Isole del sole. Per produrre energia in mezzo al mare
La chiamano la nuova frontiera del fotovoltaico. Sono gli impianti galleggianti e sembrano poter risolvere tanti problemi legati all’energia solare. Ve lo immaginate voi il fotovoltaico sul mare? Noi non ce lo immaginavamo finchè dopo qualche ricerca abbiamo scoperto che anche questo è possibile.
Nella nostra zona ci sono casi di fotovoltaico galleggiante in bacini idrici chiusi come a Bubano in provicia di Imola o a Solaloro in provincia di Ravenna. Purtroppo i bacini chiusi Rimini non ce li ha, ma ha il mare. Come gli Emirati Arabi, che in mancanza di spazio sulla terraferma e sovrabbondanza di mare, hanno pensato bene di installare pannelli fotovoltaici nell’acqua marina. Il prototipo è di un centro di ricerca svizzero, il Centro di Elettronica e Microtecnologia di Neuchâtelm. Il suo nome è Solar Island, è a Ras al-Khaimah, un atollo solare alto 20 metri, ha un diametro di un chilometro ed è completamente ricoperto da pannelli fotovoltaici orientabili, grazie all’utilizzo di svariati motori. E’ resistente alle onde e al vento ed è in grado di produrre fino a 2,2 GWh all'anno, con picchi di potenza pari a circa 1 MW.
Quali sono i suoi vantaggi? Non toglie spazio sulla terraferma, spariscono le problematiche legate alla superficie del tetto da coprire o quelle inerenti al cambio di destinazione d'uso da terreno agricolo a terreno adibito a risorsa per produrre energia, sparisce il pericolo di furti o danneggiamenti. Un’altro esempio interessante è in Scozia dove hanno installato sul corso d’acqua locale di Glasgow le Solar lily pad, delle piccole isole solari.
Il principio è lo stesso e il territorio riminese deve affrontare il tema del suo approvvigionamento energetico: perché le casse del comune piangono e da qualche parte bisognerà risparmiare, perché lo chiede l’Europa, il famoso accordo Patto dei Sindaci verso il 20-20-20 promosso dalla Ue che chiede promosso dall'Unione europea al fine di raggiungere gli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni (almeno -20%), di potenziamento dell'efficienza energetica (+20%) e di aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili (+20%), perché il fotovoltaico da fenomeno folkloristico continua a crescere ed affermarsi.
In un recente articolo sul quotidiano online IlSussidiario.net Davide Bartesaghi, direttore di varie riviste sul tema del fotovoltaico, scriveva: “Oggi sul territorio sono attivi 336.000 impianti fotovoltaici; la quantità di energia elettrica generata da questi impianti nel gennaio scorso ha coperto il 3,36% della produzione netta di energia elettrica nazionale. Considerando il fatto che gennaio è uno dei due mesi con meno ore di sole all’anno, è facile prevedere che nei prossimi mesi questo valore arriverà al 5-6%, e potrebbe anche spingersi più in là. Si tratta di una performance notevole, ancora più sorprendente se si considera che nel gennaio del 2011 questa “fetta” era pari a un misero 0,6%. Insomma, il fotovoltaico non è più la cenerentola energetica italiana. Chi lo considerava poco più che un fenomeno “folkloristico” ha dovuto ricredersi”.
E a Rimini? Un articolo del Corriere Romagna qualche mese fa aveva sollevato il problema accendendo un faro su una situazione a dir poco imbarazzante: “Progetti annunciati e mai avviati. Incentivi dallo Stato per oltre 4 milioni volatilizzati. Fondi regionali intercettati e lasciati nel cassetto. Uffici costretti a corse contro il tempo e a contare sul lavoro di stagisti universitari. Ma i risultati scarseggiano e il Comune resta al palo”. Anche se le possibilità da esplorare e da verificare ci sono e sono tante.
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