Si è svolto ieri pomeriggio in sala Manzoni l'incontro promosso dalla pastorale del turismo della Diocesi di Rimini, dal titolo 'Turismo fonte di valori e cultura per le persone e la comunità' Presenti gli operatori di settore, il vescovo Nicolò Anselmi e il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad.
Sadegholvaad ha ricordato la fotodel 1959 presentata in occasione dell'audizione per la candidatura a capitale italiana della cultura. Una famiglia (madre, padre, figlio piccolo) davanti al mare di Rimini. Piedi ammollo sulla battigia. Sguardo all'orizzonte. In quell'occasione il sindaco aveva ribadito come la foto esprimesse simbolicamente l’essenza del rapporto che c’è stato e c’è tuttora, tra milioni di italiani (e non solo italiani) e Rimini, il suo mare, la sua storia, la storia della Romagna. "Sono il mare e la spiaggia per cui siamo conosciuti in tutto il mondo, e che, nel dopoguerra hanno consentito che la vacanza, da prerogativa pressoché esclusiva dei benestanti, diventasse fenomeno popolare. La democrazia della vacanza e del tempo libero che introduce alla grande stagione della crescita post bellica dell'Italia. E' dalla società e dal cambiamento dei costumi che in buona parte è transitata la modernizzazione del nostro Paese'. Rimini, la nostra Riviera, è stata capostipite di una rivoluzione sul modo di fare vacanza, passata da essere esclusivamente elitaria e aristocratica a una vera e propria 'democrazia del viaggio'". In definitva, Sadegholvaad, nell'occasione della pastorale per il turismo, ha di fatto riaffermato "come quella caratteristica dell'essere popolari, aperti a tutti, capaci di includere, fa parte del 'chi siamo'. E, aggiungo, di quello che vogliamo essere anche in futuro".
No all'omologazione. "L'evoluzione della vacanza, da bisogno a consumo, ha portato con sè il bene (tutto il mondo fa vacanza) e il male (i problemi dell'over tourism e di una cultura orientata al consumo). Sta alle città organizzarsi in modo da tenere in equilibrio economia e anima. Economia perché, checché si dica, un'industria turistica porta con sé benessere e occupazione. Anima perché ogni proposta o offerta che dir si voglia deve fondarsi sulle caratteristiche del luogo e delle persone che lo abitano e lo hanno abitato. A Rimini non vogliamo l'effetto 'villaggio turistico standardizzato'".
il sindaco ha poi ricordato gli ultimi 15 ani caratterizzati dalla riqualificazione del patrimonio culturale. "Non c'è niente di più sbagliato di considerare una città turistica e una città per residenti diversa. Sarebbero due gabbie strette e impossibili da vivere. Ridisegnare la città in senso sostenibile, equilibrato, includente vuol dire allora rendere omogenei in ogni parte e in ogni luogo la qualità e la quantità degli interventi e dei servizi. Pensate alla Rimini di oggi: due nuovi musei, un teatro, un quartiere fiesristico, un centro congressi, un lungomare da vivere per chilometri in assoluta libertà là dove sino all'altro ieri rischiavi di essere investito. La nostra città sta diventando da capitale della vacanza balneare a capitale dell'ospitalità 12 mesi all'anno. E questo vuol dire anche assorbire quella stagionalità che non porta con sè lo stress delle due velocità (estate frenetica, inverno in letargo) ma soprattutto la precarietà del lavoro e dei contratti".
Un esempio è stato l'ulitmo week end. 6. "Un fine settimana che ancora 25 anni fa sarebbe stato di soporifero risveglio dal letargo invernale, abbiamo avuto uno straordinario flusso di residenti e turisti sia in centro che sul nuovo lungomare, con tante attività di spiaggia che hanno lavorato quando prima erano chiuse. E' una città che non si accontenta più del sole ma presenta il nuovo percorso museale del Trecento, i congressi, gli avvenimenti sportivi in un periodo in cui, tradizionalmente, le serrande erano abbassate. La differenziazione, la qualità paga. E paga e pagherà anche in termini di assorbimento del lavoro nero e sfruttato, ad esempio. Niente è più efficace di porre il tema della qualità come elemento competitivo e attrattivo".
Come Istituzione "abbiamo il ruolo, le competenze e il compito di realizzare le infrastrutture moderne, necessarie alle imprese per mantenere e potenziare le attività che generano lavoro. Uscendo dalla perimetrazione esclusivamente estiva per diventare capitale europea 12 mesi all'anno, per le sue iniziative, per i suoi servizi, per la sua bellezza e attrattività soprattutto. Il nostro deve essere un ruolo di 'motorino di avviamento', in economia molto vicino alla dottrina di Keynes: non vogliamo sostituirci al privato ma creare le condizioni per cui il privato meglio operi, chiedendo in quel momento al privato condizioni di lavoro, di sicurezza, di comportamento adeguati ai più alti standard di legge , di rispetto delle persone, di civiltà".
Un processo che deve andare avanti. "Completarlo non è un compito del solo Comune, semmai di comunità. Sul tema del lavoro precario penso ad esempio come la riqualificazione dell'offerta alberghiera, progressivamente da stagionale ad annuale possa avere un impatto positivo sui contratti e dunque sulla stabilità dei lavoratori e delle loro famiglie. Come Comune, avendo profondamente investito sull'infrastrutturazione strategica e culturale, dobbiamo incentivare e favorire questi processi di rigenerazione da parte dei privati. Vale per gli albergatori, vale per la spiaggia, vale per gli assi commerciali a mare, vale per il mercato degli alloggi che deve trovare un euqilibrio tra affitti turistici e affitti permanenti. Io sono convinto che la qualità, la sostenibilità, siano grandi equilbratori naturali".