Rimini | Asl Romagna, i rischi per la sanità riminese
C'è stato un incontro, ieri in consiglio comunale a Rimini, promosso dagli enti locali del riminese in cui il direttore generale della Asl Romagna, Andrea Des Dorides ha riferito sul "nuovo modello della sanità romagnola" e di cui oggi da Ravenna (dalla stessa sede Asl che martedì si è vista piombare i carabinieri 'in casa' per portare via quattro faldoni di documenti relativi in particolare ai bilanci nell'ambito di un'inchiesta aperta dalla procura locale sulle assunzioni di 23 'direttori strategici', su un buco da 20 milioni e su spese legali per centinaia di migliaia di euro) non vogliono parlare.
Des Dorides ha presentato ieri agli amministratori locali un documento, richiesto alla Asl dalla Regione, attraverso cui si riprogetta su scala 'vasta' la sanità romagnola, un documento per cui il direttore ha chiarito ai consiglieri comunali di non doversi confrontare a livello locale, sembra, semmai solo a livello regionale.
"Ritengo incomprensibile il mancato coinvolgimento degli Enti Locali sulle decisioni che saranno adottate, ad oggi tenute nel più stretto riserbo, e che saranno calate sui cittadini solo all'indomani delle elezioni regionali di novembre", attacca il capogruppo dell'Ncd in consiglio comunale a Rimini, Gennaro Mauro. "Alla mia richiesta di un sereno confronto nella commissione consiliare di verifica e controllo sul "nuovo modello di sanità" che si ritiene di adottare nell'ambito della provincia di Rimini, il direttore generale si è elegantemente negato", aggiunge Mauro in qualità di vicepresidente della commissione citata.
I dubbi attorno alla proposta blindata, per cui è dato sapere agli amministratori locali quali siano gli obiettivi della nuova Asl unita, ma non attraverso quali mezzi si intenda perseguirli, sono diversi. A partire dagli ospedali a rischio nel riminese, tra cui quelli di Santarcangelo e Novafeltria. "Ho impressione - spiega Mauro - che il nuovo modello della sanità disegnato da Des Dorides non troverà facile accoglienza tra i cittadini riminesi e quindi è meglio far passare le elezioni senza contraccolpi per il centrosinistra romagnolo. È facile prevedere che le logiche che si intendono adottare vedranno un ridimensionamento della spesa, un taglio dei posti letto e una diversa funzione degli ospedali di Novafeltria, Santarcangelo e Cattolica.
Ai consiglieri è stato riferito che le esigenze dei tagli nascono, tra l'altro, dalla constatazione che l'85 per cento dei posti letto negli ospedali romagnoli è occupato da anziani ultrasettantacinquenni. Da qui l'esigenza di diversificare e specializzare l'offerta sanitaria potenziando residenze protette e centri per le cure primarie e, di conseguenza, tagliare tra gli ospedali tradizionali.
"Riteniamo dal centrodestra che sia prioritario definire con chiarezza le relazioni tra assistenza ospedaliera e l'assistenza territoriale, fatta di strutture di cure primarie, esistenti solo sulla carta a Rimini, di Case di cura, di ospedali di comunità", sottolinea in conclusione Mauro che precisa: "Non ci sfugge che per costruire una rete di assistenza sanitaria territoriale che non gravi sulle strutture ospedaliere che resteranno operative dopo la "cura" imposta dal direttore generale dell'Usl, devono essere garantiti immobili adeguati, attrezzature diagnostiche e naturalmente la disponibilità dei medici di famiglia, che ricordo non sono dipendenti dell'Usl e quindi autonomi nelle loro decisioni".