Oggi 'Il Sole 24 Ore' ha pubblicato la sua classifica sulla qualità della vita nelle province italiane. Il quadro dipinto racconta di una Rimini che passa dal 46esimo al 51esimo posto. Non va molto meglio in Regione. Otto delle nove province perdono terreno comparate allo scorso anno e Rimini tra queste. Fa eccezione solo Modena.
Strano ma vero. Eppure solo due settimane fa il quotidiano 'Italia Oggi' segnalava la crescita delle province emiliano-romagnole proprio nella qualità della vita e sulla base degli stessi indicatori. Ne era risultato che il territorio riminese aveva guadagnato, da un anno all'altro 16 posizioni rispetto al 2022, collocandosi al 21esimo posto su 107. "Nulla di inedito visto che è ormai tradizione che le due ricerche, nonostante si fondino su numeri, diano risultati spesso agli antipodi", commenta il presidente della Provincia Jamil Sadegholvaad.
Per Sadegholvaad "più che un commento sulle ricerche, quasi impossibile vista la difformità delle analisi e dei risultati, è più utile concentrarsi su quelli che possono essere trend utili a tentare una fotografia aggiornata della situazione nei 27 Comuni della nostra provincia. Rimaniamo un territorio fondamentalmente vocato al risparmio (20esimo posto nell'indicatore dei depositi bancari delle famiglie consumatrici) ma, a causa probabilmente della crisi pandemica che si è abbattuta per quasi 3 anni soprattutto sull'industria trainante, che è il turismo, abbiamo cominciato a intaccare quel gruzzolo, con una variazione in negativo dell'8,1 per cento tra 2022 e 2023".
Resta attivo il saldo tra imprese nuove e fallite (rispettivamente 13esimo e 41esimo posto) mentre è basso il tasso di imprenditorialità under 35 (99esimi). Sul fronte del benessere di vita, la provincia di Rimini è tra quelle che garantisce la più alta speranza di vita alla nascita (settima), ha un'alta percentuale di laureati (11esima) andando a ribaltare un dato storico negativo, ma ha un tasso di fecondità e un quoziente di natalità non troppo brillanti (79esima e 63esima). Rimane alta la pagella dell'ecosistema urbano (13esimi assoluti), bene il posizionamento tra le amministrazioni digitali (20esimi), incoraggiante la 12esima posizione per scuole accessibili e il podio (terzo posto) nelle riqualificazioni energetiche.
Sul fronte della sicurezza, il punto dolente per la provincia di Rimini in ognuna di queste ricerche da 30 anni a questa parte, "rimaniamo agli ultimi posti (106esimi) per reati denunciati ma, come avvertono nella legenda sia Italia Oggi che il Sole 24 Ore, va considerata una maggiore propensione alla denuncia da parte di tutte le province del Centro-Nord (si collocano tutte oltre la 90esima posizione) a cui aggiungiamo per quanto riguarda il nostro territorio l'incidenza dei flussi turistici che, se considerato, cambierebbe e non di poco questo dato".
Altrettanto tradizionale, dall'altra parte della bilancia, l'indicatore 'Cultura e Tempo Libero' che ci vede risalire alla terza posizione finale grazie al quarto posto per 'offerta culturale', al terzo per 'ingressi a spettacoli', al quinto per 'palestre, piscine e stabilimenti termali', al terzo per 'librerie', al 17esimo per 'indice di sportività'. Anche quest'anno dunque siamo nella norma nella rappresentazione dei 27 Comuni della provincia di Rimini: rimane un territorio sostanzialmente ricco e attrattivo (basti considerare, in negativo, le altissime posizioni per prezzo medio di vendita delle case e dei canoni medi di locazione) ma in cui la crisi del Covid non ha ancora cessato la sua onda lunga, costringendo le famiglie a intaccare i risparmi, a dimostrazione indiretta di quanto la filiera turistica ancora pesi per la nostra area.
"Sicurezza e tempo libero sono due conferme, in senso opposto. Sul primo, al di là della evidente distorsione statistica, occorre per l'ennesima volta rimarcare come, dopo 30 anni anche di queste ricerche dai risultati sempre uguali, non vi sia mai stato da parte dello Stato italiano l'adeguamento degli organici di polizia e delle relative dotazioni strutturali necessario e richiesto a più voci e da qualunque Governo locale. Se è vero che nel 1997, un quarto di secolo fa, i reati denunciati nella nostra provincia furono 29.657 mentre nel 2022 lo stesso dato si è fermato a 21.118 ed erano ancora 24.681 nel 2012, resta lì sul tappeto l'evidenza di un potenziamento concreto delle strutture e degli organici delle forze dell'ordine nelle aree attrattive e ad altissima intensità turistica su cui oggi, a seguito della pandemia, si riversano con progressività crescente ulteriori criticità sociali. Sul fronte della cultura v'è la dimostrazione che la candidatura a Capitale Italiana 2026 non è dovuta tanto o solo al potenziamento dei presidi culturali pubblici, ma a una partecipazione davvero diffusa della fruizione culturale da parte dei residenti. Detto tutto questo, rimane fermo l'assunto iniziale: prendiamo queste classifiche, nel bene e nel male, per quello che sono. Contraddizioni tra loro comprese", commenta Sadegholvaad.