Rimini | Rivoluzione civile fuori dai giochi: Tutta colpa del voto disgiunto
Queste sono elezioni senza vincitore, dicono il giorno dopo i sostenitori riminesi del magistrato Antonio Ingroia, rimasto fuori dal Parlamento, come anche l’assessore provinciale Mario Galasso candidato in terza posizione (e l’ex grillino Giovanni Favia capolista degli aspiranti deputati emiliano romagnoli di Rivoluzione civile). “Si autoalimenta un senso di incertezza che non darà grandi prospettive al Paese”, dicono. “La lista di Rivoluzione civile ha perso e molte speranze di cambiamento restano, quindi, senza rappresentanza politica. L'elettorato ha affidato l'opposizione a coloro che non sono né di destra né di sinistra e non sono in cerca d'identità perché gli basta quella del loro leader”.
Rispetto al loro risultato, in provincia l’1,3 per cento, pensano sia tutta colpa del voto disgiunto “anche nel nostro territorio dove non c'era alcuna necessità di soccorso al centrosinistra al Senato; ma il danno più grave è certamente stato quello della campagna per il voto utile, una vera bufala. Il centrosinistra, anziché saccheggiare il voto altrui, avrebbe dovuto preoccuparsi piuttosto di non perdere la fiducia dei propri elettori”. E avvertono: “La battaglia politica continua anche fuori dalle istituzioni, la gente ha bisogno di risposte concrete a problemi reali”. Tra gli esponenti di Rivoluzione civile in consiglio comunale a Rimini Fabio Pazzaglia (Sel - FareComune), Savio Galvani (Fds), Stefani Brunori (Idv). Gli ultimi siedono tra i banchi della maggioranza.