Aeradria, sequestro da 3,5 mln ai vertici di Air. Hera multata dall'antitrust. Via Coletti, lunedì chiude il ponte e la passerella ciclopedonale è già in manutenzione. Vpeep va in consiglio di Stato. La darsena alle prese con l'ici
Aeradria. "Il giudice del tribunale civile ordinario di Bologna, sezione imprese, ha disposto il sequestro in solido di beni immobili e mobili fino a un valore complessivo di 3,5 milioni di euro, nei confronti dei principali amministratori di “Air” (Airport Infrastructure Rimini srl), società partecipata di Aeradria al 51 per cento, dichiarata fallita il 9 ottobre 2013… Nel mirino dell’iniziativa (l’onere dell’esecuzione dei sequestri spetta al ricorrente, attraverso il proprio legale) rischiano così seriamente di finire i beni personali di Alessandro Giorgetti, presidente e amministratore “storico” di Air, già coinvolto anche nell’inchiesta penale su Aeradria (è difeso dall’avvocato Michela Vecchi), ma anche quelli degli altri consiglieri della società Eugenio Pacassoni, ristoratore, e Enzo Fabbri", CorriereRomagna (p.7).
LaVocediRomagna parla di "clamoroso sequestro di beni personali per i componenti dell’ex consiglio d’amministrazione di A.I.R. srl, la società “Airport Infrastructure Rimini” che era stata fondata nel 2003 “per gestire il business aeroportuale” occupandosi anche dei lavori, e che invece è fallita rimanendo travolta nell’affaire-Aeradria", (p.12).
"Il giudice, quindi, con un provvedimento “inaudita altera parte” ossia “non udita l'altra parte”, ritenendo fon- data l'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori che hanno portato la società al fallimento, ha, così, concesso il sequestro dei beni in solido e fissato per il 9 aprile prossimo l'udienza di contraddittorio con le parti", NuovoQuotidiano (p.4).
Intanto oggi alla Camera di commercio si sono dati nuovamente appuntamento imprenditori e commercianti. "per capire come sostenere economicamente l’aeroporto. Servono parecchi soldi, nessuno degli operatori si illude di racimolare chissà quali cifre, «ma vogliamo dare un segnale importante. I soldi che oggi tiriamo fuori di tasca nostra in favore dell’aeroporto sono soldi ben spesi — spiegano alcuni degli operatori che si sono fatti promotori della colletta per il ‘Fellini’ — E’ un sacrificio che va fatto, a tutti i costi, perché se chiude l’aeroporto ci rimetteremo molti più soldi tutti quanti. Anzi, molti di noi dovranno proprio chiudere l’attività»", ilRestodelCarlino (p.6).
L'antitrust multa Hera. "Scatta una sanzione di un milione e 898.699 euro per Hera ed Herambiente, causata da un «abuso di posizione dominante nei mercati collegati alla raccolta differenziata di carta in numerosi comuni dell’Emilia-Romagna». Lo rende noto l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha stabilito la sanzione nella seduta del 27 febbraio. L’Antitrust, di fatto, ha rilevato «effetti negativi sullo sviluppo dei mercati della vendita di macero alle cartiere e sul costo della raccolta a carico di cittadini e imprese», recita una nota", Corriere (p.7). "Secondo la ricostruzione effettuata dall’Autorità, Hera (che gestisce in monopolio la raccolta differenziata nelle province di Bologna, Modena, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini) ed Herambiente (operativa nei settori a valle, dallo stoccaggio al trattamento dei rifiuti, fino alla vendita del macero alle cartiere) hanno «abusato della loro posizione dominante - si legge nel comunicato - impedendo l’accesso ai rifiuti cellulosici da raccolta differenziata urbana congiunta ai concorrenti della propria controllata Akron, operante nella produzione e vendita del macero destinato alle cartiere». I rifiuti cartacei provenienti dalla raccolta congiunta urbana di Hera «sono infatti stati ceduti ad Akron direttamente, senza alcun confronto equo, trasparente e non discriminatorio con le offerte dei concorrenti e a un prezzo inferiore a quello di mercato»".
"Dal canto suo il Gruppo Hera (che dovrà bandire una gara nei prossimi mesi) ha ribadito «di avere sempre operato nel pieno rispetto del quadro normativo che presiede la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. LA SCELTA di conferire alla Akron i rifiuti urbani cartacei ha determinato per il cittadino un beneficio economico di circa 1,5 milioni di euro fra 2011 e 2013, in termini di minori oneri per il servizio di igiene urbana. Per tali ragioni il Gruppo Hera si riserva di presentare ricorso al Tar Lazio, affinché venga riconosciuta pienamente la legittimità del proprio operato. Operato, che ha reso i territori serviti da Hera, fra le aree europee in cui il ciclo rifiuti risponde ai più alti standard ambientali e qualitativi»", ilCarlino (in Economia e finanza, p.31).
Gli alberghi della riviera sono sul mercato. Il Corriere intervista Gabriele Drudi, ex albergatore, da diversi anni agente immobiliare, nonché consulente dell’Associazione albergatori di Rimini. «Negli ultimi due decenni - spiega Drudi - c’è stato un cambiamento epocale sul mercato. A metà degli anni ’90, dal mese di dicembre, tutti gli hotel erano già stati affittati, adesso in aprile ce ne sono ancora diversi disponibili», (p.10). I prezzi per la vendita variano "dalla piccola pensione con 14 camere di Viserba in vendita a 400mila euro fino all’hotel 4 stelle in prima linea con 55 camere di Marina centro al prezzo di 6 milioni e 200mila euro".
Da lunedì sarà chiuso e demolito (per poi essere ricostruito entro 120 giorni) il ponte di via Coletti tra San Giuliano e Rivabella. Sul Corriere (p.5) le istruzioni per l'uso.
"E' iniziato il conto alla rovescia per il nuovo ponte sul Deviatore di via Coletti, che comporterà “lacrime e sangue” per la già sofferente viabilità riminese viste le conseguenze sull’asse di via XXIII settembre, quotidianamente intasato nelle ore di punta", LaVoce (p.11). "Ieri poi gli stessi residenti in zona hanno segnalato il cedimento di una palancola lato San Giuliano lungo il percorso ciclo pedonale collegato al ponte provvisorio. Le palancole sono componenti strutturali che una volta infissi nel terreno formano una parete verticale continua che viene definita palancolato".
"Non sarà un unico ‘botto’: «La ditta lo demolirà a pezzi, nel giro di 7-15 giorni», dicono dal municipio. La chiusura al traffico nella notte tra sabato e domenica, subito dopo l’apertura del ponte ciclopedonale. Che è già pronto, ma ieri ha dovuto essere sottoposto alla prima riparazione: ha ceduto la gabbia metallica di uno dei piloni. Intanto è sin troppo facile prevedere grossi problemi per il traffico. Almeno per un paio di settimane. Ovvero, il periodo tra la chiusura del Coletti e la fine dei lavori sul ponte dell’Adriatica, zona stadio del baseball. L’Anas ha annunciato la fine lavori intorno al 3 aprile. Il consigliere di minoranza Fabio Pazzaglia (Sel-Fare comune) attacca. Segnala le ormai consuete lunghe code di auto in direzione nord… Nei giorni scorsi il Comitato Ponte Coletti ha avanzato forti dubbi sul rispetto dei 120 giorni (che farebbero ‘risorgere’ il ponte il 10 luglio), parlando di «estate perduta» e annunciando una possibile class action da parte degli operatori economici di Rimini nord. Il progetto definitivo approvato dalla giunta prevede un nuovo ponte a tre arcate poggiante su due pilastri, lungo oltre 100 metri e dotato di due corsie di 4,10 metri di larghezza separate, sia a destra che a sinistra, da due percorsi per i cicli e per i pedoni. «Un progetto migliorato dall’introduzione e adozione di guard rail in legno anziché acciaio»", ilCarlino (p.2).
V peep al consiglio di Stato. "Non ci si ferma mai al V Peep. Nemmeno dopo una decisione del Tar che ha deciso di non decidere (rimandando al giudice ordinario) sul ricorso presentato dal professor Antonio Carullo a nome di 1.597 residenti. In ballo, come noto, c’è la cifra da sborsare per i maggiori oneri di esproprio ed eventualmente per il riscatto dei vincoli di proprietà. Mica bruscolini... E dopo qualche giorno di silenzio è di ieri la notizia che si è deciso di resistere a quanto deciso dal Tar proponendo ricorso al Consiglio di Stato", LaVoce (p.11).
Tasse, tempo duri per la Darsena. "«Abbiamo già dato, pagando l’imposta sugli immobili persino sullo specchio d’acqua e sui ponti mobili. Ora basta», dice Gianni Sorci, direttore del Marina blu. LA DARSENA si rifiuta di pagare quei 100mila euro di vecchia Ici che il Comune di Rimini chiede per alcune strutture che «non producono reddito e non possono certo essere considerate dei fabbricati». Invece, secondo l’interpretazione data dagli uffici di palazzo Garampi e dagli altri enti competenti, la darsena deve pagare eccome. «Come se non fossimo già abbondantemente tassati — continua ancora Sorci — Prima è arrivata la mazzata dei maxi-canoni del Demanio, passati nel nostro caso da 100mila a 400mila euro»… Le prime cifre sono però davvero elevate: «Ci avevano chiesto, tra imposta dovuta, arretrati, interessi e sanzioni, qualcosa come 670mila euro». Il Marina blu e il Comune di Rimini alla fine raggiungono un accordo sul pagamento della tassa per lo specchio d’acqua, ma la lotta contro i balzelli non è finita", ilCarlino (p.5).
Svelato il mistero della pietra col buco al parco Cervi che sta spopolando su Facebook. "LO ha comunicato a tutti, sempre su Fb, Paolo Semprini: “L’architetto Sancisi mi ha detto come andarono le cose venti e più anni fa; un gruppo di politici riminesi, reduci dalla visita ad un campo di sterminio nazista, gli portarono una pietra grande quanto un pugno dai luoghi della memoria, invitandolo a valorizzarla senza specificare troppi particolari. Egli pensò bene di incastonarla in qualcosa di molto più grande e, dato che doveva essere esposta in luogo pubblico, e quindi doveva essere inamovibile, gli capitò per le mani quella specie di paracarro in arenaria, che personalmente e con uno scalpello bucò per poi consegnarlo ad un artigiano che ci mise quei quattro ferri (ora ridotti a tre) che fermavano la reliquia al centro. Pare che inizialmente fosse stato collocato nello stesso Parco all’altezza dell’Arco d’Augusto, poi spostato dov’è ora. I vandali fecero il resto. Ora che non c’è più la vera pietra di culto, andrebbe rimossa anche la stele”", LaVoce (p.15).
L'Asl di Rimini è lunga nei pagamenti ai fornitori. "TROPPI giorni per pagare le fatture ospedaliere. Pur lontana dai 1.260 giorni dell’Ausl di Catanzaro, l’Azienda sanitaria riminese resta ancora ‘fuorilegge’, ovvero non riesce a rispettare i 60 giorni previsti dalla normativa. Vero è che la situazione è comunque migliorata: si è scesi da 145 giorni a 100", ilCarlino (p.8).