Dramma Delfinario. Crisi, bimbi ritirati dai nidi. Alberghi svalutati. Trc, il tar fa sue le tesi dei residenti di via Serra. Piano città (riqualificazione Bellariva), il Ministero: Rimini è dentro, ma le risorse non sono certe
Delfini sequestrati e trasferiti. Le motivazioni della procura. "Delfini storditi dal Valium e privi di difese immunitarie a seguito del massiccio consumo di farmaci. E ancora: aggressivi perché costretti a vivere in uno spazio ristretto, senza la possibilità di sfuggire all’occhio dell’animale dominante e senza la possibilità di “una via di fuga durante i conflitti” . Animali che hanno dovuto adattarsi a condurre un’esistenza in uno spazio angusto, costantemente sotto la luce del sole di giorno e di notte sotto i riflettori. Condizioni che secondo la Procura hanno determinato un costante stato di stress sottoponendo i delfini “a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche, sottoponendoli a trattamenti idonei a procurare un danno alla salute degli stessi con conseguenti gravi sofferenze”. Secondo la magistratura si trattava di maltrattamenti e sebbene non vi fossero le condizioni per contestare l’aggravante delle sevizie ai due indagati è stato loro contestato di aver agito con crudeltà e senza necessità”", LaVocediRomagna (p.8). "Ci sono volute ben 7 lunghe ore, dalle 10.30 del mattino fino alle 17.35, per portare a termine le operazioni di estrazione del primo dei quattro delfini dalla vasca del Delfinario. Delfini che, una volta posti in apposite mini vasche, sono stati sollevati uno ad uno dal braccio meccanico della lunghezza di 40 metri di una gru del Gruppo Facchini (dopo che in mattinata quello dei Vigili del Fuoco si era rivelato troppo corto) e caricati all’interno di un tir da trasporti alimentari della Caaf di Cesena con destinazione acquario di Genova, “dove - come recita il comunicato stampa diramato dal Corpo forestale dello Stato - verranno inseriti nelle due vasche curatoriali, non visibili al pubblico e adiacenti la vecchia vasca espositiva, per effettuare il consueto periodo di quarantena”", (p.9). Sulla vicenda si esprime la biologa marina Bianca Mezzapesa, presidente dell'associazione Adria watchers. "“In quanto biologa premetto che non sono a favore dei delfinari, però la vicenda in questione presenta dei lati oscuri e quello che è accaduto ieri, rischia di danneggiare la salute dei delfini. Infatti, prelevarli dal loro habitat nel quale hanno sempre vissuto, in così poco tempo e senza la necessaria preparazione, e sottoporli ad un viaggio di almeno 6-7 ore all’interno di un camion può recar loro uno stress non indifferente. Soprattutto per chi come Alfa (la madre) non è più giovanissima e chi come Lapo (l’ultimo nato) è ancora convalescente”… “Conosco la signora Fornari e so per certo che, sia lei che il suo staff, hanno sempre agito nell’interesse e nella salvaguardia dei delfini. Se i capi d’accusa sono la somministrazione di anticoncezionali e di valium, posso garantirvi che è una cosa del tutto normale: il primo serve per evitare che si riproducano tra loro, mentre il secondo può essere usato sia come stimolante dell’appetito, sia come calmante in periodi particolarmente intensi e stressanti”". Anche il consorzio degli operatori del porto ha da dire qualcosa in merito alla vicenda. "“Rimini Porto ha già presentato un’ipotesi di intervento per l’area sulla quale insistono le aziende rappresentate, all’interno della quale c’è anche la risposta agli indispensabili adeguamenti necessari per il Delfinario che diventerebbe un parco marino. Questo darebbe modo all’area di incrementare le sue ‘funzioni’, riconoscendo a chi oggi è disposto ad investire di poter proiettare nel futuro la sua attività”. “Noi siamo pronti! A giorni presenteremo il nostro piano finanziario. E’ inconcepibile che i lungomari di Rimini debbano rimanere quelli che sono da 50 anni, così come è ancor più inconcepibile che aziende storiche e sane siano costrette a chiudere i battenti perché non ricevono risposte da chi le deve dare”", (p.11).
Gli indagati sono due, "il veterinario e il direttore Massimo Muccini", ilRestodelCarlino (pp.4-5). Intanto tanta gente ieri è arrivata alla vasca per protestare contro il provvedimento della procura. "«LASCIATECI i nostri delfini, Rimini si merita di avere ancora un Delfinario!». Nemmeno il cordone di polizia e carabinieri ieri ha fermato la protesta di tanti riminesi, arrivati in piazzale Boscovich per manifestare contro il trasloco forzato dei quattro animali, da ieri notte ospitati all’acquario di Genova. Una protesta spontanea, partita dal tam tam su Facebook e poi portata avanti tra cori da stadio e lacrime. Solo i (pochi) animalisti presenti hanno festeggiato la partenza di Alfa (la mamma), Sole, Luna e Lapo, che hanno lasciato il Delfinario di Rimini poco prima delle 20, forse per sempre. Già perché il Delfinario, che non è a norma e difficilmente potrà adeguarsi a ampliarsi come chiede, potrebbe non rivedere i delfini per anni". "Piangono e si disperano invece Monica e Tamara Fornari, figlie di Nemmo, fondatore del Delfinario (l’ha inaugurato nel 1968)". "«Da 20 anni stiamo chiedendo l’ampliamento e non ce lo permettono, adesso ci portano via gli animali». Parole di fuoco, che le sorelle Fornari hanno ripetuto a muso duro a ispettori e funzionari della Forestale. «E ora come la mettiamo con i nostri dipendenti? E con le 100 aziende artigiane che lavorano con noi? Pensare che la prossima settimana avevamo già preso accordi per portare i delfini a Genova, e fare i lavori alla struttura per adeguarla e metterla a norma per ospitare almeno due animali. Ora è tutto finito: grazie Gnassi, per averci fatto chiudere il Delfinario!»". "Esce a pezzi Gnassi dalla vicenda del Delfinario. Massacrato dal popolo di Facebook e da chi ieri ha voluto seguire in diretta le operazioni di trasferimento dei delfini, Gnassi non si è fatto vedere in piazzale Boscovich. Al contrario dell’ex sindaco Alberto Ravaioli, venuto a manifestare la sua solidarietà. «E’ una vergogna, una cosa del genere non doveva accadere...», attacca Ravaioli. Che però si guarda bene dal prendersi responsabilità, nonostante la proprietà (quand’era lui sindaco) più volte avesse chiesto di ampliare il Delfinario. «Ma quando c’eravamo noi a palazzo Garampi, le norme sulle strutture non erano ancora così vincolanti...». Andrea Gnassi, a cui qualcuno deve aver riferito le parole di Ravaioli, dopo un vertice straordinario con la giunta nel pomeriggio se ne esce con una nota che non fa sconti ai predecessori: «Erano gli anni ’90 quando si è cominciato a discutere di ampliamento, più necessario che auspicato. Problemi che si sono trascinati fino all’entrata in vigore della legge 496 del 2001. Probabilmente se in passato ci si fosse resi conto della situazione, non si sarebbe arrivati a un punto così critico. Occorreva che per tempo si individuasse una soluzione concordata tra proprietà, Comune, Regione e Stato, visto che tutte le aree pertinenziali al Delfinario sono di proprietà del Demanio e l’amministrazione su quelle aree non può materialmente e legalmente nulla»".
Scuola, la crisi porta via i bimbi dai nidi. "I dati più preoccupanti riguardano i bambini dei nidi. «Per la prima volta sono stati ritirati decine di bambini dalle liste — spiega la Lisi — liste che la scorsa primavera erano piene. Cinquanta sono stati tolti dai genitori nel solo mese di settembre. Una settantina in tutto su 280 in lista all’inizio. Uno su quattro: fenomeno che ha riguardato i più grandi, dai 24 ai 35 mesi di età». Fenomeni già visti in vari comuni della provincia, «ma inediti per Rimini, nonostante la crisi non era mai accaduto», continua la Lisi. «Fa piacere dal punto di vista della risposta alla domanda — continua — ma è un fatto molto preoccupante socialmente»", ilCarlino (p.3).
Alberghi in cerca di acquirente. "CENTINAIA di hotel in vendita, ma nessuno compra. Che dice Aureliano Bonini, esperto di turismo nostrano e nazionale? «Un’estate difficile per tutta l’industria dell’ospitalità — attacca il presidente di Trademark Italia —. Quel che capita alla Riviera romagnola accade a tutti gli alberghi italiani». Ovvero? «L’elenco dei venditori aumenta ogni giorno, ma le transazioni riguardano solo i grandi alberghi, i 5 stelle di Roma, Firenze, Milano e Venezia. Il resto dell’offerta è in sofferenza, incagliato nelle sabbie bancarie». Grandi sconti ma tutto fermo. «Dopo 4 anni di flessione della domanda turistica business e leisure nazionale i valori degli hotel si sono quasi dimezzati in tutto il Paese. Alberghi che valevano 200.000 euro a camera sono passati a 100.000, quelli da 100.000 a 60.000, nelle aree balneari stagionali anche a meno»", ilCarlino (p.7).
Piano città, le precisazioni da Roma. "DOCCIA fredda dal governo al Comune di Rimini sul Piano Città. L’esecutivo nazionale ha inviato nei giorni scorsi una lettera - ne ha dato notizia alla giunta l’assessore al Bilancio Gianluca Brasini — nella quale in sostanza, si conferma che Rimini resta tra i 28 Comuni che otterranno il cofinanziamento su progetti di riqualificazione, con 7,5 sui 318 milioni di euro promessi dal ministero delle infrastrutture. La notizia brutta, segnala la vicesindaco Gloria Lisi, è che nella lettera il governo precisa che «in caso non vengano reperite le risorse necessarie a livello nazionale, il Comune non avrà alcun diritto di rivalsa verso l’esecutivo stesso». Insomma, se anticiperà i soldi potrebbe non vedere una lira da Roma", ilCarlino (p.8).
Trc, il tar dà ragione ai residenti di via Serra. "SE NON proprio un «altolà» al metrò di costa, il Tribunale amministrativo regionale ha imposto un bel limite di velocità ai lavori del Trc. Il Tar di Bologna ha accolto la richiesta di sospensiva presentata da quattro residenti di Lagomaggio (tutti in via Serra) che chiedevano ad Agenzia Mobilità di limitare il proprio intervento alle sole e precise aree espropriate. «Siamo molto soddisfatti — dice l’avvocato dei cittadini, Giancarlo Migani — perché sono stati accolti i ricorsi contro l’occupazione temporanea e soprattutto contro la demolizione estesa di quel che insiste sulle aree, sino alla sentenza di merito». In sostanza — aggiunge l’architetto Gallini, tecnico incaricato dai residenti di una perizia a loro tutela — il Tar ha accolto la mia tesi: Agenzia Mobilità non può costruire nulla fuori dal cosiddetto ‘corridoio Cipe’, cioè un’area di ingombro che si basi esattamente sugli elaborati progettuali, mentre AM sosteneva che poteva procedere con la demolizione anche di manufatti collegati»", ilCarlino (p.11).