Balneabilità, a Rimini problema risolto nel 2020. Aeradria, 5,3 mln da bando ricapitalizzazione. Maggiori oneri V peep, si affilano le armi per i primi ricorsi. Si domandano i 5Stelle: Che fine ha fatto Giulia Sarti?
“ECCOLO, il ‘piano Marshall’ per le fogne. Che sarà interamente pagato, sulla carta, da Comune, Hera e Romagna Acque, anche se si spera di poter intercettare milioni da fondi europei e dello Stato. In attesa di quelli, il piano per le fogne va avanti con nuovi numeri e nuovi interventi. Sì perché gli interventi costeranno 154 milioni di euro, anziché i 133 inizialmente previsti, per far fronte ai nuovi lavori chiesti da palazzo Garampi a Hera. Di questi, 43 sono quelli già stanziati per il depuratore di Santa Giustina, la condotta di Rimini Nord e il risanamento fognario di San Giuliano: tutti cantieri «già avviati — ricorda Andrea Gnassi — e sotto gli occhi di tutti». Ne restano altri 111 da finanziare: il Comune metterà 36.800 milioni, al resto penseranno Romagna Acque (altri 36.900) ed Hera (37.300), attraverso l’incremento delle tariffe idriche, sempre che non arrivino quei finanziamenti per cui si lavora da tempo con Roma e Bruxelles. Rispetto al piano fogne già approvato nel 2011, le novità principali sono tre: l’intervento sull’Ausa e quelle sugli sfioratori Colonnella 1 e 2 e Rodella”, ilRestodelCarlino (pp.6-7). “Il primo incremento partirà dall’anno prossimo: un rincaro dell’1,5% sull’attuale tariffa, che è di 1,89 euro a metro cubo. Dal 2015 partirà la ‘stangatina’: ogni anno la tariffa dell’acqua aumenterà del 4,5%, per arrivare al 2020 a 2,50 euro al metro cubo. «Il 2020 — assicura l’amministratore delegato di Hera, Maurizio Chiarini — sarà l’ultimo anno di aumento di incremento delle bollette. Ai riminesi, a regime, il rincaro costerà 9 euro a famiglia. E con quella tariffa, a 2,50 euro a metro cubo, è bene ricordare che Rimini sarà perfettamente allineata alle altre province della Romagna»”. Dei soldi così raccolti, “in ogni caso «abbiamo 58 milioni di interventi previsti sugli altri comuni della provincia nei prossimi anni — assicura l’amministratore delegato di Hera, Maurizio Chiarini — Dei 212 milioni di investimento complessivi, tra i cantieri già avviati e quelli che partiranno, un quarto andrà per gli interventi fuori Rimini». POCO? Molto? Di sicuro sarà Rimini a farla da padrona, a ‘intercettare’ gran parte delle risorse che Hera e Romagna Acque investiranno sull’emergenza fogne”. Con buona pace di Riccione e Misano.
“L'investimento complessivo sul territorio sarà dunque di 212 milioni di euro. A carico di Hera 95 milioni, 80 milioni a carico di Romagna Acque”, NuovoQuotidiano (p.3).
“Nuove vasche di laminazione tra il 2016 e il 2019 per la raccolta delle piogge, con una capacità di 100mila metri cubi. Un lavoro mastodontico sul Piano della salvaguardia della balneazione che oltre al superamento di tutti gli scarichi porterà a un taglio drastico di quasi il 90 per cento del carico di agenti inquinanti riversati in mare”, CorriereRomagna (p.9). Il sindaco richiama San Marino. “Il Comune di Rimini sembra proprio che riceva le acque che arrivano da un territorio molto più vasto. Un “carico di lavoro” a da smaltire e su cui ora serve intervenire. Ed è lo stesso sindaco a spiegarlo: «A livello idrogeologico insistono su Rimini anche i territori di Bellaria, Santarcangelo, la Valmarecchia in generale e mezza Coriano, oltre a San Marino». E proprio sul Titano, il primo cittadino si sofferma: «Nessuna polemica, ma certo potrebbero fare qualche accorgimento, lì a San Marino, a livello di impianto fognario»”.
Bocciate da Hera a Comune le soluzioni alternative. “Nel confronto con l’amministrazione si è discusso anche della proposta firmata dall’architetto Marco Benedettini, il famoso deviatore di costa collegato con il depuratore di Riccione. L’obiezione in questo caso è che «il maxi tubo previsto per funzionare dovrebbe avere una certa pendenza, quindi dovrebbe essere realizzato a circa 20 metri sotto terra». Non solo. Lasciando stare il fatto che Riccione comunque non è d’accordo, «quel depuratore non sarebbe nemmeno in grado di far fronte al carico, occorrerebbe realizzarne uno ex novo»”, LaVocediRomagna (p.11).
Ricapitalizzazione Aeradria, aperte ieri le buste. “Anche Raffaele Ciuffoli, presidente del tour operator ItalCamel di Riccione nonché proprietario di due dei più importanti hotel a quattro stelle di Marina centro (lo Sporting e l’Ambasciatori, acquistato di recente), ha deciso di investire sul ‘Fellini’. L’imprenditore ha presentato ieri un’offerta per l’acquisto di azioni per un valore di 200mila euro. Per la ItalCamel, che lavora prevalentemente con il mercato del turismo russo, la sopravvivenza del ‘Fellini’ è fondamentale. Ma certo non è l’unica realtà riminese interessata alla salvezza dell’aeroporto, eppure Ciuffoli è stato l’unico imprenditore privato che ha deciso di partecipare alla ricapitalizzazione di Aeradria”, ilCarlino (p.9).
“La prima ad aderire al bando pubblico è stata Banca Carim il 3 luglio, con 3 milioni di euro. Il 9 luglio si è fatta viva Asset Banca: un milione l’apporto dell’istituto di credito sammarinese. Lo stesso martedì anche Confindustria Rimini, come è noto con 100mila euro (la quota minima per aderire). Nelle ultime ore prima della chiusura dei termini (le 13 di ieri) sono arrivati gli ultimi due incartamenti: l’Eccellentissima Camera di San Marino offre un milione di euro, infine la sorpresa, il tour operator riminese Italcamel Travel Agency Srl che entra con 200mila euro. Totale, 5 milioni 300mila euro, qualcosa in meno dei 6 milioni che costituivano l’obiettivo ma sufficienti per far moderatamente esultare i vertici di Aeradria”, LaVoce (p.15). “E le voci secondo cui gli enti pubblici sarebbero intervenuti ancora, attraverso la Fiera? «Una questione superata con il deposito della richiesta di concordato del 20 giugno”, spiega Masini, si attendono a breve «gli atti che comporteranno la chiusura dell’aumento di capitale che era stato deliberato dall’assemblea dei soci il 7 giugno 2012. Il nuovo concordato ha il grande obiettivo del coinvolgimento dei creditori, sarà di circa 20 milioni di euro la conversione dei loro crediti in azioni. Non è più previsto un intervento degli attuali soci»”.
Maggiori oneri V peep. Gli abitanti si stanno organizzando per fare ricorso. “Fra le armi che possono brandire, il fatto che le due raccomandate del 1993 e del 2003 ricevute dagli uffici comunali erano generiche, si limitavano a ricordare che bisognava pagare per regolarizzarsi (maggiori oneri di esproprio, da un lato, dall’altro il passaggio alla piena proprietà), anziché mettere i cittadini sull’avviso in modo dettagliato. Ora, alla scadenza dei termini (“ma chissà perché proprio in un periodo non elettorale…”, la butta là Nicola Marcello del Pdl) il Comune sta per bussare alla porta di 1.200 famiglie e di 120 attività commerciali notificando il salasso: le lettere di agosto prevedono cifre fra i 5 e gli 8mila euro, a seconda del tipo di abitazione, per gli oneri di esproprio, fra i 40 e i 65mila euro per la piena proprietà. Ma solo il primo è un onere obbligatorio e non più dilazionabile. Se ne è parlato ieri, per altre 6 ore dopo la seduta di 4 ore di giovedì scorso, nelle commissioni congiunte I^ e V^”, LaVoce (p.12).
“Di fronte a una cinquantina di residenti interessati dalla questione conguagli, che il Comune impone a tutti i 2.034 proprietari di 1.220 alloggi popolari (sui 3.000 euro in media, rateizzati); e al passaggio dal diritto di superficie alla piena proprietà, facoltativo, costo tra 30mila e 70mila euro. La discussione batte sul fatto che «non è vero — spiega l’ingegner Coppola che dal ‘90 si occupa in Comune dei Peep — che è vietata la vendita: l’acquirente compra e si fa carico del vincolo. E’ solo vietata a libero mercato». «Ma voi — tuona una signora dal pubblico — avete vigilato? Non mi risulta». Di lì la (clamorosa) replica di Zerbini. Cui abbiamo chiesto delucidazioni sulle violazioni: «Si parlava di compravendite, ma so anche di affitti che non hanno rispettato le normative. Comunque sono atti di diritto privato, è la Finanza che deve controllare». Perché non fa denuncia in Procura? «Perché non sono a conoscenza dei nomi di chi ha fatto questo tipo di violazioni». Tra gli elementi più contestati, da minoranza e pubblico, che aveva facoltà di intervento, la richiesta di fidejussione per i conguagli: «Come si fa — sbotta uno dei residenti, Leonardo Pistillo, di professione esattore giudiziario — a chiedere una fidejussione a persone di 80-90 anni?”, ilCarlino (p.10).
5Stelle, la democrazia ‘partecipativa’ non arriva a Roma. Intervista del Corriere a Carla Franchini sull’assenza da Rimini del deputato Giulia Sarti. “da un paio di settimane non mancano i rumors sul malumore che circola tra gli esponenti locali. Rumori di sottofondo che sembrano trovare conferme. Il capogruppo in consiglio Luigi Camporesi si limita a spiegare: «Il mio giudizio è sospeso: attendo di vedere se va in porto un progetto per cui le ho chiesto un intervento». Di certo, continua Camporesi, «è oggettivo che la sua formazione è stata più a Bologna che a Rimini. E che non di rado si occupa più di giustizia, mafia e processi ». Decisamente più diretta la consigliera Carla Franchini: «Diciamo che qui a Rimini auspichiamo che ci sia un maggior interesse nei confronti del territorio: è nel Dna del movimento»”, (p.6).
C’è agitazione in Start Romagna. “Sarebbero l’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione, atteso in seguito l’assemblea dei soci della fine del mese e l’incertezza del bilancio consuntivo del 2012 le motivazione della mancata erogazione del premio di produzione (una cifra che varia da lavoratore a lavoratore, da qualche centinaia di euro a oltre un migliaio) che invece doveva entrare nelle tasche delle centinaia di dipendenti della società entro il mese scorso”, Corriere (p.8).
Turismo. “La tassa di soggiorno va rivista e uniformata. E’ quanto ha detto ieri il ministro per il Turismo Massimo Bray rivolgendosi agli imprenditori aderenti a Confindustria Alberghi impegnati nell’assemblea annuale dell’associazione in corso a Roma”, NQ (p.7).