Rimini | Casetti, Sarti: Nominare subito garante
Visita in carcere per il deputato 5Stelle, Giulia Sarti. Accompagnata dai consiglieri comunali Luigi Camporesi e Gianluca Tamburini, la parlamentare, membro della commissione giustizia alla Camera, dopo aver sentito la versione fornitale dall'associazione Papillon ha deciso di vedere con i suoi occhi. "Ho potuto parlare con gli agenti di Polizia Penitenziaria e, da sola, ho potuto visitare i reparti", racconta Sarti.
Al di là del resoconto, Sarti chiama in causa l'amministrazione "della stessa Rimini" che potrebbe a suo dire "porre rimedio in breve tempo" a "una grave mancanza". Spiega il deputato che "molti dei 44 condannati in via definitiva, potrebbero accedere a misure alternative, ma manca loro l’assistenza di un garante che potrebbe interagire con l’unico Magistrato di Sorveglianza competente a valutare le richieste per Rimini e altre numerose carceri".
Necessario, quindi, che venga sbloccato l'apposito bando. "La nostra città - spiega Sarti - ha da tempo deciso che debba essere istituita questa figura di mediazione, ma i tre nomi che hanno partecipato al bando sono in attesa di non si sa cosa. Possibile che a fronte di una situazione così grave non si riesca a decidere fra tre opzioni tutte egualmente praticabili?".
Più in generale, Sarti rileva come "nonostante il personale addetto faccia di tutto e di più per garantire il minimo di decoro e dignità ai reclusi", si sia "trovata di fronte a problemi che sarebbero facilmente risolvibili senza l’ignavia delle istituzioni". Si riferisce allo "scarica barile statale", che "ha prodotto un direttore del carcere a mezzo servizio che, per quanto valido sia, deve dividere la sua efficacia su due strutture, Modena e Rimini. Questa situazione non è nient’altro che la riproposizione della latitanza della politica anche sui vertici dell’Amministazione Penitenziatia (DAP). Da mesi si attende la nomina di un direttore che attualmente non esiste, figuriamoci se riescono ad assegnare un dirigente in pianta stabile a Rimini".
La ricognizione. "Dalla mia visita ho potuto rilevare che: di 6 sezioni ne funzionano solo 4, una è completamente ristrutturata e a norma, manca solo il collaudo che non arriva e così i detenuti sono costretti a scontare la loro pena in celle fatiscenti con evidenti problemi di infiltrazione di acqua piovana. Il cortile ricreativo è un campo di cemento completamente esposto al sole, nonostante di fianco ci sia un’area completamente attrezzata con dei gazebo e delle sedie dove sostare, che non possono però essere utilizzati perché i lavori di manutenzione richiesti al perimetro non sono stati ancora autorizzati. Le attività ricreative sono ridotte al minimo per non parlare di quelle lavorative, essenziali per un reinserimento ed una rieducazione effettiva al rientro nella società. Mancano le risorse per le operazioni più banali come la pulizia della cella, affidata agli stessi detenuti, per la quale difettano di scope e spugne".