Rimini | Il Pd perde voti, Zerbini chiede le dimissioni dei ‘responsabili’
Un crollo. Partiamo dai dati nazionali. Se nel 2008 Walter Veltroni perse le elezioni con ben oltre 13 milioni di voti, ieri Pierluigi Bersani le ha vinte con poco più di 10 milioni. Il Pd alle precedenti competizioni politiche poteva vantare 12,6 milioni di voti, il 36,38 per cento. Il dato di ieri, invece, parla di 8,6 milioni di voti per il Pd, pari al 25,42 per cento. La cosa non è diversa a livello locale. Sia a livello comunale sia a livello provinciale il Pd perde 11 punti percentuali rispetto al 2008, dal 41 al 30 per cento. In valori assoluti, l’emorragia è di oltre 19mila voti (si passa da 78.976 a 59.710 voti) a livello provinciale e di 10mila (da 36.017 a 26.008) a livello comunale. Per non parlare del fatto che sia nel territorio provinciale sia in quello comunale il Pd è secondo partito, dietro il Movimento 5 Stelle. E pensare che fino a poche settimane fa, il Pd uscito dalle primarie sembrava dover conquistare non appena l’Italia, e invece perde punti nelle roccaforti.
“Un macello”, lo definisce il consigliere comunale del Pd Samuele Zerbini, a suo tempo sostenitore di Matteo Renzi. “Mi sembra che i responsabili debbano dare le dimissioni dal primo all’ultimo. Hanno fatto già abbastanza danni, quindi si dà il caso che adesso mettano a posto questo casino romano, ma poi al più presto si mettano le cose a posto anche nel partito”. Zerbini, in pratica chiede nuovi congressi a tutti i livelli, dal nazionale al locale. Chiede di azzerare gli attuali vertici ed eleggerne nuovi (anche se in realtà i segretari delle sezioni romagnole del partito, vedi Emma Petitti, erano candidati alla camera a andranno a Roma, quindi si sarebbe dovuto comunque sostituirli). Chiede un rinnovamento radicale. “Se abbiamo perso tutti quei voti in così poco tempo, Bersani (una persona di cui io ho il massimo rispetto) una domanda se la dovrebbe fare. E dovrebbe anche darsi una risposta”.
Ci sono state le primarie a fine dicembre. Non è stata anche quella (o non poteva essere) un'opportunità di rinnovamento? “Le primarie non sono servite perché ci sono state alcune forzature e storture. Per esempio quella di dire no ai 200mila italiani che avrebbero desiderato votare al secondo turno. E’ stato un gesto significativo”.
E se al posto di Bersani alle primarie avesse vinto Renzi? “Non possiamo averne la certezza, ma mi sembra abbastanza chiaro che Renzi sarebbe stato votato da molti che, invece, hanno votato il Pdl e anche da molti che hanno votato il 5Stelle. E questa è una cosa a cui io vorrei pensassero tutti quelli che durante le primarie ci spiegavano che il sindaco di Firenze non era in linea con l’elettorato e che candidarlo premier avrebbe fatto vincere Berlusconi”. A non far funzionare i calcoli di Bersani è stato probabilmente il fatto che “le persone - dice ancora Zerbini - non sono buoi che vanno con l’anello al naso dove li mandi tu, se non sei in grado di spiegare la visione dell’Italia che hai o se questa visione non piace”.
Il voto a Grillo nel riminese, arriva tutto dal Pd? “Chi ha perso i voti siamo noi, ma li ha persi anche Berlusconi. Posso dire, nella mia esperienza personale di avere molti amici che avrebbero votato Renzi e invece hanno votato Grillo (così come ho molti amici che avrebbero votato Renzi e comunque hanno votato Pd). E’ successo che, in tutti questi mesi, non siamo stati capaci di convincere. Non sapere spiegare le nostre idee ai cittadini e non essere forti nel rinnovamento (anzi rimanere a metà) ci è stato fatale”.