Rimini | Aeroporto, Indino (Confcommercio) "sbigottito": Si può sapere chi è Air Riminum?
“Siamo tutti sbigottiti per quanto sta accadendo sulla vicenda aeroporto", esordisce così a mente fredda il presidente della Confcommercio di Rimini, Gianni Indino, in merito alla notizia diffusa da Enac ieri circa il fatto che non esistono le condizioni perché l'aeroporto di Rimini possa proseguire la sua attività dopo il 31 ottobre. "Da quando la notizia della chiusura dello scalo ha iniziato a circolare in città abbiamo ricevuto decine e decine di telefonate dai nostri associati che chiedevano spiegazioni, conferme, ipotesi di scenari futuri. Tanta la rabbia, ma ancor più lo smarrimento di imprenditori consapevoli che gli effetti nefasti di tale decisione non tarderanno ad arrivare, con effetti dirompenti sull’economia del territorio. Molte le telefonate, poi, di quegli imprenditori nostri associati che hanno sostenuto, anche finanziariamente, l’aeroporto durante l’esercizio provvisorio: bar, ristoranti, pub, concessionari auto, discoteche, parchi e attrazioni turistiche che hanno dimostrato non solo a parole, ma anche con i fatti, la volontà di contribuire per una giusta, giustissima, causa".
Guardare avanti. "Nella drammaticità del momento - sottolinea Indino - ritengo sia inutile guardare al passato, lo conosciamo bene e sappiamo che si è sbagliato tanto. E’ arrivato invece il momento di cambiare pagina, di iniziare un nuovo percorso ma questa volta con il piede giusto".
E' per questo che dalla Confcommercio chiedono di fare chiarezza sull'esito del bando Enac per la gestione dello scalo di Miramare. "Da quando è stata ufficializzato il nome dell’aggiudicatario provvisorio del bando del Fellini, non passa giorno senza che qualche associato chieda chi è Air Riminum e che idea abbia per l’aeroporto. E’ pretendere troppo chiedere che Air Riminum renda nota la sua composizione societaria, la presenza o meno di imprenditori locali, il progetto per Rimini e per il suo turismo? Basterebbe poco per tranquillizzare un territorio che è in fibrillazione, attraverso rassicurazioni sui contratti, i rapporti e le collaborazioni commerciali in essere e che verranno sviluppati in futuro con Paesi esteri, sul piano industriale presentato, sugli investimenti programmati.Non sappiamo a chi è stato affidato il futuro del nostro territorio e delle nostre aziende, questo silenzio assordante deve finire".