Rimini | Consiglio urbanistica, i 5Stelle non partecipano
Il tentativo di far mancare il numero legale (con la complicità di qualche altro consigliere di minoranza tra cui Giuliana Moretti del Pdl) non ha funzionato , ma il gruppo consiliare del Movimento 5Stelle riminese ha scelto comunque di non essere in aula questa sera, in occasione della votazione da parte del consiglio comunale delle varianti ai piani particolareggiati che il sindaco di Rimini vuole affossare. Non vuole essere complice di un’operazione poco chiara, non vuole partecipare all’inciucio proposto dal sindaco.
“Stiamo seguendo il consiglio comunale ognuno dalla propria postazione di lavoro. Abbiamo deciso di non prestarci al tentativo da parte della maggioranza di usare il nostro fondoschiena”, dice senza particolari giri di parole il capogruppo Luigi Camporesi. “Questa variante l’abbiamo vista ieri mattina per la prima volta è una buffonata pretendere che un consigliere comunale possa nel giro di poche ore maturare un’opinione adeguata con la quale assumere posizione che abbia una minima logica”. Questa una nota di metodo, ma non è tutto qui.
“Se le passate amministrazioni hanno sbagliato completamente le politiche urbanistiche secondo noi la mossa da fare una volta che ce ne sia resi conto è quella di ricominciare da dove si era rimasti. Si riprendono in mano cioè gli strumenti urbanistici e si chiamano i cittadini che hanno subito un danno (vedi gli anni di ici pagato a vuoto dai cittadini privati che attendono di costruirsi la casa a Santa Giustina, ndr) e con loro si quantifica questo danno e li si risarcisce”, spiegano dal Mov.
Secondo Camporesi, “l’amministrazione attuale si muove in perfetta coerenza con le vecchie amministrazioni. Se invece vogliono davvero che noi partecipiamo al dialogo è bene che si tiri linea, che l’amministrazione faccia un mea culpa e che chieda scusa ai cittadini riminesi per i danni arrecati. Mi risulta che il sindaco Gnassi sia in politica da 25 anni e che fosse segretario di partito quando Rimini veniva devastata da 88 varianti al piano regolatore, mentre Melucci usava il piano strategico come mezzo di distrazione di massa”.
Critici rispetto alla posizione dei 5Stelle perché avrebbe potuto far mancare (assieme ad altre assenze strategiche nei banchi della maggioranza) il numero legale i consiglieri del Pd Mattia Morolli, Simone Bertozzi ed Enrico Piccari. “Se è vero che nel loro programma hanno il no al consumo del suolo, perché alla prova del nove, quando bisognava dir sì o no a varianti per aumentare cemento, case, destinazioni d’uso, gli stessi consiglieri hanno preferito darsi alla fuga, nascondendosi addirittura nei corridoi del consiglio comunale per cercare di far mancare il numero legale”.