Siamo profondamente grati di tutto questo. Ci sono persone che sono arrivate dalla Romania per essere qui oggi. Segno che questi ragazzi sono davvero nel cuore di ciascuno di noi. Non si fanno queste cose belle se non c’è dietro un amore grande”.
Assente, il prefetto Giuseppe Forlenza, ha fatto arrivare una sua lettera. “Molte le parole spese negli ultimi giorni sulle persone coinvolte nel tragico incidente e sulla bontà delle attività del Centro 21. Ne è emersa una realtà incredibile, non a tutti nota. Il bene che voi fate è per tutti. Per i ragazzi che vivono una seconda famiglia ma anche per l’intera comunità in cui questo bene si esprime”.
Chiude il carosello dei saluti la sindaca di Riccione, Daniela Angelini, anch’essa visibilmente commossa. “Il 7 ottobre del 2022 resterà per sempre nella nostra memoria cittadina. Sarà un ricordo di dolore estremo, personale e collettivo, tra i momenti più laceranti della nostra storia recente. Ma, ne sono sicura, il 7 ottobre del 2022 sarà archiviato nella memoria di Riccione come un momento di grande resilienza per la nostra comunità, che sin da subito ha saputo stringersi per intero attorno ai parenti delle vittime”, ha detto Angelini. “Maria, Alfredo, Francesca, Rossella, Valentina, Romina e Massimo ci hanno insegnato, ce lo stanno insegnando ora e ce lo insegneranno in futuro, a essere migliori. Ognuno a proprio modo, sono stati l’esempio vivente di cosa significhi realizzarsi attraverso la condivisione, l’esserci per l’altro, nutrendosi di quella gioia e quell’amore che consentono di superare ogni difficoltà e sofferenza. La nostra città vi deve tantissimo”.
E arriva così il momento di lasciare volare via i palloncini.