Rimini | Una città a strisce: domanda sui colori di Gnassi
Il fatto è sotto gli occhi di tutti. "Dal 2011 progressivamente la nostra città si sta colorando di quelli che io chiamo 'i colori di Gnassi'", fa comunque notare anche ai più distratti il consigliere comunale di Ncd Giuliana Moretti. Non solo, "gli eventi nati sotto l'egida del sindaco Gnassi portano quei colori: Capodanno, Molo street parade, Notte rosa". A strisce, rigorosamente verde, rosso, viola azzurro, stanno diventando inesorabilmente anche sottopassi, bidoni, panchine, il ponte di via Coletti.
"Quelli sui bidoni - precisa Moretti - sono adesivi, alle panchine si può sempre dare una mano di vernice, così come ai sottopassi, ma sul ponte di via Coletti quei colori sono integrati in modo indelebile. Alla fine del mandato del Sindaco mancano più o meno due anni e quindi penso che la città sarà sempre più rappresentata e colorata in quel modo".
La domanda non è di natura estetica, ma di significato. "E' un operazione di marketing? Gnassi ha deciso di segnare il territorio? E' una specie di senso del possesso del Sindaco sulla città? Poiché volenti o nolenti questi colori ce li troviamo, credo che i riminesi almeno avrebbero il diritto di conoscerne il significato e l'origine, visto che essi esprimono l'attuale identità di Rimini. Da qualche giorno mi sono accorta che più o meno sono gli stessi colori del Gay pride". Da qui la domanda di ieri in commissione in direzione dell'assessore alla cultura Massimo Pulini su ragioni e significato. "M'informerò", la risposta.
"Passi che questa operazione di immagine ricada economicamente sui cittadini, ma quando si arriva a rendere indelebile un simbolo su opere e monumenti esso deve avere un significato condiviso per tutta la comunità", conclude Moretti.