Ha a tema il cinema e Fellini, il primo intervento pubblico del neo assessore alla cultura del comune di Rimini Michele Lari. "Nel prossimo triennio, a Rimini e su tutto il territorio provinciale, ci sarà da fare un grande lavoro sul tema cinema. E non sarà solo un lavoro di studio, ricerca e documentazione, avendo in Federico Fellini un motore attrattivo di livello assoluto e mondiale in termini accademici e scientifici", spiega.
Dovrà essere "anche un progetto di rete, in cui tutte le realtà territoriali che fanno cinema (e sono molte, straordinarie e importanti: dal Bellaria Film Festival al Nót Film Festival, dal La Settima Arte a Cartoon Club, da Amarcort ai Luoghi dell'Anima, sino a C-Movie Film Festival e Overtime) arrivino a condividere, nel rispettivo campo autonomo di azione e promozione, alcuni obiettivi comuni. Certamente tra questi, ad esempio, devono spartire un rapporto e delle relazioni con la Film Commission regionale", aggiunge.
"Ma ancora di più, a mio modesto avviso, deve prevalere l'ambizione di proporci come terra di cinema di valore internazionale, sia per quanto riguarda la tutela e la conservazione ma, soprattutto, per la proposizione e la produzione di tutto quanto c'è di nuovo, di meglio e di indipendente nel settore del cinema e più in generale delle arti figurative. Non si tratta di fare un semplice accordo tra Festival, esperimento tentato anche in passato ma con esiti non troppo chiari, oppure uno scambio di spazi, più che naturale".
Si tratta "di alzare l'asticella e tendere a qualcosa di più ambizioso visto che, in questo momento storico, la provincia di Rimini è tra le primissime in Italia per dinamismo e anche investimenti su questo fronte dell'impresa culturale cinematografica. Per questo, nelle prossime settimane, mi voglio prendere l’impegno di incontrare gli amministratori comunali e chi sta dietro alle eccellenze cinematografiche che arricchiscono il nostro territorio. Cercare di condividere un obiettivo comune, se possibile, è ormai un obbligo più che una possibilità".
Quindi, "perché non partire, magari, proponendo un’azione, “un nuovo inizio”, ad alto valore simbolico come la reintroduzione del Premio annuale dedicato a Federico Fellini in cui, accanto ai mostri sacri della macchina da presa, non vengano segnalati e segnalate quelle personalità e quelle situazioni che più di tutte stanno facendo del nostro Paese, in questo periodo, un punto di riferimento della cinematografia mondiale più innovativa?".