Rimini | Sarti cinesi, le fiamme gialle individuano capannone con sei lavoratori in nero
La ditta cinese, nei pressi dei Gros a Rimini, era in regola nel senso che fatturava per tutti i capi di abbigliamento prodotti. Eppure qualcosa che non tornava nei prezzi troppo concorrenziali offerti ad altre importanti imprese riminesi nel settore c'era: sei lavoratori completamente a nero. Tanti quanti ne hanno trovati i dieci militari della Guardia di finanza di Rimini bussando alla porta del capannone per verifiche nell’ambito della lotta al lavoro nero.
"A seguito di un’attività info-investigativa - spiegano le fiamme gialle - è stata individuata una ditta individuale gestita da un soggetto di origine cinese operante nel settore del confezionamento di capi di abbigliamento. Quest’ultimo aveva messo in piedi uno stabilimento di produzione apparso sin da subito sospetto ai militari della Compagnia poiché si presentava assolutamente privo di insegne ed aveva le finestre completamente oscurate, probabilmente per mascherare l’operatività della struttura. I finanzieri, invece, appostati nelle vicinanze sin dalle prime ore dell’alba, avevano notato che diverse persone, tutte di origine cinese, si aggiravano nei pressi dello stabilimento".
Dopo l'attività di osservazione, passando ai fatti, i militari entrati nel capannone hanno riscontrato "la presenza di 6 lavoratori intenti a confezionare jeans, magliette e abiti sia da donna che da uomo e ad apporre le relative etichette. Dall’analisi di queste ultime e dal riscontro della documentazione contabile rinvenuta ed acquisita, veniva rilevato, inoltre, che la ditta cinese controllata aveva come clienti alcune grandi imprese del territorio riminese, che avrebbero poi distribuito i capi prodotti a livello nazionale".
Dai controlli ai registri non è venuta fuori evasione fiscale perché la merce veniva tutta fatturata, era "la manodopera in nero" a consentire ai cinesi "di posizionarsi nel mercato con un pricing nettamente favorevole e competitivo rispetto al mercato regolare. I militari, a seguito delle interviste ai lavoratori, hanno infatti constatato l’assenza delle preventive comunicazioni di instaurazione del rapporto di lavoro al centro per l’impiego di Rimini, per tutti i lavoratori scoperti, procedendo quindi all’irrogazione di sanzioni amministrative per oltre 26 mila euro. Allo stesso tempo proponevano alla Direzione Territoriale del Lavoro di Rimini la sospensione della licenza ai sensi dell’art. 14 del D.lgs. nr. 81/2008. Al fine di evitare l’inevitabile chiusura dello stabilimento, il titolare ha preferito pagare l’intero importo della sanzione inflittagli e assumere formalmente gli operai".