Italia nostra è capofila del un gruppo di associazioni che tornano a puntare i riflettori sugli aspetti negativi della tealizzazione in Valmarecchia di un nuovo impianto eolico. "Sono ormai 9 i progetti di impianti eolici di taglia industriale presentati a catena, nell’arco di pochi mesi, la cui localizzazione ricadrebbe nell’area di grande interesse paesaggistico ed ambientale compresa fra alta Valtiberina e Valmarecchia (corrispondente allo storico Montefeltro). Una situazione inaccettabile, sotto numerosi punti di vista", sottolineano gli ambientalisti. Di seguto la lettera integrale.
Italia Nostra sezioni Firenze e Valmarecchia, WWF sezioni di Rimini e Forlì-Cesena, Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Regione Toscana, Associazione I Cammini di Francesco in Toscana, Gruppo di Intervento Giuridico (GrIG), Associazione Culturale D’la dè Foss (Al di là del Fosso), Associazione Altura ed i Gruppi Crinali Bene Comune in Valmarecchia e Appennino Sostenibile in Toscana, hanno presentato istanza al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Toscana per impedire l’assalto scriteriato di pale eoliche in alta Valmarecchia e Valtiberina.
Siamo al limite dell’assurdo. Sono ormai 9 i progetti di impianti eolici di taglia industriale presentati a catena, nell’arco di pochi mesi, la cui localizzazione ricadrebbe nell’area di grande interesse paesaggistico ed ambientale compresa fra alta Valtiberina e Valmarecchia (corrispondente allo storico Montefeltro). Una situazione inaccettabile, sotto numerosi punti di vista.
In primis poiché si tratta di un attacco al territorio meramente speculativo, che porterebbe interessi economici solo per pochissimi, ossia per le ditte proponenti e per alcuni proprietari terrieri nonché per il Comune di Badia Tedalda, peraltro soltanto nel caso fossero effettivamente corrisposte delle misure compensative, di fatto eventuali poiché previste da un accordo siglato dal comune stesso con alcune ditte proponenti al di fuori della Conferenza dei Servizi.
Ma non solo si tratta di un attacco. Si tratta di un attacco letteralmente “selvaggio”, avanzato in totale assenza di coordinamento e pianificazione nella gestione territoriale, tanto da arrivare alla paradossale situazione di una sovrapposizione di progetti, con commistione di aerogeneratori previsti da ditte diverse per la stessa area.
La selva degli aerogeneratori proposti sarebbe talmente fitta e scriteriata che i rotori delle pale, durante il funzionamento, andrebbero in collisione! Se questi impianti fossero autorizzati, a beneficio di questi pochissimi, il danno causato sarebbe però dell’intera collettività, poiché riguarderebbe ciò che insistiamo nel definire “patrimonio comune”, di tutti.
Si assisterebbe alla trasformazione dell’intera area in un complesso industriale eolico formato da 52 aerogeneratori di grandissima taglia con impatti enormi sull’ambiente e sulla stabilità dei versanti, caratterizzati da innumerevoli dissesti e frane come evidenziato nel piano di assetto idrogeologico – PAI del Bacino Conca Marecchia oggi facente parte del distretto idrografico del Fiume Po. Per questo eventuale beneficio di pochi, ci ritroviamo di fronte a un concreto rischio di disastro ambientale, con previsione di sbancamenti dei crinali al fine della realizzazione di infrastrutture, strade, trivellamenti profondi per reggere le imponenti torri d’acciaio, nell’incredibile obiettivo di impiantarle, oltretutto, a ridosso di aree di dissesto, generando pericoli e minando la sicurezza dell’intero territorio.
Tutta quest’area, per sua specificità idrogeologica, è soggetta a frane.
Pochi mesi fa sono bastati alcuni giorni di pioggia torrenziale perché si generassero danni ingenti e situazioni di allerta grave. Come diventerebbe questo territorio dopo interventi così impattanti? È incredibile che lo si debba ripetere, ribadire. Invece prevale la logica del soldo. L’abbattimento di ettari di bosco di altissimo pregio necessario per installare queste enormi pale con il loro indotto, non solo è un insulto al buon senso, ma è un totale controsenso rispetto agli obiettivi delle cosiddette fonti rinnovabili, che dovrebbero consentire minori emissioni.
Ma, se per realizzare queste opere occorre distruggere ettari di bosco, che cosa significa questo, se non fingere di non sapere che gli alberi nel loro ciclo vitale assorbono la stessa CO2 abbassando così la temperatura degli ecosistemi?
L’attacco selvaggio genererebbe inoltre un impatto paesaggistico enorme e le zone interessate, con i comuni di Casteldelci, Pennabilli, Sant’Agata Feltria, San Leo, Urbino, Borgo Pace, La Verna, San Sepolcro, Caprese Michelangelo, solo per citarne alcuni, vedrebbero stagliarsi all’orizzonte, insieme alle pale, anche un irrefrenabile processo di impoverimento e difficoltà dell’economia locale legata al turismo e alle attività socio-culturali che si stanno proponendo in questi ultimi anni secondo modelli innovativi e virtuosi di ripopolamento e di valorizzazione del territorio e delle sue risorse.
Di fronte all’illogico e inaccettabile, le maggiori associazioni ambientaliste e di tutela del Patrimonio Culturale e dei Gruppi locali stanno cercando ascolto ai vertici.
L’Italia non può procedere in queste miope messa a repentaglio del suo patrimonio più prezioso. Italia Nostra sezioni Firenze e Valmarecchia, WWF sezioni di Rimini e Forlì – Cesena, Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Regione Toscana, Associazione I Cammini di Francesco in Toscana, Gruppo di Intervento Giuridico (GrIG), Associazione Culturale D’la dè Foss (Al di là del Fosso), Associazione Altura ed i Gruppi Crinali Bene Comune in Valmarecchia e Appennino Sostenibile in Toscana, hanno pertanto presentato istanza al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e alla Regione Toscana per impedire l’assalto scriteriato di pale che, in molti casi, sarebbero addirittura collocate in violazione delle disposizioni previste dalle norme in vigore che tutelano i beni culturali, il paesaggio e le aree naturali protette.
Non può esserci alcun futuro per un Paese che distrugge il proprio ambiente e la sua bellezza e l’Italia, più di altri paesi al mondo, è stato un fervido esempio che ha fatto della propria bellezza e dei suoi paesaggi un motore trainante per l’economia attraverso il turismo.
Vogliamo distruggere anche questo sotto il cappello di una falsa transizione ecologica?
Italia Nostra sezioni Firenze e Valmarecchia
WWF sezioni di Rimini e Forlì-Cesena
Mountain Wilderness Italia
Club Alpino Regione Toscana
Associazione I Cammini di Francesco in Toscana
Gruppo di Intervento Giuridico (GrIG)
Associazione Culturale D’la dè Foss (Al di là del Fosso)
Associazione Altura
Gruppi Crinali Bene Comune in Valmarecchia
Appennino Sostenibile in Toscana