Il giorno più lungo per il Pdl, anche a Rimini. Cupro toglie i veli. La Maggioli in crisi licenzia. Ex fiera: è pronta la variante, ma la maggioranza non è convinta. Asl unica, i contro del Pdl cesenate. Don Giussani e la Romagna. Aspettando la cometa
Il Pdl riminese nel giorno più lungo. Ieri Senato e Camera hanno votato una fiducia tutt'altro che scontata al Governo Letta, grazie al ripensamento di Silvio Berlusconi. Da Pizzolante la buona notizia (che in molti aspettavano): "“Io rimango dentro il Pdl – chiarisce – Un Pdl che però dovrà avviare un serio processo di rinnovamento al suo interno, davvero non più rinviabile. Obiettivo, questo, che dovrà andare di pari passo naturalmente con la difesa del nostro leader, che ritengo anch’io vittima di un accanimento giudiziario vergognoso e che non può essere accettato con rassegnazione”", NuovoQuotidiano (p.3). O forse no. "IL NOME ancora non c’è, ma la faccia ormai ce l’hanno messa. Una cinquantina di parlamentari Pdl che ieri hanno decretato la fine della monarchia berlusconiana. Tra questi c’è il riminese Sergio Pizzolante. Onorevole siamo al divorzio dal Cavaliere? «Andiamoci piano. Noi a Silvio Berlusconi vogliamo bene, per questa ragione ci siamo mossi al fine di garantire un governo al Paese». E pensa davvero che Berlusconi abbia gradito? «Non siamo dei sabotatori, riteniamo che per difendere Berlusconi dall’aggressione giudiziaria a cui è sottoposto questa sia la strada migliore. Facendo cadere il governo Letta avremmo arrecato un grave danno al Paese e allontanato la soluzione ai problemi giudiziari del presidente. Credo che sia stato un grave errore far dimettere i nostri ministri in un momento tanto delicato». Ma ora siete un altro partito... «Diciamo che c’è un confronto in atto. Ma un Pdl isolato non avrebbe alcuna possibilità di cambiare la giustizia in Italia». Il nome, onorevole, l’avete già scelto? «Non corriamo. Per questa sera (ieri, ndr) è convocato un primo incontro tra i 26 deputati e i senatori che non hanno nessuna intenzione di far parte di un partito di estremisti guidato dalla Santanchè, dai Capezzone, dai Bondi. La nuova Forza Italia non può essere una forza che taglia i ponti con la parte moderata e riformista che ha contribuito al successo di Silvio Berlusconi»", ilRestodelCarlino (p.4). "La decisione del parlamentare spacca il Pdl riminese, lascia ferite profonde e soprattutto apre la porta a scenari impensabili solo fino a pochi giorni fa. Il più categorico è il coordinatore degli ‘azzurri’ a Rimini, Fabrizio Miserocchi. Lui, che pure è un fedelissimo di Roberto Formigoni, ora alla guida dei dissidenti di Palazzo Madama, condanna la posizione di Pizzolante senza fare sconti. «Sergio è un amico, ci chiariremo, ma secondo me ha sbagliato. Ma come: proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) che Berlusconi ha capito e ha fatto un passo indietro ritirando la sfiducia, pagando un prezzo pesantissimo e uscendone indebolito, che combinano Pizzolante e gli altri parlamentari? Escono dal partito e formano un altro gruppo. No, non ci siamo: la sacrosanta battaglia intrapresa da Pizzolante andava fatta all’interno del partito»".
"Davanti all'ipotesi della nascita di un nuovo soggetto politico di centro-destra, Moretti non ha preso una posizione ma si è dimostrata possibilista: “È una decisione che ancora devo maturare. Tuttavia sono aperta all'eventualità; mi interessa un partito che goda dell'apporto di tutti, meno verticistico. Di sicuro siamo di fronte a una svolta nel centro- destra; se oggi Berlusconi non fosse tornato sui suoi passi, a quel punto probabilmente non lo avrei seguito”. Più prudente l'atteggiamento di Gennaro Mauro, che preferisce non sbilanciarsi: “Sicuramente è una situazione complessa, stiamo a vedere. Mi auguro che venga salvaguardata l'unità interna al Pdl. A livello locale ancora non c'è stato un chiarimento interno, ho chiesto un incontro nei prossimi giorni per con - frontarci sulle reciproche posizioni”", NQ (p.3).
"“Certo da qui non è semplice capire tutti i risvolti di questa fase”, commenta a caldo il consigliere regionale Marco Lombardi, che però non rinuncia “a criticare l’eventuale scelta di aderire ad un gruppo diverso da quello del Pdl”. “Ma questa situazione politica nazionale, proprio perché in evoluzione, non deve minimamente cambiare i rapporti a livello locale”, aggiunge, invitando a valutare il da farsi soltanto quando gli equilibri saranno davvero definiti. Per quanto lo riguarda la prospettiva non può che essere una: “Resto convintamente berlusconiano. E sto con Forza Italia. Non a caso la scelta di candidarmi alle ultime politiche con il Mir (che è una componente a tutti gli effetti di Forza Italia) derivava anche da un disagio per come si stava gestendo il partito a livello nazionale”", LaVocediRomagna (p.17).
Pd. Si fanno largo i pro Civati. "Tra i sostenitori più convinti anche l’assessore provinciale al Turismo Fabio Galli, già tra i promotori del comitato riccionese che vanta già un profilo Facebook (Riccione per Civati) che ha raccolto finora più di 200 “mi piace”. Ma il fronte riccionese era piuttosto nutrito: c’erano infatti anche il sindaco Massimo Pironi e l’assessore all’urbanistica Maurizio Pruccoli. Quanto ai riminesi, alla riunione dell’altra sera anche i consiglieri comunali Massimo Allegrini e Simone Bertozzi. E poi il sindacalista della Cgil Massimo Fusini", NQ (p.5).
Cupro toglie i veli. "La moda è a km zero con Cupro, un nuovo brand creato da Marco e Manila Tomassoni, due fratelli sammarinesi, classe 1980 lui e 1975 lei. Un sogno nel cassetto che si realizza domani sera alle 18,30 con l’inaugurazione ufficiale del concept store Cupro, il primo aperto in pieno centro a Rimini. Tre vetrine affacciate su piazza Cavour, via Sigismondo e Vecchia Pescheria. Uno spazio di 300 mq, sfitto dal 1986 e totalmente rinnovato. In un momento di crisi la sfida di questi giovani imprenditori risulta ancor più coraggiosa e l’investimento assolutamente impegnativo. All’interno lavoreranno undici dipendenti tutti residenti a Rimini e, oltre a questi, sei saranno a chiamata. Nel 2012 Marco e Manila hanno fondato il marchio, l’azienda è sul Titano, a Dogana, dove lavorano dodici dipendenti, fra ufficio stile e showroom", LaVoce (p.17).
Ex fiera. La variante è pronta per essere discussa e votata. Primo scoglio in maggioranza. "A far storcere il naso ad alcuni consiglieri è la contropartita legata alla realizzazione del nuovo impianto: e cioè l'ampliamento dell'area destinata a commerciale nella zona, cosa che consentirebbe alla Fiera (proprietaria dei terreni) di andare incontro agli obiettivi degli investitori che hanno manifestato interesse, e cioè realizzare un nuovo supermercato. Per l'ente Fiera si tratta di una partita di estrema importanza. Perché la vendita dei terreni dell'ex Fiera, inclusa l'area dove doveva essere realizzato il nuovo Auditorium (poi saltato), consentirebbe di abbattere il debito contratto per la realizzazione del nuovo Palacongressi. Si parla di un affare da circa venti milioni di euro per un'area di circa 15mila metri quadri complessivi (i 9000 per i quali era già stata approvata in passato una variante per la realizzazione di nuovo residenziale più i 6.300 metri quadri dove doveva sorgere il nuovo Auditorium). Quanto alla futura piscina, che dovrebbe sostituire l'attuale impianto comunale, è prevista una vasca principale di 25 metri e altre vasche dedicate", NQ (p.5).
Crisi, problemi anche per la Maggioli. "La direzione, che come noto fa capo al presidente della Camera di Commercio Manlio Maggioli, ha dato comunicazione ufficiale nei giorni scorsi agli organi provinciali sindacali di settore (Fistel-Cisl, Slc-Cgil e Uilcom-Uil) di un incontro per avviare le procedure art. 24 (licenziamento) e 4 (mobilità) della Legge 223 del luglio 1991 indicando “la necessità di procedere al licenziamento collettivo per ridurre il personale di 31 unità sul territorio nazionale”", LaVoce (p.11).
Asl unica, dove sta sbagliando il sindaco Lucchi secondo il consigliere comunale del Pdl a Cesena, Tommaso Marcatelli, LaVoce (p.3). "L’assunto ideologico del sindaco è che il sistema aziendalistico è immutabile, che 4 aziende costano troppo, e che una sola permetterà di ridurre i costi amministrativi e gestionali. Non si trova un solo accenno alle esperienze internazionali che contraddicono questi assunti (Inghilterra e Olanda, per esempio, che hanno recentemente dichiarato non sostenibile il sistema aziendalistico ereditato dal passato) e neppure al fatto che occorra pensare al futuro in termini diversi da quelli che prevedono un’aziendalismo immutabile, affermando che la crisi attuale è solo di natura economica. Le affermazioni del sindaco, contenute in una recente intervista, sono esemplari di una retorica da training autogeno che confonde la realtà con le illusioni: il coraggio sta nell’andare avanti nell’unificare le aziende, tutto sarà saldamente nelle mani della CTSS di tutti i sindaci della Romagna (che pare siano 48!), ci aspettiamo una gestione distrettualizzata, ecc.: tutte parole senza progetti… Dalla letteratura internazionale le aziende con territori troppo vasti possono comportare fra l’altro: perdita di identità culturale, complessità del coordinamento, difficoltà a bilanciare la centralizzazione del controllo e della programmazione con l’autonomia di gestione a livello periferico, mentre risulta che le aziende adeguatamente dimensionate consentono: migliori integrazioni socio sanitarie e ospedale – territorio, tempestività di azione del management, maggiore controllo delle spese, maggiore coinvolgimento degli operatori, rapporto non impersonale con le istituzioni territoriali. Invece l’attenzione predominante di tutti gli esponenti della maggioranza politica regionale è rivolta all’apparato aziendale inteso come organizzazione e come sistema, da tenere rigidamente sotto controllo… È quindi una nuova occasione perduta che darà vita ad un sistema iperprogrammato e ipercomplesso, governato da una burocrazia autoreferenziale, invasiva e fagocitante ad alto potenziale di inefficienza. Questo è il punto che mostra in anticipo dove affogherà l’Ausl unica".
Don Giussani e la Romagna, LaVoce (p.6). "C'è qualcosa anche della Romagna nel cuore della straordinaria vicenda umana di don Luigi Giussani, il fondatore del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, narrata nella sua biografia appena editata dalla Rizzoli. Innanzitutto l’autore. Alberto Savorana, giornalista, da decenni milanese d’adozione, è però nato e vissuto fino alla maggiore età a Forlì, dove ha incontrato CL, per arrivare poi a Milano, dopo aver studiato a Bologna, lavorando per quasi vent’anni a fianco di Giussani. In un’opera monumentale di quasi 1400 pagine, Savorana racconta la vulcanica ed ardente avventura del prete brianzolo". "L’avventura umana ed ecclesiale di Gs prima e di CL poi (…) troverà proprio in Romagna uno dei primi e più fertili terreni, dopo la Lombardia, attraverso incontri e personaggi come don Francesco Ricci o don Giancarlo Ugolini, che diventano amici di Giussani agli inizi degli anni ’60. Per la precisione Ricci, forlivese, incontra Giussani per circostanze fortuite nel ’62, Ugolini nel ’63, ed entrambi diventando protagonisti della diffusione del movimento in Romagna. Ed è romagnolo il cantautore ciellino più famoso di Cl, Claudio Chieffo, citato più volte nell’opera di Savorana. L’incontro che cambierà definitivamente la vita di Chieffo avviene nel ’62, ad una tre giorni in Campigna. La Romagna ricompare in alcuni tornanti storici decisivi e drammatici per lo sviluppo della realtà ecclesiale innescata da Giussani. Nella bufera del ’68, una buona parte dei giessini abbandona la realtà ecclesiale per inseguire le utopie del momento. Questa tempesta investe con particolare forza la comunità giessina riminese che perde la maggior parte dei suoi aderenti. La ripresa avverrà ad una due giorni passata a Torello, un paesino a 25 km da Rimini, con Giussani, Ugolini ed alcuni allora giovani riminesi che saranno poi in buona parte i protagonisti della nascita del Meeting di Rimini, nel 1980, come Emilia ed Antonio Smurro".
Aspettando la cometa Ison. "All’osservatorio astronomico di Saludecio gli esperti ed appassionati che si ispirano a Copernico sono in attesa della cometa di Natale. Non è uno scherzo e nemmeno una notizia a sfondo mistico: gli astronomi stanno preparando gli strumenti per vedere e fotografare nel miglior modo possibile la cometa Ison, in avvicinamento, già “captata” dalle lenti dell’osservatorio ma ancora “piccola”, ad una distanza di 600 milioni di chilometri da noi", LaVoce (p.13).